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Numero 1 del 2015

Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia


Foto: Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia
PAGINA 32

Testi pagina 32

30 Gennaio 2015
AS
IA
di Elisabetta Borzini
la conclusione del dodicesimo Summit dei
ministri della Salute degli stati dell’aSean,
tenutosi a Settembre ad Hanoi, vietnam, è
chiara: l’asia affronta la salute a tutto tondo.
Dalle malattie sessualmente trasmissibili alla terza età alle
pandemie, in Paesi diversi tra loro ma spesso accomunati
da quelle che i libri di storia chiamano dittature illuminate,
c’è’ forse poco spazio di espressione per la società civi-
le, ma una grande attenzione al suo benessere. Tra i temi
trattati emerge un focus sull’HIV, e all’interno del pannello
tematico si discute molto di categorie chiave e di donne.
A differenza di molti Stati occidentali, in cui l’opinione pub-
blica viene imboccata con foto di madri afri-
cane che languiscono in letti di ospedale,
qui il discorso, di natura politica e aperto
a diverse fi gure professionali, è scientifi -
co. Quello che colpisce è che sia Stati a
maggioranza islamica (come l’Indonesia)
sia a maggioranza cattolica (le Filippine)
affrontino temi delicati come il preservativo
femminile, la prostituzione e i rapporti ses-
suali tra uomini - più pericolosi dal punto
di vista epidemiologico e bombe pronte a
esplodere trattandosi spesso di uomini non
omosessuali - con naturalezza e scientifi ci-
tà. Personalmente mi ha fatto rifl ettere su come reagirebbe
in Italia una sala piena di scienziati, ma anche politici e
giornalisti, a temi come il sesso anale, il lubrifi cante va-
ginale come arma contro il contagio e i female condoms.
Ma la cosa che forse colpisce di più è la presenza attiva
e partecipativa delle donne. L’Asia non è l’Africa, l’epide-
miologia dell’HIV è molto diversa, ma tuttavia circa la metà
dei nuovi casi tocca sempre le donne (con l’eccezione
del Vietnam, dove la sieropositività
femminile è pari a circa 1/5 ri-
spetto a quella maschile). Qui
si incontrano donne, come
l’epidemiologa americana
Elizabeth Pisani, ma an-
che come la Ministra della
Sanità Indonesiana, Nafsi
Mboi, che parlano di HIV/AIDS
e di sessualità. Il rischio di contagio
nelle donne, essendo riceventi, aumen-
ta esponenzialmente, specialmente se in compresenza
di infezioni sessualmente trasmissibili che
facilitano la lacerazione delle pareti vagi-
nali e della cervice. Le donne sono anche,
benché spesso si dimentichi, soggetti vo-
lontariamente sessualmente attivi. La bassa
conoscenza anatomica del proprio corpo,
associata a malattie sessualmente trasmis-
sibili pre-esistenti, e l’attività sessuale non
protetta rendono le donne, senza distin-
zione di casta, religione, stato sociale, una
delle categorie a rischio. A tutto questo va
aggiunto che in Paesi in via di sviluppo il
sesso viene spesso suddiviso tra “familiare”
(nel contesto della coppia), “commerciale” e “transazio-
nale” (cioè un ibrido, non propriamente associabile alla
prostituzione perché vi è una relazione tra i due individui e
raramente viene pagato l’atto sessuale, mentre piu’ spes-
so l’uomo tende a “provvedere” a parte dei bisogni della
donna). Il sesso transazionale si basa solitamente su una
relazione fl uida e non necessariamente di lungo termine,
per cui la donna in questione molto spesso ha relazioni
oBiettivo
Salute
SENZA TABU’
UN PASSO AVANTI PER LE DONNE ASIATICHE:
I GOVERNI HANNO RICONOSCIUTO LA LORO
AUTONOMIA ANCHE NELLA VITA SESSUALE
il FocuS Sull’Hiv
È aFFrontato
in modo politico
e in cHiave
ScientiFica.
e dal punto
di viSta delle
donne
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