Numero 4 del 2012
Obiettori. Di coscienza?
Testi pagina 31
Dagli stupri di massa
alla rinascita collettiva.
Un cammino al femminile
di Nicoletta Varani *
Dopo il genocidio del 1994 le donne hanno fatto della solidarietà un
elemento cardine della loro pratica politica. Oggi sono più della metÃ
in Parlamento e guidano importanti ministeri
intesi di un genocidio: un milione di vittime, due mi-
lioni di persone in fuga (che hanno vissuto per anni
nei campi profughi tra grandi sofferenze), trecen—
tomila orfani, almeno mezzo milione di donne vio-
lentate e traumatizzate. Nel 1994 in soli cento giorni il Pae-
se delle mille colline, poco più grande di una regione ita-
liana, è stato raso al suolo, le infrastrutture e migliaia di case
sono state distrutte. Il massacro del Ruanda, definito dal-
le Nazioni Unite come “genocidio dei Tutsi e degli Hutu
moderatiâ€, è il risultato dell’esasperazione e di un’ ideolo-
gia razzista che affonda le radici nel colonialismo, quando
una popolazione che da secoli parlava la stessa lingua e con-
divideva la stessa cultura è stata spinta dai nuovi arrivati a
esasperare le proprie differenze etniche. La comunità in-
ternazionale, pur avendo a disposizione molti indicatori che
lasciavano presagire la strage, non è intervenuta e come noto
anche l’ONU si è dimostrata impotente e inefficace.
Nel memorial di Gisozi, alla periferia della capitale, un pan-
nello ricorda che nel 1994 “le Ruanda était morirâ€.
Fu il genocidio delle comunità , la distruzione totale di un
Paese dove le donne furono le principali vittime. Considerate
“bottino di guerraâ€, a esse venne praticato lo stupro di mas-
sa. Molte furono uccise, altre costrette a partorire un figlio
“non Tutsiâ€. Nei vari rapporti delle Nazioni Unite emerge
che durante il genocidio almeno 250mila ruandesi furono
sistematicamente stuprate. Le violenze, per lo più compiute
da molti uomini in successione, furono spesso accompagnate
da forme di tortura ï¬sica ed eseguite pubblicamente per mol-
tiplicare il terrore e la degradazione. Spesso gli stupri era-
no preludio di morte, ma a volte le vittime non venivano uc-
cise perché l’umiliazione avrebbe colpito non solo la vitti-
ma ma anche le persone a lei più vicine. Ciò incrementò espo-
nenzialmente la diffusione dell’AIDS nel Paese. Durante il
periodo del genocidio, il governo reclutò negli ospedali, tra
i malati di AIDS, veri e propri battaglioni di stupratori con
l’ intento di diffondere sistematicamente la malattia.
Al termine di questo massacro le organizzazioni internazionali
fecero un censimento di massima e l’ONU dichiarò uffi-
cialmente che il 70% della popolazione era di sesso fem-
IL RWANDAIN CIFRE
Superficie 26.338 kmq
11.370.425/431,7 ab/kmq
Popolazione / DensitÃ
Incremento annuo
della popolazione 2,8%
Forma di governo Repubblica
Capitale Kigali
kinyarwanda [uff .],
francese [uff .]
inglese [uff .],
kiswahili
[usato nei centri commerciali]
cattolici 56,5%,
protestanti 26%,
avventisti 11,1%,
musulmani 4,6%,
credenze tradizionali 0,1%,
nessuna 1,7%
Lingua
Religione
ISU
[Indice Sviluppo Umano]
IDG
[Indice Disuguaglianza
di Genere]
0,385
0,638
[rielaborazione; fonte: The World Factbook 2011, wwwiciagov]
noidonne | aprile | 2012 Z9