Numero 10 del 2008
Futuro (passato) prossimo
Testi pagina 31
no di ristabilire la loro egemonia sul
Caucaso, mentre gli americani hanno
individuato nella Georgia l'avamposto
per la loro penetrazione nell'ex Asia
centrale sovietica sino a coordinare, nel
2003, la "Rivoluzione delle Rose" contro
l'ex presidente georgiano E. Shevardnad-
ze, e inviare corpi speciali Usa tra le
truppe d'èlite georgiane per addestrare
l'esercito georgiano in funzione 'anti-ter-
rorismo'. In un'intervista alla Cnn il pre-
sidente georgiano Saakashvili, dopo la
rivalsa russa, ha sollecitato l'intervento
degli Stati Uniti: "Non è più solo una
questione georgiana. Si tratta dell'Ame-
rica e dei suoi valori. Noi siamo una na-
zione amante della libertà che ora si tro-
va sotto attacco". Ma il Caucaso è an-
che una polveriera a causa delle guerre
combattute in nome di traffici di ogni
tipo (compreso quello delle donne). No-
to è il business multimiliardario del con-
trabbando gestito dal regime indipen-
dentista di Kokoity e dai suoi protettori
e dalla mafia russa, che controlla, di
fatto, da dodici anni il territorio osseto.
La mafia locale e quella russa, d'accor-
do con le milizie d'interposizione russe,
si arricchiscono con il commercio illega-
le di tabacco, benzina e soprattutto di
vodka, provenienti dalla Russia attra-
verso le montagne e smerciati in Geor-
gia. Un contrabbando le cui briciole
danno da vivere anche alla povera gen-
te dell'Ossezia. Lo scorso giugno Saa-
kashvili ha ordinato lo smantellamento
del grande mercato (in gran parte di be-
ni di contrabbando) del villaggio di Er-
gneti, alla periferia di Tskhinvali. Un
"buco nero" che danneggiava pesante-
mente l'economia georgiana, secondo il
governo di Tbilisi. Con questo gesto il
presidente georgiano ha voluto dimo-
strare la sua intenzione di riportare l'Os-
sezia del Sud sotto il controllo governa-
tivo. Il mercato era una grande distesa
di bancarelle, in cui si trovavano barili
di benzina, casse di vodka, armi, droga
e stecche di sigarette. Formando più del
22% del territorio
georgiano, l'Abkha-
zia, l'Ossezia del
Sud e l'Adjaristan
sono delle vere cen-
trali del contrab-
bando per i commer-
cianti russi, georgia-
ni e armeni. E men-
tre nel Caucaso si
continuano a com-
battere guerre per il
petrolio e il monopolio del traffico ille-
cito di armi, droga ecc., dietro cui si
consumano tragedie umanitarie, anche
i diritti delle donne in quella regione
continuano ad essere violati. Lela Ga-
prindashvili, sociologa dell'Università
di Tiblisi, sostiene che "…più del 50%
delle donne sposate nella Repubblica
caucasica della Georgia sono vittime
della violenza in famiglia, che può ave-
re molte ragioni. Le più frequenti sono
alcoolismo, disoccupazione, povertà e i
tradizionali ruoli dei sessi". Ma il divor-
zio, per una donna caucasica, è una
vergogna. Gli uomini georgiani posso-
no, invece, lasciare le proprie mogli e ri-
sposarsi senza temere per il proprio ono-
re. Il matrimonio, secondo la maggior
parte dei georgiani, implica la facoltà
del marito di disporre della propria mo-
glie. Eliso Amirejibi, direttrice regionale
dell'Unione contro la violenza sulle
donne in Georgia, distretto di Tbilisi, af-
ferma: "Dallo Stato le donne in questo
posto non possono aspettarsi un gran-
ché. (…) I padri non sono obbligati al
mantenimento dei figli illegittimi. E
nemmeno in caso di separazione una
donna può far valere i propri diritti sul
marito". Inoltre, "…le leggi a difesa del-
la popolazione femminile sono in nume-
ro sufficiente, ma non vengono applica-
te". "Se una donna
viene maltrattata -
prosegue l'avvocata -
la polizia non inter-
viene. (…) Fa parte
delle nostre tradizio-
ni non immischiarsi
nelle vicende familia-
ri. Ed è così che nes-
suno denuncia alle
autorità le violazioni
dei diritti delle don-
ne". L'antica tradizione del rapimento
della sposa sta tornando in voga non-
ostante le leggi severe e l'impegno dei
gruppi per i diritti delle donne. Lo stupro
è considerato un delitto d'onore. Nona
Aldamova Dshapharidse, ginecologa di
39 anni, nata nella valle del Pankisi, si
è trasferita per motivi di studio a Tbili-
si. Cinque anni fa ha fondato nella ca-
pitale un'organizzazione di assistenza
per le donne. "Dopo la caduta dell'Urss
la situazione economica della Georgia è
notevolmente peggiorata. Numerosi po-
sti di lavoro sono andati in fumo. E que-
sto ha provocato un inasprimento dei
fenomeni di violenza e d'abuso all'inter-
no delle famiglie più disagiate", raccon-
ta la dottoressa. Eliso Amirejibi si augu-
ra che arrivino aiuti concreti dall'UE:
"Stiamo promuovendo l'unica 'Casa del-
la Donna' in Georgia. I costi di gestione
solo elevati", spiega. Al momento le
donne accolte nella "Casa della Donna"
sono 7 ed ognuna di loro può soggior-
narvi per un periodo di 3 mesi.
noidonne ottobre 2008 31
ci sono in maggioranza donne e bambini tra i 160mila
sfollati dopo le azioni militari, che hanno ucciso molti
civili. Violenze che si aggiungono alla mancanza di diritti
nelle famiglie o riconosciuti dallo Stato