Numero 6 del 2015
Cibo ribelle - Speciale donne arabe
Testi pagina 31
29Giugno 2015
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I movimenti di rivolta, come nella Tunisia del 2011, hanno ri-messo al centro pulsioni femministe che hanno attraversa-to il “mondo arabo” trasversalmente in passato, sposando, nella fase incandescente della ribellione, la causa politica.
La protesta è stata dunque un’occasione per un nuovo di-
scorso sul femminile che durante i regimi dittatoriali era stato
soffocato. Proprio le donne durante il terremoto politico han-
no avuto la capacità di uscire allo
scoperto in prima fila e non solo le
intellettuali. È chiaro che il “femmi-
nismo” in questi paesi è ancora
nelle mani di una classe borghese
e intellettuale - senza che questo
rappresenti una contraddizione
- perché non c’è stato solo il Ses-
santotto e questo se è arrivato, è
giunto a lambire le classi più col-
te. Oggi c’è un nuovo orizzonte
consolidato dal fatto che, almeno
nel Maghreb, le donne sono me-
diamente più colte degli uomini (il
60% dei laureati è donna) e più aperte. In primo piano è emer-
so il corpo perché il corpo è il nostro front line nel mondo e
perché è quello che chi non appartiene al mondo arabo vede
per primo e l’elemento sul quale si concentra. Attenzione però
a non ridurre il femminile al suo corpo, una tentazione che può
colpire la stessa donna con una facile e pericolosa retorica
dell’autoliberazione com’è accaduto con il movimento delle
femen, una trappola. Infine bisogna far attenzione a non inter-
pretare con i parametri non arabi né coranici e neppure me-
diterranei alcuni segni e comportamenti rischiando un grande
equivoco. Si sta giocando una fase molto delicata che in que-
sto spazio può essere solo accennata di recupero dell’iden-
TUNISIA
MOVIMENTI
E PULSIONI
FEMMINSTE
di Ilaria Guidantoni
Le donne durante iL terremoto poLitico sono
uscite aLLo scoperto. e in prima fiLa non
c’erano soLo Le inteLLettuaLi
tità e dell’appartenenza alla propria cultura che non neces-
sariamente significa adesione religiosa od omologazione nel
senso dell’arabizzazione come per l’Europa del periodo post
bellico lo è stato il parametro degli Stati Uniti. C’è la voglia
proprio dalla parte del corpo di andare all’origine, prima della
šhari’ah e dello stesso Corano per recuperare un elemento
di spiritualità e ad esempio evidenziare con il velo sia un ele-
mento archetipo delle società, il suo uso è documentato per la
prima volta in un documento legale assiro-babilonese del XIII
secolo dove il capo coperto era un segno di rispettabilità per
le donne altolocate. Lo spirito di decoro, il senso di protezio-
ne e la necessità di imporre il pubblico rispetto attraverso dei
segni tangibili è molto radicato nel mondo arabo-musulmano
dove il parametro estetico nel senso etimologico del termine
è rovesciato rispetto a quello europeo, ad esempio. Il cor-
po pubblico è censurato là dove il corpo privato è liberato e
come si legge nel Corano - in perfetta e costante reciprocità
uomo-donna - sia il corpo della donna un vestito per l’uomo e
sia il corpo dell’uomo un vestito per la donna (sura al-baqarat,
dal versetto 187) e in un altro passaggio un corpo da arare.
Insomma il velo è segno di decoro non di castità. Lo stes-
so moucharabieh la finestra grigliata in legno non è come, si
pensa un elemento di clausura per la donna ma di vantaggio
per cui come si legge in un bel racconto di Elias Canetti tratto
da Voci di Marrakesh è la donna che sceglie, guarda, corteg-
gia, schermandosi. Ecco perché
nelle recenti manifestazioni femmi-
nili avvolte nelle bandiere troviamo
giovani alla moda accanto a don-
ne semplici, anziane e velate. La
donna velandosi si svela in una
capacità di movimento autono-
ma, paradossalmente: all’esterno
sottomessa, è colei che decide la
direzione della famiglia in una con-
tiguità tra eros e cibo: ecco perché
un detto tunisino recita che tutte le
donne sono uguali al mercato e in
sala parto e in questa riconoscibi-
lità il corpo diventa strumento di dialogo tra donne completa-
mente diverse per censo, cultura e ambito sociale. E ancora
la maternità è osannata dal Corano e tutelata anche nella ve-
dovanza e nel divorzio e perfino l’allattamento dove il rigore
chiesto alle donne non è punitivo ma protettivo come nella
sura LXV al-talaqi, del divorzio appunto. b
Ilaria Guidantoni.
giornalista, scrittrice, esperta in cultura, lingua araba,
politiche di genere e donne musulmane.
vive tra l’italia e la tunisia. convegnista nei paesi del maghreb.,
ha ricevuto numerosi premi in marocco, tunisia e algeria.
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