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Numero 1 del 2009

Verso un nuovo mondo?


Foto: Verso un nuovo mondo?
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Testi pagina 31

noidonne gennaio 2009 31
ritto fondamentale". Viene ribadita la ferma contrarietà
al turn over e l'istituzione di un contratto unico di lavo-
ro subordinato una volta terminato il dottorato, di dura-
ta non inferiore ai due anni che dovrebbe andare a so-
stituire l'attuale caos di contratti precari.
L'Onda sottolinea poi la questione di genere che nella
ricerca e nel mondo universitario ha le stesse caratteri-
stiche che generalmente ritroviamo nel mondo del lavo-
ro: "da una parte la progressione dei carriera delle don-
ne è fortemente filtrata ai livelli più bassi, dall'altra le
donne subiscono il perenne ricatto biologico, aggravato
dalla precarietà, per
cui la maternità di-
venta la via di
espulsione dal mon-
do della ricerca.
Tutti i documenti
prodotti dall'Onda
sono consultabili
alla pagina:
http://ateneinrivolta.org/
regalati alle imprese private, al piano salva-banche.
La retorica degli sprechi e del contenimento del de-
bito pubblico, abbondantemente utilizzata dal go-
verno nel tentativo di giustificare i tagli mortali
contenuti nella legge 133, rivela qui infatti la sua
natura puramente ideologica."
Nel workshop su Ricerca, formazione e lavoro in-
sieme alle critiche alla riforma Gelmini è emerso
anche il giudizio negativo e le responsabilità nei
confronti di chi "l'università ha gestito con meccani-
smi corporativi e clientelari, di chi soffoca la ricerca
per mezzo di un'opprimente gerarchizzazione, di
chi ha costruito un sistema fondato sullo sfrutta-
mento generalizzato del lavoro precario, di chi ha
oramai accettato l'idea di un drastico restringimen-
to dell'accesso a un'istruzione pubblica di qualità."
Partendo dal principio centrale che l'indipendenza e
l'autonomia dell'Università sono fondativi e che "il
sapere è un bene pubblico, una produzione collet-
tiva e per questa ragione non appropriabile" l'Onda
rivendica lo sviluppo di forme non commerciali del-
la tutela del sapere e il sostegno all'editoria scienti-
fica open source ed una stretta sinergia tra ricerca
e didattica. Altro cardine è la creazione di un nuo-
vo concetto di valutazione che coinvolga docenti ri-
cercatori e dottorandi e che "non deve essere lega-
to al contenimento del bilancio, alla produzione di
brevetti o al semplice numero delle pubblicazioni.
Pensiamo che la valutazione debba essere intesa
anche come rendicontazione sociale delle attività
degli atenei e del sistema nel suo complesso, che
non possa prescindere dai contesti territoriali in cui
le università sono inserite". Ampio spazio è poi de-
dicato al lavoro di ricerca e ai lavoratori della ricer-
ca, ricercatori e dottorandi, cui deve corrispondere
"un salario adeguato e i diritti stabiliti dallo statuto
dei lavoratori. La moltitudine di tirocini, stage e
praticantati tutti rigorosamente non retribuiti non
sono più tollerabili, così come la dilagante attività
didattica a titolo gratuito. Ogni prestazione deve
essere contrattualizzata al più come forma di lavo-
ro subordinato a tempo determinato e in tal caso
deve essere garantita la continuità del reddito, di-
Non saranno i nostri corpi nè
i nostri desideri a pagare la crisi!
Alla manifestazione nazionale del 14 novembre le studentesse
del collettivo della Sapienza avevano attaccato sulle magliette
un adesivo per lanciare ed appoggiare la grande manifestazio-
ne contro la violenza maschile sulle donne del 22 novembre.
Le ragazze dell'Onda hanno così saldato il loro impegno
come donne dentro il grande movimento di autoriforma della
scuola. Al centro del loro agire l'analisi politica di ciò che
avviene ma anche "nuove pratiche di movimento che aprano
spazi per tutte e tutti". Dove il riferimento alle 'pratiche'
documenta un legame di continuità con lo storico movimento
delle donne. L'analisi politica e sociale del collettivo, invece, è
tutta incentrata sul nostro presente: "L'onda anomala vede il
protagonismo delle donne nel movimento. Sono state le
donne ad accendere la protesta: sono state le maestre e le
mamme che hanno contestato il decreto Gelmini non solo
per tagli consistenti ai posti di lavoro, ma anche per quelli alle
ore di scuola. Con la riduzione del tempo- scuola da 40 a 24
ore, l'attacco al progetto educativo diviene complessivo. Il
tempo pieno, infatti, rappresenta un modello educativo in cui
la madre da un lato non è l'unica referente della formazione e
della educazione affettiva, e dall'altro permette l'espressione
di un'autonomia attraverso la liberazione di tempi di vita". E
la critica all'Università e al mondo del sapere si fa aspra a par-
tire dalla constatazione che il mondo accademico e la didatti-
ca ufficiale sono completamente chiusi alle questioni di gene-
re come è documentato dall'assenza di dibattiti e studi sul
tema: "non crediamo che il sapere sia neutro, non crediamo
alla parità tra i generi quando proprio nell'università è eviden-
te come nella gerarchia di potere le donne non arrivino quasi
mai ai vertici della piramide, basta vedere il numero bassissi-
mo di docenti ordinarie". N.A.
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