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Numero 11 del 2008

L'inverno dei diritti


Foto: L'inverno dei diritti
PAGINA 30

Testi pagina 30

Esperta in gestione delle acque e ge-stione ambientale, Rossella Monti ha
lavorato per enti pubblici e privati negli
Stati Uniti, in Russia, Israele e in Italia.
Ha scritto numerose pubblicazioni e ha
lavorato, fra l'altro, come agente Scien-
tifico presso il Centro Comune di Ricer-
ca della Commissione Europea, unità si-
curezza nucleare. È attualmente Diretto-
re di Hydroaid.
L'ONU ha dichiarato il 2008 "Year of
Sanitation" ("Anno internazionale
sulle condizioni igienico-sanitarie);
quali sono le cause delle emergenze?
È molto difficile dare risposte specifi-
che e risolutive a questa domanda. Il
problema dell'acqua è drammatico sia
in termini volumetrici sia qualitativi.
Quando si parla di scarsità s'intende
generalmente pochezza di volumi d'ac-
qua disponibili. Spesso ci si dimentica
che quella poca acqua non ha le carat-
teristiche per essere bevuta o addirittura
per essere usata in agricoltura. A condi-
zioni climatiche avverse si sovrappon-
gono infatti gravi fenomeni di inquina-
mento che interessano sempre più i pae-
si in via di sviluppo. La criticità della si-
tuazione è altresì determinata dal fatto-
re demografico ed in specie dal fenome-
no dell'inurbamento in megalopoli.
Un esempio: la fascia monsonica
verso est ed il Medioriente, aree che pre-
sentano zone ad altissima concentrazio-
ne di popolazione e condizioni meteo
climatiche avverse.
Il fenomeno dell'inurbamento nei
paesi in via di sviluppo vede la raccol-
ta in tempi rapidissimi di molte persone
in aree non dotate di adeguate infra-
strutture quali: i sistemi di collettamen-
to, le reti acquedottistiche, gli impianti
di trattamento etc. Gli scarichi fognari
spesso sono a cielo aperto, in strada,
con le conseguenze igienico sanitarie
che si possono immaginare.
Poi c'è il problema dei rifiuti solidi,
che rappresentano uno degli effetti ne-
gativi della globalizzazione nei paesi in
via di sviluppo. Per quanto appaia in-
verosimile si assiste anche nei paesi più
poveri dell'Africa a fenomeni di consu-
mismo determinando, a seguito dello
stoccaggio dei rifiuti in aree non ade-
guate, conseguenze gravi di inquina-
mento del suolo e delle acque. Da qui
gli effetti diretti sull'igiene delle persone
e sulla sicurezza idrica ed alimentare.
Un'altra causa grave è rappresentata
dallo sviluppo accelerato dei processi
industriali, troppo spesso repentini e le-
gati a fattori esclusivamente economici,
non consentendo l'adozione politica di
sistemi di tutela dell'ambiente, come ad
esempio sta avvenendo in Cina.
Quali le soluzioni possibili dal punto
di vista tecnico?
Per quanto riguarda le soluzioni, si-
curamente si tratta di agire in termini
educativi a diversi livelli. In primo luo-
go, responsabilizzare i gestori locali nel-
la tutela della cittadinanza e della sua
salute, tenendo conto che il valore della
vita non è percepito nello stesso modo
in tutto il mondo. In secondo luogo, ar-
rivare ai cittadini, che devono adottare
criteri igienici adeguati. A questo pro-
posito è interessante citare il manuale
distribuito in Brasile dal Ministero delle
Città destinato alle tribù dell'Amazzo-
nia, in cui viene spiegato in termini sem-
plificati come realizzare dei bagni a uso
personale o familiare e come mantenere
i sistemi per non diffondere malattie. Si
tenga conto che il Brasile è un paese con
una forte stratificazione sociale e moda-
lità di vita molto differenti tra loro. Il
governo Lula ha investito 191 miliardi
novembre 2008 noidonne30
Intervista a Rossella Monti
Acqua, risorsa comune
Elena Ribet
Gestione delle Risorse Idriche
e dei Servizi Idrici
Questo il titolo del Programma di Formazione Post Laurea della Scuola
Internazionale Hydroaid, rivolto a tecnici e managers di enti gestori delle
risorse idriche di paesi emergenti o in via di sviluppo. È presente dal 2001
a Torino presso il Centro Internazionale di Formazione dell'Organizzazione
Internazionale del Lavoro (CIF OIL).
Più di 1/4 degli specializzati sono donne, la cui candidatura è altamen-
te favorita.
L'Ente, a cui partecipano numerosi soggetti istituzionali e non solo, ha
coinvolto in progetti di cooperazione Afghanistan, Albania, Algeria, Ar-
gentina, Armenia, Autorità Palestinese, Bangladesh, Benin, Bolivia, Bosnia
Erzegovina, Brasile, Burkina Faso, Cambogia, Capo Verde, Ciad, Cina, Cu-
ba, Egitto, El Salvador, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Giordania, Grenada,
Guinea Bissau, Iraq, Kenya, Libano, Liberia, Libia, Macedonia, Mali, Maroc-
co, Mauritania, Messico, Montenegro, Mozambico, Nepal, Pakistan, Para-
guay, Rwanda, Sahara Occ., Senegal, Serbia, Siria, Sri Lanka, Sudan, Tunisia,
Vietnam, Uganda.
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