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Numero 4 del 2008

UDI: 50E50, donne e rappresentanze


Foto: UDI: 50E50,  donne e rappresentanze
PAGINA 32

Testi pagina 32

aprile 2008 noidonne32
Idee di donne
Ilda Bartoloni
"E' una grande soddisfazione sapere
che il Global Peace Iniziative of Women
Summit del 2008 si tiene a Jaipur. E' si-
gnificativo che il meeting si svolga in In-
dia, un paese che sin dai tempi antichi
ha dato grande valore all' "ahisma" , al-
la non violenza . La pace non è qualco-
sa che esiste indipendentemente da
noi...". Questo l'incipit della dichiara-
zione d'auguri del quattordicesimo Da-
lai Lama al Summit Mondiale delle
Donne per la pace (6 - 10 marzo), riba-
dendo le responsabilità di ognuno di
noi, in primo luogo, delle donne nella
pace mondiale.
Quello che mi colpisce oggi, essendo
stata al Summit a Jaipur sia come dele-
gata per l'Italia, ma anche come giorna-
lista, è che proprio mentre più di cin-
quecento donne - leader religiose, politi-
che, manager dell'alta finanza, intellet-
tuali, donne importanti da tutto il mon-
do, si trovassero insieme, per "Making
Way for the Femminine for the Benefit of
the World Community", per cercare una
via per il femminile a beneficio della pa-
ce mondiale, il Dalai Lama era costretto
a subire e a denunciare il genocidio "cul-
turale" nel suo Tibet.
Sempre più, dunque, in ogni nazione,
paese, città, in ogni sperduto villaggio,
c'è bisogno del pensiero femminile, del
fare femminile, dello spirito femminile.
Naamah Kelman, la prima rabbina
israeliana, (oggi sono venti in Israele e
più di cinquecento negli Stati Uni-
ti) mi ha raccontato come è riusci-
ta, ovviamente tra grandi difficol-
tà, a cambiare dall'interno riti e
usanze di una religione fortemente
connotata al maschile come la sua
(non parliamo delle altre religio-
ni….sic !!!). Un'affermazione co-
raggiosa come coraggioso è il suo
credere e sostenere il rispetto tra
israeliani e palestinesi delle reci-
proche, differenti storie per la crea-
zione di due Stati in Palestina.
Leila Seth, la prima donna giudice
dell'Alta Corte di Delhi, una minuta si-
gnora dagli occhi di smeraldo, mi sotto-
linea dolcemente i passi avanti dell'In-
dia, delle donne indiane: "il mio è un
paese dalle forti contraddizioni. Resiste,
nell'India del boom, il grande senso del
Simbolico Materno, ma poi ci sono an-
cora i matrimoni combinati, gli aborti
selettivi delle bambine, lo sfruttamento
dei minori, per non parlare delle discri-
minazioni riguardo all'eredità e alle
successioni. Eppure i passi avanti ci so-
no, le donne al potere - al Summit ha
partecipato anche la prima ministra del
Rajasthan - stanno cambiando molto
nel paese". Margherita, un po' folle e ri-
danciata, ha colpito dritto al nostro
cuore, con il suo centro per ragazzi, or-
fani, vittime di guerra, bambini e bam-
bine soldato, tutti li raccoglie, li nutre, li
fa crescere, li educa. Conosciuta come
Maggi the Mad o come la Donna di Die-
cimila bambini ha vinto il World's Chil-
dren Prize, una sorta di Nobel per l'in-
fanzia.
La venerabile Bhikkuni Dhamma-
nanda, monaca tailandese non mi vuo-
le parlare, non può, ha paura. Cono-
sciuta come la prima donna monaca
nella tradizione del Buddismo Therava-
da, racconta la sua storia ad un gruppo
ristretto. La sua ordinazione - era il
2001- è stata molto contestata, e a tut-
t'oggi nessun monaco le rivolge la paro-
la, non osano nemmeno guardarla. Una
solitudine, la sua e un dispiacere, che
solo la fede riempie. Parla invece una
dolce monaca birmana, tutta sorrisi e
saggezza "c'è bisogno di noi nel mondo,
la crisi è troppo evidente, il mondo, la
terra stessa ha bisogno del femminile".
Più o meno le stesse parole che mi di-
ce Kuki Gallman, una bella e intelligen-
te signora che da anni ha fatto del Ke-
nia la sua patria. Nata in Italia, Kuki,
la cui vita è stata violentemente spezza-
ta da due grandi tragedie, la morte di
un figlio e quella del marito, non si è
mai persa d'animo e ha creato la Gall-
man Memorial Foundation per proteg-
gere le foreste, la natura e gli animali
della sua Africa.
"Il mondo è troppo violento, dobbia-
mo far qualcosa, noi donne, per dare un
futuro migliore ai nostri ragazzi". Ma-
dame Barroso, moglie dell'ex presidente
del Portogallo Mario Soares, ottantacin-
que anni, si batte da sempre per i più
deboli, contro le violenze sulle donne e
sui bambini. La stessa fondatrice del
Global Peace Iniziative of Women, l'a-
mericana Dena Merriam si era espressa
in questo senso nella relazione d'apertu-
ra del Summit: "il mondo è in crisi, c'è
un'emergenza e le donne non si possono
sottrarre, devono far sentire la loro vo-
ce..". Seduta su di una comoda poltro-
na nella sua suite, Anandmurti Guru-
ma, la reincarnazione del divino per
tradurre alla lettera quell'anandmurti
che precede il Guruma, neanche qua-
rant'anni, ci parla del divino femminile
che manca nel mondo, ma anche della
possibilità per ognuno di trovare il Bud-
da e quindi la pace dentro di sé.
Francesca Brezzi, docente universita-
ria, nota che le cattoliche qui sono una
minoranza eppure certamente i cattolici
nel mondo non lo sono. Francesca cerca
spiegazioni e le chiede alla responsabile
del nostro sparuto gruppo di delegate
italiane, la reverenda Dinajara Doju
Freire, monaca buddista nata in Brasile,
da più di vent'anni residente in Italia.
Molte delle teologhe da lei interpellate
avevano altri impegni, sostiene la
reverenda, le cui mail d'invito del-
la Global Peace Inititive sono arri-
vate sin da dicembre. Al 'Cerchio'
cui partecipo, quello sui media,
mi trovo completamente d'accor-
do con l'indiana Suma Varughese,
che ha lavorato a lungo per il ma-
gazine 'Life Positive'. "Abbiamo bi-
sogno - sosteniamo entrambe - di
notizie positive che diano speran-
ze ai nostri giovani che diano loro
la possibilità di vedere anche le
La via femminile a beneficio
della pace mondiale
Summit di Jaipur
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