Numero 2 del 2008
Politiche scomode
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e il prezzo è davvero alto: per 1 litro,
dal valore di mercato di 50 euro, occor-
re spremere 30 chili di armelline, per 20
ore di lavoro. La lavorazione è preva-
lentemente manuale e riservata alle
donne. Non si usano più i semi ingeriti
dalle capre, che compromettono la qua-
lità del prodotto. Un agente fornisce le
bacche alle aziende perché gli usi vieta-
no alle donne di recarsi al mercato. Ho
assistito al procedimento visitando i lo-
cali. Stride il contrasto tra l'umile con-
dizione delle lavoratrici e la ricca espo-
sizione allestita per i turisti. Riecheggia
il battito dei sassi per l'apertura dei gu-
sci. Alcune donne sono chine sulle ceste
a selezionare e sbucciare le armelline. Le
più esperte eseguono la spremitura con
la macina in pietra, pressando i semi
torrefatti e raffreddati, secondo il meto-
do casalingo. Il liquido è filtrato e addi-
zionato di azoto per evitare l'ossidazio-
ne e conservarlo 24 mesi. Infine è im-
bottigliato e certificato come olio natu-
rale al 100%. I derivati sono preparati
secondo l'antico ricettario, migliorato
dalle conoscenze scientifiche. Una linea
cosmetica ruba alle belle del deserto an-
tichi segreti per difendere pelle e
capelli da vento, aridità e invec-
chiamento.
Con fondi internazionali sono
stati acquisiti macchinari da la-
voro, la cui fabbricazione è com-
missionata a paesi poveri dell'A-
frica centrale. Scarti e residui so-
no acquistati da grossisti che li ri-
vendono come cibo per gli anima-
li.
La cooperativa incoraggia le
attività femminili in un contesto
in evoluzione. Dal 2004 il nuovo
codice della famiglia esige la parità di
genere, ha esteso alle donne il diritto di
proprietà, di divorziare, allevare e ave-
re la custodia dei figli, ma resistono
consuetudini discriminanti, come chie-
dere al marito il consenso per lavorare.
Molte giovani lasciano le famiglie ed
emigrano per studiare, scegliere di spo-
sarsi e lavorare.
L'organizzazione offre forme di soste-
gno e conciliazione lavoro-famiglia, con
la collaborazione di go-
verno ed enti locali. La
quota sociale si può
versare in denaro o in
natura, per favorire le
più svantaggiate. La
maggior parte delle so-
cie proviene da zone re-
mote. Molte sono no-
madi e sole, soprattutto
vedove e divorziate. Le
sposate possono lavora-
re a casa se il marito lo
richiede. Tutte parteci-
pano a corsi di alfabe-
tizzazione, integrazio-
ne, formazione e aggior-
namento professionale. Percepiscono
una paga mensile e partecipano agli
utili per il 10% del profitto. Un libretto
di risparmio in cui versano regolarmen-
te importi minimi le abitua alla gestione
del denaro, integra il reddito familiare e
favorisce l'indipendenza economica.
Durante il lavoro affidano i figli all'asi-
lo comunale.
I benefici si trasmettono dalle donne
alle famiglie, alla comunità, al mercato,
alle tavole dei buongustai. Si innesca
così un processo di emancipazione che
aiuta a preservare un patrimonio natu-
ralistico di elevato valore identitario,
perchè riscopre la cultura berbera,
emarginata e disprezzata per secoli,
dall'occupazione romana al dominio
arabo, dalle contese internazionali al
protettorato francese. Oggi oltre il 60%
dei marocchini riconosce le proprie ra-
dici nel popolo berbero, la cui lingua
sarà insegnata in tutte le scuole pubbli-
che entro un decennio.
Foto di Maria Elisa Di Pietro
noidonne febbraio 2008 31
grazie a questa specie in estinzione da cui si ricava un
prezioso olio, la cooperativa agricola lavora secondo la
tradizione berbera. Centinaia di donne hanno una
speranza di emancipazione e di riscatto economico