Numero 4 del 2008
UDI: 50E50, donne e rappresentanze
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che si presentano come tante siepi di ca-
melie. Lì incontriamo le raccoglitrici:
donne indigene di bassa statura, con le
solite ceste sul capo, le loro piccole ma-
ni scelgono le foglie pronte per il thè. E'
un lavoro che richiede attenzione e abi-
lità. Ecco improvvisamente una scuola:
bambine e bambini giocano ed in lonta-
nanza udiamo un'allegra musica, pro-
viene da un villaggio. Mentre ci avvici-
niamo gruppi di ragazze ben vestite e
sorridenti ci vengono incontro: si sta fe-
steggiando un matrimonio e tutto il pae-
se è in festa. Ecco gli sposi agghindati
con ghirlande di fiori ed altri ornamenti
e tantissimi bambini rumorosi che si
rincorrono. Siamo di nuovo su un treno.
La meta è la località dell'estremo sud
Rameswaram. I nostri compagni di
viaggio sono una giovane coppia con
due bambini uno di tre anni ed uno di
cinque mesi. Ci prepariamo ad affronta-
re la notte. Un lungo foulard viene adi-
bito ad amaca per accogliere il bambi-
no piccolo mentre l'altro è sistemato nel-
la cuccetta con la mamma ed il papà si
corica sul pavimento. Nel frattempo
tengo in braccio il piccolino:
èun amore, ha la carnagione
scura, senza capelli e con i rossi
segni sacri sulla fronte. Mentre
lo coccolo i miei pantaloni si
bagnano di pipì. Ridiamo tutti.
Da quanto tempo non sento la
pipì calda di un bambino? Non
lo ricordo. Qui i pannolini costano mol-
to, vengono venduti in confezioni ridot-
te di dieci pezzi e normalmente ai bam-
bini viene legato un leggero straccetto
che quanto è bagnato basta metterlo al
sole per pochi minuti per essere riutiliz-
zato. Durante le diciotto ore di treno lo
stracceto è spesso legato alle sbarre del
finestrino ad asciugare. Il treno corre
nella notte indiana fra continui fischi e
soste obbligate causa il binario unico.
Pur con la carrozza piena di bambini la
notte è silenziosa, non si odono pianti.
E' stupefacente come le donne allevano i
bambini con nulla. Non ho mai visto un
passeggino neppure nelle grandi città, le
mamme tengono sempre i bambini più
piccoli in braccio o legati sulla schiena.
La cosa che continua a stupirmi è che
queste donne avvolte nella sari, spesso
di seta o di organza, abbastanza com-
plicata da indossare, impastano con le
mani riso e salsine, imboccano bambini,
non usano posate, eppure nonostante
ciò sono sempre impeccabili anche
quando trasportano i mattoni sul capo
nei cantieri edili. Dal vetro dei finestrini
passano volti di donne che sorridono da
enormi manifesti. Sono le candidate al-
le imminenti elezioni dello stato del Ke-
rala. Poi un susseguirsi di bandiere ros-
se sbiadite dal sole e i simboli della fal-
ce e martello. Ma dove siamo? I nostri
compagni di viaggio ridono e ci spiega-
no che il Kerala ha una radicata tradi-
zione di sinistra e che sono oramai cin-
quanta anni che la popolazione sceglie
governi con coalizioni comuniste a se-
guito di libere elezioni.
Ci dicono pure che questo stato è
considerato il più avanzato dell'India
per gli interventi in campo sociale, per
buona scolarità, discreta assistenza sa-
nitaria e reddito procapite fra i più alti
del paese. Che meraviglia ! Il nostro
viaggio è ormai al termine. In questo
luogo in cui convivono templi induisti
con moschee e chiese cattoliche, trovia-
mo venditori di immagini sacre: da Ge-
sù Cristo a Schiva e Parvati, dalla Ma-
donna al Budda. E' la scoperta di una
popolazione con un alto senso della tol-
leranza religiosa, le diversità si mesco-
lano e nel loro insieme danno vita ad un
grande popolo. Alla base di tutto ciò è
la laicità dello Stato Indiano che ha
consentito di far convivere - nonostante
grandi difficoltà - le differenze e di con-
siderarle un grande punto di forza per
tenere unita la nazione. E' qualcosa su
cui noi occidentali abbiamo molto da
imparare.
noidonne aprile 2008 31
donne sempre impeccabili avvolte nelle sari colorate e
complicate da indossare, anche se impastano con le
mani riso e salsine, imboccano bambini o trasportano
i mattoni sul capo nei cantieri edili