Numero 9 del 2008
Stampa: libertà vigilata
Testi pagina 30
settembre 2008 noidonne30
Ho incontrato Clemence a Modenauna mattina di qualche tempo fa.
La sua presenza pacata e silenziosa ha
riempito d'improvviso la stanza. E' stata
inviata in Italia nell'ambito del progetto
di cooperazione internazionale "Studio
comparativo dell'assistenza offerte alla
donna del paese sviluppato (Italia) e
del paese in via di sviluppo (Camerun)"
condotto dall'UDI di Modena, su pro-
gettazione di Isabella Massamba, in
collaborazione con il Centro Sociale dei
Giovani, struttura del Ministero della
Gioventù della Repubblica del Came-
run. Per tre mesi, fino alla fine di giu-
gno, Clemence è stata ospite in Italia
dell'UDI di Modena per approfondire la
conoscenza delle esperienze e delle pra-
tiche di associazioni femminili modene-
si (Casa delle donne contro la violenza,
Centro documentazione donna, Diffe-
renza Maternità, Gruppo Donna e Giu-
stizia, Donne nel Mondo, la stessa
UDI), delle loro attività e dei servizi ri-
volti alle donne. Clemence Joelle Fonk-
we Fotsing, 30 anni, è madre di famiglia
e ci tiene a sottolineare come questa
condizione abbracci nel suo Paese una
visione ampia della maternità, estesa a
tutti i bimbi e le bimbe. Dopo una lau-
rea triennale in scienze dell'informatica
all'Università di Dschang, centro dell'a-
rea occidentale del Camerun, l'interesse
per i temi sociali la conduce nel 2000
all'Istituto Nazionale per la Gioventù e
lo Sport a Yaoundé, capitale del Came-
run, dove segue un percorso di forma-
zione triennale in scienze psico-sociali e
diventa dirigente della gioventù. Dal
2003 svolge la sua attività presso il
Centro Sociale dei Giovani del Ministe-
ro per la Gioventù a Yaoundé, struttura
pubblica che fornisce servizi di accom-
pagnamento, assistenza e valorizzazio-
ne per i giovani e, in particolare, le gio-
vani donne.
Quali politiche ha attuato il suo Pae-
se per migliorare la condizione della
donna?
Le donne camerunesi sono presenti a
tutti livelli della vita economica, politi-
ca e sociale del nostro Paese. A loro vie-
ne riconosciuto un ruolo di grande re-
sponsabilità all'interno della famiglia,
perciò le politiche di formazione e di
educazione rivolte alle donne sono
orientate verso un modello di valori che
rispecchia doti e qualità femminili: te-
nacia, coerenza, negoziazione, rispetto,
senso della morale materna e della di-
sciplina familiare. Il Governo, attraver-
so il Ministero della Promozione della
Donna e della Famiglia, insiste su poli-
tiche volte a valorizzare il ruolo della
donna camerunese nell'ambito della fa-
miglia e il suo contributo nella costru-
zione dell'identità del nucleo familiare.
Le donne vengono sostenute, attraverso
interventi mirati, in percorsi di tutela e
di rivendicazione dei propri diritti, in un
quadro di rispetto dei valori sociali, cul-
turali e tradizionali del Paese. Con que-
sti interventi si pensa di poter incidere
sulle problematiche più gravi che afflig-
gono il nostro stato: la piaga dei matri-
moni precoci, l'emergenza sociale e sa-
nitaria dell'HIV/AIDS, la povertà. In col-
laborazione con altri Ministeri sono sta-
ti creati i Centri sociali e di reinserimen-
to professionale per le donne, soprattut-
to quelle a bassa scolarizzazione, strut-
ture finalizzate a favorire la loro parte-
cipazione alla vita sociale ed economi-
ca del Paese e a consentire il raggiungi-
mento di nuove opportunità di riscatto.
Qual è il suo ruolo in questo ambito?
Sono dirigente della gioventù presso
il Centro Sociale dei giovani del Mini-
stero della Gioventù e mi occupo di ser-
vizi e iniziative di accompagnamento,
assistenza e inserimento socio-professio-
nale dedicate ai/alle giovani, alle donne
e agli adulti che hanno incontrati diffi-
coltà sociali, culturali o economiche nel
loro percorso di vita. Il Centro promuo-
ve dei percorsi di formazione professio-
nale delle durata di due o tre anni, al-
l'interno dei quali si svolgono attività
culturali, accademiche e progetti di svi-
luppo con l'appoggio di un servizio di
assistenza psicologica.
Quali caratteristiche ha l'utenza?
Ogni anno il nostro Centro segue cir-
ca 500 utenti, di cui il 60% sono donne.
Nell'intero paese sono attive complessi-
vamente circa 50 strutture come la no-
stra. La maggiore parte dei ragazzi e
delle ragazze che frequentano i corsi
hanno completato solo le scuole prima-
rie. Le giovani donne dimostrano di es-
sere le più interessate a migliorare la
propria condizione attraverso i progetti
proposti dal Centro che spaziano negli
ambiti professionali più vari: segreteria
informatica, economia domestica, sar-
toria e moda, che è anche il mio hobby.
Che cosa le piace del suo lavoro?
L'attività a favore dei giovani, e più
ancora, delle giovani donne rappresen-
ta per me ben più di un lavoro. E' una
passione, una missione che condivido
con mio marito. Il suo appoggio in que-
sti anni è risultato fondamentale. Lui è
Camerun - Italia
L’export delle buone pratiche
Daniela Ricci