Numero 9 del 2015
Diritto di famiglia 40 anni dopo
Testi pagina 32
30 Settembre 2015
EG
IT
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Si è tenuta nel giugno scorso
la premiazione del primo concorso di scrittura
creativa in lingua italiana organizzato dall’Uni-
versità del Cairo.
Nato come progetto pilota, il concorso ha visto
una buona partecipazione degli iscritti al corso
di Laurea in Lingua e Letteratura italiana della
prima università della capitale egiziana.
I racconti e le pièce teatrali hanno affrontato vari
temi, da quello politico a quello comico, passan-
do per quello sociale e proprio in questa sezione
un racconto in particolare ha suscitato l’interesse
nel pubblico presente.
Con il titolo “E questo non si fa…”, Amani,
una studentessa di 21 anni ha avuto il corag-
gio di denunciare quello che molti sanno, ma che tutti alla
fine tacciono. Stiamo parlando della condizione che molte
ragazze egiziane sono costrette a vivere, oppresse da una
società che richiede loro un determinato ruolo da assume-
re. “In Egitto per molte giovani come me è difficile avere un
vita indipendente. Lavorare e decidere del nostro futuro in
piena autonomia è quasi impossibile. I sogni restano solo
sogni e le passioni rimangono tali perché la famiglia e la
società non ti permettono di realizzarli” dice Amani.
Mentre parliamo, il suo sguardo si accende e la voce
diventa incalzante fino a quando non mi confida che non
ha alcun timore nel dirmi che il racconto da lei scritto
parla della sua vita e di quelle che molte sue amiche
vivono. “Attraverso Farida, la protagonista, esprimo il
mio dissenso a tutto questo. Farida studia all’universi-
tà, è quasi al termine del suo percorso di studi. Da pic-
cola amava il tennis, ma un infortunio ha posto fine al
suo sogno di diventare una giocatrice professionista.
Da grande invece il suo desiderio e quello di una sua
amica di studiare all’estero si scontrano con quello che
può pensare la società. Non è possibile per una ragazza
continuare gli studi oltre i confini e tanto meno vivere da
sola senza la famiglia perché è la società che determina
il modo in cui devi agire e comportarti”.
Tutto questo Amani lo racconta bene nella sua storia. E lo
fa in maniera incisiva quando parla di Farida che, trovan-
dosi in presenza della madre e delle sue amiche in occa-
sione del compleanno della sorella, si oppone chiaramente
a quello che vuole la gente per lei. In un crescendo tutte
sembrano ritrovare il coraggio di parlare e di aprirsi senza
paura di essere giudicate. E così la madre di Farida confi-
da che avrebbe sempre voluto viaggiare, mentre una sua
amica rivela che avrebbe voluto aprire un ristorante in cui
inventare e sperimentare nuove ricette culinarie.
“Nel mio racconto breve le donne parlano di quello che non
hanno realizzato ma, se si legge bene, nel loro rimpianto c’è
la voglia di incoraggiare le giovani a vivere la vita. In Egitto le
donne sanno di avere i diritti, ma troppe volte non se ne ren-
dono conto. Credo che le donne egiziane debbano prima di
tutto capire a cosa devono aspirare e cosa la realtà nega loro.
Perché solo così possono cominciare a vivere per davvero.
Questa è la mia storia e quella di Farida: io come lei voglio
lavorare e realizzare i miei sogni. Voglio aiutare le giovani a
credere in loro stesse perché un cambiamento è possibile”.b
DIRE NO:
INSIEME SI PUO’
In un racconto la lotta della gIovane amanI per realIzzare Il proprIo sogno dI lIbertà
e IndIpendenza. un concorso dI scrIttura creatIva all’unIversItà apre spazI dI denuncIa
di Zenab Ataalla
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