Numero 10 del 2009
RU 486: la pillola ideologica
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sonale. Non sappiamo
se è stato Ramzan stes-
so a dare l'ordine di uc-
cidere Natalya o se
qualcuno dei suoi lo ha
fatto per compiacere le
autorità. E il presidente
Medvedev sembra sod-
disfatto di avere un as-
sassino a capo di una
delle repubbliche russe.
Quando Natasha di-
chiarò che le giovani in
Cecenia erano costrette
a indossare il velo in
pubblico, fu invitata
ad un colloquio priva-
to con Kadyrov. Natal-
ya disse poi di essere
stata minacciata da Ramzan: 'Le mie
mani sono già coperte di sangue. E non
me ne vergogno. Ho ammazzato e am-
mazzerò i cattivi. Noi combattiamo i
nemici della nostra repubblica'. Sappia-
mo che le ultime notizie fornite da Na-
talya su nuovi rapimenti, esecuzioni
senza processo, fucilazioni pubbliche di
alcune persone in un villaggio ceceno
hanno causato una forte irritazione
presso le autorità cecene".
Natasha non si stancava di dire che
benché i problemi in Cecenia non fosse-
ro sempre sotto gli occhi dell'opinione
pubblica internazionale, soprattutto
dopo la fine del secondo conflitto, que-
sto non voleva dire che erano stati risol-
ti: "Abbiamo un sacco di problemi in
questo momento. Molti giovani ceceni
sono in carcere in Russia in condizioni
difficili. Alcuni di loro sono stati impri-
gionati per nulla, per reati commessi da
altri o che non hanno niente a che vede-
re con il conflitto. Questi casi penali de-
vono essere riesaminati. E questo è un
lavoro che deve essere fatto dagli avvo-
cati della difesa, e deve essere ben pa-
gato. Anche per questo ho accettato il
premio 'Anna Politkovskaya 2007', per-
ché era prevista la donazione di una
somma di denaro che io utilizzerò per
pagare gli avvocati". Natalya diceva
sempre che uno dei suoi obiettivi era
quello di risolvere almeno uno dei casi
di persone scomparse nel nulla: "Ci so-
no situazioni in cui i parenti stessi han-
no svolto le indagini sulla scomparsa di
figli, fratelli o mariti.
Essi hanno raccolto un
sacco di informazioni,
persino i nomi, ma per
qualche strano motivo
il pubblico ministero
non fa nulla. Tuttavia,
queste sono indagini
che solo un avvocato
deve svolgere e fare in
modo che i pubblici
ministeri ne risponda-
no secondo la legge".
"In Russia - diceva Na-
tasha - non è stato fat-
to nulla per risolvere i
molti casi di violazio-
ne dei diritti umani do-
cumentati dal Centro
Memorial. Ecco perché le vittime e gli
attivisti di questo Centro hanno deciso
di rivolgersi alla Corte europea dei di-
ritti dell'uomo di Strasburgo". In più di
100 sentenze, la Corte europea dei dirit-
ti dell'uomo ha giudicato la Russia re-
sponsabile di gravi violazioni dei diritti
umani in Cecenia. Per questo, l'Human
Rights Watch ha invitato il governo rus-
so a garantire che siano presi subito
provvedimenti efficaci per questi casi.
La piena attuazione delle sentenze della
Corte europea è uno dei modi migliori
per porre fine alle impunità in Cecenia,
aveva sostenuto Tanya Lokshina, vice
direttore dell'Ufficio russo dell'Human
Rights Watch.
L'omicidio della Estemirova ha susci-
tato l'indignazione internazionale. Mol-
te le voci che si sono sollevate per chie-
dere alle autorità russe che sia fatta giu-
stizia nei confronti di coloro che hanno
ucciso Natalya e di quelli che ne hanno
ordinato il suo assassinio, e per chiede-
re, altresì, di fare giustizia anche nei
confronti degli assassini di Anna Polit-
kovskaya, per il cui omicidio, a tre anni
di distanza, giustizia non è stata fatta.
Più di 100 personalità della cultura, po-
litica e dei media da tutto il mondo
hanno firmato l'appello "Vogliamo giu-
stizia per Natasha". Irene Khan, segreta-
ria generale di Amnesty International
ha pubblicamente detto che l'uccisione
di Natalya è una conseguenza della per-
durante impunità permessa dalle auto-
rità russe e cecene: "Violazioni dei dirit-
ti umani in Russia e in particolare nel
Caucaso del Nord non possono più es-
sere ignorate.
Coloro che si battono per i diritti
umani hanno bisogno di protezione. La
tragedia dell'omicidio di Natalya è un
crimine su cui le autorità devono espri-
mere piena condanna e compiere ogni
sforzo per portare dinanzi alla giustizia
i responsabili. Questo è un ulteriore ten-
tativo di imbavagliare la società civile
in Russia e mette in luce l'instabilità nel-
la regione"
(prima parte)
una lunga scia di delitti è la prova delle violazioni dei
diritti umani in Russia e in particolare nel Caucaso del
Nord. La condanna della comunità internazionale
e la richiesta di fare luce e giustizia
Scheda bibliografica
Natalya Estemirova è nata nel 1958. Dopo la laurea ottenuta alla facoltà di storia
dell'Università di Grozny ha lavorato come insegnante nella capitale cecena fino al 1998. Da
allora ha iniziato ad occuparsi attivamente delle violazioni dei diritti umani avvenute sul ter-
ritorio della Cecenia e del sistema carcerario della regione, lavorando ad una serie di tra-
smissioni televisive sul tema. Nell'ottobre 1999 è tornata in Cecenia con Svetlana
Gannuskhina, membro del direttivo di Memorial, dopo aver lasciato la figlia da parenti a
Ekaterinburg, lontano dal conflitto. Dal marzo del 2000 è diventata collaboratrice stabile di
Memorial, il principale centro per la difesa dei diritti umani in Russia. Nel novembre 2007
l'Human Rights Watch ha conferito a Natasha la nomina di "alto difensore dei diritti umani".
Nella fase più intensa della seconda guerra cecena ha raccolto fotografie e testimonianze in
luoghi dove sono avvenuti bombardamenti, stragi e crimini di guerra, correndo degli enormi
rischi personali. Negli anni seguenti ha continuato a lavorare assiduamente nella regione,
contribuendo a raccogliere informazioni indispensabili da inviare alla Corte europea per i
diritti umani di Strasburgo per casi relativi a violazioni avvenute in Cecenia. Natalya
Estemirova forniva informazioni a giornalisti e lei stessa scriveva per il bollettino informati-
vo di Memorial. Aveva collaborato a lungo con Anna Politkovskaya, procurandole informa-
zioni ed aiutandola come interprete nei contatti con chi parlava solo ceceno.