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Numero 6 del 2012

Un fiore per Melissa


Foto: Un fiore per Melissa
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affrontare”. Tra le vittime innocenti anche i bambini, se—
gnati da ferite ineliminabili: “In questo contesto è come
se le donne cercassero di non vedere il proprio dolore, di
metterlo da parte per assorbire quello di mariti, parenti,
figli. Ma tutte, senza distinzione, alle fe-
rite fisiche devono aggiungere quelle
psicologiche, lo stress post—traumatico la—
sciato dai bombardamenti”. È questo che
racconta il ritratto di Jamila, la donna dal
volto coperto fermata nella foto che ha
Vinto il premio. Seduta in un angolo spo-
glio della sua casa, poggiata al bastone che
l’aiuta, è l’inclinazione leggera del corpo
a rivelarne il dolore. È stata colpita alle
gambe dalle schegge di un missile durante
i raid: ha rifiutato l’amputazione, ma da
allora ha perduto la propria autonomia.
“E anche la sua identità di donna araba:
da questo deriva la sua sofferenza. È come
se si sentisse una donna a metà, perché
non è più in grado di prendersi cura de-





gli altri, costretta ad accettare che siano gli altri a curar—
si di lei”. Il lavoro sulla Striscia di Gaza è solo un capi-
tolo del progetto di lungo periodo raccolto in “Afterdark”,
che ha portato Ghizzoni a Viaggiare per il mondo, in Me—
dioriente e Nord Africa, toccando anche il Western Sa-
hara e i campi profughi dell’Algeria del Sud, tra altre don-
ne dimenticate dalle cronache e segnate dai conflitti, come
le sahrawi. Una passione per il reportage sociale e per la
fotografia documentaristica che ha caratterizzato il suo la-
voro di sin dal debutto e che ha Visto decollare il suo ta—
lento con un viaggio a Sarajevo 10 anni dopo la fine del-
la guerra. “Mi sono appassionata di storia della fotogra-

fia sin dall’università, ma ho capito presto che il repor—
tage sociale era ciò che mi avvicinava a questo lavoro e a
quello che desideravo fare”. Inizia così, nel 2007, uno stu-
dio lungo quattro anni sui disturbi alimentari, che la por—



ta a vincere il suo primo Word Press Pho-
to (3° premio 2008 della categoria Ri-
tratti) con uno scatto che racconta il male
interiore di Chiara, la giovane ritratta nel
fumo di una sigaretta. “Volevo raccontare
l’anoressia dal suo interno, da un punto
di Vista che non fosse legato all’aspetto
esteriore del corpo, ma all’anima”. Per-
ché il disturbo alimentare è sempre legato
a un trauma subito e “volevo sfatare il
mito dell’anoressica che cerca la bellez-
za, o una forma di perfezione fisica. Le
donne che soffrono di questo male vo-
gliono piuttosto sparire, farsi tanto pic-
cole da non essere più viste, lanciando in-
sieme un grido d’aiuto”. Per questo mo-
tivo, sono le dita di una mano troppo ma-
gre a suggerire il problema, e la foto non indugia su cor-
pi scheletrici o volti segnati: “Non volevo gettare in pa-
sto all’osservatore una tragedia, ho cercato di racconta-
re gli effetti che la malattia ha sull’anima”. Originaria di
Reggio Emilia, dove è nata nel 1977, Simona Ghizzoni è
una fotografa dell’agenzia Contrasto e ormai dal 2005 il
suo lavoro di ricerca è dedicato alle donne, e agli effetti
che i conflitti hanno su di loro.

Le due foto hanno vinto il word press
nel 2008 e 2012

noidonne | giugno | 2012

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