Numero 5 del 2008
Donne elette: tutto è cambiato, nulla è cambiato
Testi pagina 31
come denuncia l'attivista Nahida Mah-
booba Elahi, "la polizia li giudica affari
privati e si rifiuta regolarmente di perse-
guirli". In Asia le pratiche discriminato-
rie "derivano direttamente dallo status
d'inferiorità delle donne nella società:
sistemi patriarcali, famiglie patrilineari,
condizionamenti sociali che incoraggia-
no la sottomissione al marito e alla fa-
miglia acquisita, matrimoni combinati.
Un figlio maschio è indispensabile per
mantenere la famiglia, per perpetuare il
nome e garantire la riproduzione socia-
le e biologica. In Cina,
a Taiwan, nella Corea
del Sud, l'assenza di un
erede maschio significa
l'estinzione della fami-
glia e del culto degli
avi. Secondo la religio-
ne induista, è la con-
danna per i genitori a
vagare in eterno, poi-
ché la tradizione inca-
rica il figlio maschio
dei riti funebri al mo-
mento del loro decesso.
In India, come in Cina,
una figlia è di passag-
gio nella casa paterna.
Al momento del matri-
monio, se ne andrà e si
dedicherà alla famiglia
del marito e, da allora,
non dovrà più niente ai
suoi genitori. Nelle
campagne cinesi, è un
dato di fatto che biso-
gna 'allevare un figlio
per preparare la vec-
chiaia', visto che non
esiste la pensione. 'Al-
levare una figlia', dice
un detto cinese, è come
'coltivare il campo di un altro'; per gli
indiani, equivale ad 'annaffiare il giar-
dino del vicino' (Isabelle Attané). Il ri-
affiorare di credenze religiose e di prati-
che tradizionali come contraccolpo al-
l'aumento delle disuguaglianze favori-
sce il "genocidio" perpetrato contro le
donne. La povertà è un male che colpi-
sce tutto il continente asiatico. Anche
laddove vi è stata una crescita eccezio-
nale, essa è stata di fatto accompagna-
ta dall'acuirsi delle contraddizioni so-
ciali. Non vi è stata cioè una crescita
diffusa, piuttosto una distribuzione di
ricchezza e reddito che ha generato
meccanismi di sviluppo socialmente
disuguali. Elisabeth Spergser ha eviden-
ziato come in Asia ci siano oggi 900 mi-
lioni di persone che vivono con meno di
un dollaro al giorno, e come in Bangla-
desh ci siano donne che lavorano 10 ore
al giorno per 18 euro al mese, di cui 15
versati per pagare una stanza dove dor-
mire. "L'Asia è un paese caratterizzato
da enormi contrasti, dove accanto a
paesi tecnologicamente avanzati come
la Corea del Sud e il
Giappone si trovano
realtà come Tibet, In-
dia, Bangladesh dove i
diritti sono negati e la
povertà è assai diffusa"
(Elisabeth Spergser). Le
discriminazioni non so-
no, tuttavia, prerogati-
va assoluta delle zone
rurali o di quelle più
povere dell'Asia. In In-
dia, anche nel più pro-
spero e industrializzato
nord, la sex ratio, nel-
l'età compresa tra zero
e sei anni di età, è di
821 bambine ogni
1000 bambini.
I danni causati da-
gli aborti selettivi e da-
gli infanticidi femmini-
li sono incalcolabili. In
alcune zone del conti-
nente, il fenomeno del
celibato "forzato" (ben
descritto in "Matrub-
hoomi" del cineasta in-
diano Manish Jha),
combinato ad un im-
miserimento della po-
polazione, sollecita la diffusione di pra-
tiche aberranti come quella del traffico
delle spose (rapimento e/o vendita di
donne a scopo matrimoniale), dietro cui
si celano corruzione e criminalità. Il fe-
nomeno è un vero e proprio mercato del-
la schiavitù controllato da reti trasna-
zionali.
Lo sviluppo economico porta ad un
miglioramento della condizione delle
donne. Ad avvalorare quest'idea vi è
uno studio della Banca Mondiale rea-
lizzato su 41 paesi. Esso mostra che il
gap di scolarizzazione tra ragazzi e ra-
gazze è più marcato per il 40% dei pae-
si più poveri che per il 20% di quelli più
ricchi. Ciononostante, alcuni economi-
sti stanno esplorando anche la strada
inversa di questa relazione: il migliora-
mento dello status delle donne come fat-
tore di sviluppo. I dati raccolti da que-
sti economisti indicano, infatti, che la
crescita economica non basta per supe-
rare le discriminazioni. La Corea del
Sud ha avuto un processo d'espansione
economica e d'integrazione nell'econo-
mia mondiale impressionante. Oggi è
una delle quattro Tigri asiatiche. Eppu-
re, esiste un ampio divario fra ricchi e
poveri. Tra quest'ultimi, le donne sono
la quota maggiore anche se, pur lavo-
rando a bassissimi salari e con scarso
supporto sociale, hanno fatto aumenta-
re il reddito pro capite ad un miliardo e
duecentomila persone negli ultimi 10
anni. In Cina, nonostante l'aumento
esponenziale del Pil, il fenomeno degli
aborti selettivi e degli infanticidi femmi-
nili, determinati dalla politica del figlio
unico, non è in diminuzione.
Come afferma James Wolfensohn, ex
presidente della Banca mondiale, "inco-
raggiare, ad esempio, l'istruzione delle
ragazze in questi paesi avrà un effetto
catalizzatore in tutti i campi dello svi-
luppo: favorirà il calo della mortalità
infantile e materna, l'aumento della ri-
uscita scolastica per entrambi i sessi,
l'incremento della produttività, il pro-
gresso nel rispetto dell'ambiente ecc.
Tutti questi miglioramenti si tradurran-
no in una crescita economica più rapi-
da e in una più ampia ripartizione dei
frutti della crescita".
noidonne maggio 2008 31
“L'inoppugnabile soluzione finale, per molte,
inizia già prima di nascere”