Numero 1 del 2011
Il futuro in testa
Testi pagina 32
TUNISIA
UNA LIBERTÀ
RELATIVA
di Barbara Antonelli
UGUAGLIANZA SENZA RISERVE:
È QUELLO CHE CHIEDE
L’ASSOCIAZIONE DELLE DONNE
DEMOCRATICHE TUNISINE
a Tunisia vanta dagli anni Cinquanta, un testo
legislativo pioneristico, in materia di diritti e tu—
tela delle donne, soprattutto se paragonato ad
altri paesi islamici del Medio Oriente. Un Co-
dice dello Statuto personale che, dal 1957, ha
portato grandi riforme, non solo vietando la po-
ligamia e il concetto di “ripudio†della donna, ma anche
istituito il divorzio giudiziario, ha fissato a 17 anni l’etÃ
minima perché giovani donne (dietro proprio consenso)
possano sposarsi, e aumentato la possibilità di tutela
della madre sui figli.
Eppure nonostante una legislazione cosi avanzata, la
condizione delle donne tunisine oggi è strettamente le-
gata a quella generale del paese, dove il presidente El
Abidine Ben Ali, al potere consecutivamente dal 1987,
ha instaurato un “autoritarismo democraticoâ€, mettendo
in moto una macchina repressiva, all’inizio solo come
contenimento verso l’Islam, poi come soppressione di
ogni forma di dissidenza. I diritti umani e delle donne
sono stati utilizzati dal potere regnante come mezzi ideo—
logici nella corsa verso l’Occidente, che ha fruttato alla
Tunisia il posto di partner privilegiato dell’Unione Eu-
ropea ma che ha silenziato qualsiasi voce contro, consi—
derata appunto “nemica della democraziaâ€. Compresa
la voce delle donne. Oggi le organizzazioni per i diritti
noidonne I gennaio I 2011
umani rilevano sempre
più l’enorme divario che
esiste tra quello che le au-
torità tunisine procla-
mano per ottenere favori
dalla UE e una situazione
di fatto che vede i diritti
umani quotidianamente violati. Democrazia, pluralismo,
libertà di associazione ed espressione sono oggi illusioni.
Il sostegno alle donne e alla loro emancipazione, si è
espresso nel “regime†del generale Ben Ali come tenta-
tivo di proiettare un’immagine di modernità e democra—
zia all’estero, nascondendo però l’altra faccia del paese.
Nel 1987 quando il presidente assunse il potere, annun-
ciò una serie di riforme relative al rispetto dei diritti delle
donne, che dal 1993 sono, in effetti, state attuate: sono
stati accordati alcuni diritti alla donna in materia di tu-
tela sui minori; è stata anche introdotta una pensione,
un fondo alimenti per donne divorziate (solo nel caso i
loro mariti siano giudicati “irresponsabiliâ€). Inoltre con
la riforma del codice penale, un uomo che uccide la mo—
glie adultera e colta in flagrante, non può più ricorrere a
circostanze attenuanti.
Ovviamente questa serie di riforme rappresenta un passo
in avanti verso l’uguaglianza dei sessi, anche se la donna
è relegata al ruolo sottomesso di moglie e madre e
l’uomo rimane il capo indiscusso della famiglia tunisina.
In termini di eredità , regna sovrano il diritto islamico, la
Sharia: ancora oggi le ragazze ereditano la meta di
quanto spetta ai ragazzi. La violenza rimane ancora un
argomento tabù; e le madri singIe, con figli non ricono-
sciuti, non sono un problema dello Stato tanto è vero