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Numero 3 del 2009

Una festa nella crisi: lotta marzo


Foto: Una festa nella crisi: lotta marzo
PAGINA 32

Testi pagina 32

32 noidonne marzo 2009
Milena Carone, 50 anni. All'Udi
dal 1984. Avvocata, è l'autrice
della proposta di legge "Norme di
democrazia paritaria per le
Assemblee elettive". Attualmente
ricopre l'incarico di garante.
La Raccolta firme del 50E50 per
una legge di iniziativa popolare
era solo un aspetto della più
ampia Campagna 50E50
…ovunque si decide! Quali
altre iniziative sono state prese?
In premessa, ripercorro alcune tappe: l'UDI decide la
Campagna 50E50 a fine 2006 e la Raccolta firme ci impegna
per tutto il 2007. Nel logo scelto, la cosa più importante è la
E maiuscola, a indicare condivisione, parità e allo stesso
tempo rispetto delle differenze. E l'aggiunta ...ovunque si
decide! sta a sottolineare che la necessità di una presenza
paritaria affinché ci sia una vera Democrazia non riguarda
solo il Parlamento, ma ogni luogo dove si prendono decisio-
ni sulla vita di cittadine e cittadini. Ora, un'altra cosa impor-
tante da tenere in conto: UDI è autonoma e tutte le sue
Campagne sono autofinanziate. Questa libertà ha dato i suoi
frutti, soprattutto durante lo studio per arrivare al Progetto
di Legge. Abbiamo iniziato una Campagna senza la preoccu-
pazione controproducente di ottenere quote momentanee,
ma con l'urgenza della responsabilità politica che ci viene
dalla nostra storia e con lo sguardo al futuro. Sul piano isti-
tuzionale, la Raccolta firme ha condotto il 29 novembre
2007 al deposito di un Disegno di legge che ora è fermo,
con altri, nella Commissione "Affari Costituzionali" del
Senato. La Raccolta delle firme in Italia è servita soprattutto
per sensibilizzare la cittadinanza italiana ai temi della
Democrazia Paritaria e per avviare un percorso che non è
ancora concluso.
Come si intende ricostruire o recuperare il rapporto con i
numerosi Centri di raccolta costituitisi sul territorio
nazionale?
Alcune donne che hanno dato vita ai Centri si sono interes-
sate al nostro modo di fare politica e si sono iscritte, c'è chi
oggi fa parte del Coordinamento nazionale, c'è chi si è impe-
gnata nel Comitato "Quando decidiamo noi". Molti Centri di
raccolta che facevano capo all'UDI si sono rinnovati aprendo-
si a donne più giovani o che hanno rinnovato una passione
per la politica.
A tutte, una volta consegnate le firme, abbiamo chiesto di
trasformarsi in Centri di iniziativa perché sapevamo che la
Campagna non era affatto conclusa e dovevamo attrezzarci.
Non potevamo muoverci come l'UDI degli anni 50 e neppure
anni 70: siamo cambiate noi, sono cambiate la politica e
l'Italia, sono cambiate le donne.
Dopo la consegna delle firme in Senato, abbiamo fatto il
punto per capire da dove doveva ripartire la Campagna. In
una parola, dobbiamo ancora rafforzare il concetto politico,
direi filosofico-esistenziale, che le donne non sono una
"minoranza da tutelare". Rilanciamo i Centri per iniziative
veramente dirompenti, per ribadire che noi affermiamo dirit-
ti, assumiamo doveri, e non chiediamo tutele. Diritti e doveri
nel rispetto della nostra differenza, perché vogliamo eserci-
tare la cittadinanza a tempo pieno e condividere le respon-
sabilità della Democrazia. Non vogliamo tutele, quindi riba-
diamo il nostro rifiuto delle quote in questa ottica più gene-
rale che vive degli esiti della libertà.
L'European Women's Lobby ha lanciato una campagna
del tutto simile a quella dell'Udi in vista delle elezioni
europee del giugno prossimo. Avete pensato a iniziative
a più ampio raggio, che travalichino i confini nazionali?
La EWL 50/50 Campaign for Democracy lanciata nel 2008
grazie al poderoso apporto della vice Presidente della
Commissione Europea Margot Wallström ha molte cose in
comune con la Campagna 50E50 UDI. Entrambe le
Campagne dicono un chiaro NO a quote provvisorie, fossero
anche del 50%. Per intenderci, nessuna "azione positiva" di
quelle che conosciamo già, nessuna "misura mirata e trans-
itoria" Anche in Europa si rigetta l'idea di "quote di riserva",
si chiede un impegno serio e "di lungo periodo" per una
Democrazia Paritaria, perché "la presenza paritaria dei sessi è
condizione essenziale e imprescindibile di democrazia".
Si tratta di battaglie con un ideale comune, che parte da
lontano, da altrettanti documenti europei, elaborati a suo
tempo in Comitati dove ha pesato molto l'apporto di donne
in carne ed ossa, come appunto Wallström. Le due
Campagne hanno modalità e riferimenti istituzionali diffe-
renti, ma la sostanza è simile. La Lobby si rivolge alle
Istituzioni con un pressante invito anche ai Partiti, in Italia
abbiamo utilizzato lo strumento Costituzionale dell'iniziativa
popolare. L'obiettivo principale di entrambe le Campagne,
principale perché viene necessariamente prima di altro, è la
sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Piuttosto, se c'è una
differenza tra le due Campagne, per la verità poco conosciu-
te entrambe in Italia, è il credito avuto presso chi compare
nell'elenco dei sostenitori della Lobby! Basta andare su
www.5050democracy.eu per una verifica immediata.
Mi spiego: dalla fine del 2006, per tutto il 2007 e oltre, la
Campagna UDI era ed è nota a nomi e cognomi italiani che
aderiscono alla Campaign European. Che dirti. Confidiamo
nell'Europa. E nella autenticità di intenti - se non di tutti,
almeno della maggior parte - di donne e uomini italiani che
nel 2008 sottoscrivono la EWL 50/50 Campaign for
Democracy. Confidiamo in tutto questo alle porte delle
Europee 2009. Allo stato, cambiare le regole sarà un'impresa
titanica, pari solo ad una rivoluzione che avverrà quando le
Intervista con l’autrice
della proposta di legge 50E50...
dove eravamo rimaste e dove siamo
50E50…ovunque si decide,
una campagna sempre viva
La campagna "50e50 …ovunque si decide" è stata lanciata
dall'Udi agli inizi del 2006 allo scopo di colmare lo scarto
esistente nel nostro Paese tra la reale presenza delle
donne, la loro rappresentazione e la rappresentanza politi-
ca. Momento fondamentale, ma non esaustivo, di questa
campagna è stata la raccolta - e la consegna al Senato, nel
novembre 2007 - di 120mila firme a calce di una proposta
di legge di iniziativa popolare - dal titolo "Norme di demo-
crazia paritaria per le Assemblee elettive" - mirante a far sì
che nelle liste per le candidature alle assemblee elettive ci
sia un numero uguale di uomini e donne.
pagine autogestite dall’UDI a cura di Ingrid Colanicchia
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