Numero 3 del 2008
Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
Testi pagina 30
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"Quando ho presieduto l'udienza solenne della Corte
costituzionale, il 14 dicembre 2005, prima di dare inizio ai
lavori ho detto 'Non vi sfuggirà che per la prima volta dal
1956 una donna siede sullo scranno più alto della Corte.
Sono dovuti passare 50 anni; non fatene passare altri 50
per farne tornare un'altra". Con questa frase Fernanda
Contri, Giudice costituzionale dal 1996 al 2005, ha rac-
chiuso il suo impegno come donna nelle istituzioni e, in
particolare, alla Corte costituzionale. La sua esperienza
professionale e la sua presenza nell'alto organo preposto
alla verifica sulla legittimità degli atti dello Stato e delle
Regioni e alle controversie sui conflitti di attribuzione tra i
poteri dello Stato e su quelli tra lo Stato e le Regioni (art.
134) ci aiutano a comprendere l'importanza e il valore della
Carta costituzionale.
Quale è la sua opinione sul radicamento della nostra
Costituzione nella vita della Repubblica. E' secondo lei
un elemento vissuto, ha creato un elemento di appar-
tenenza o le sue radici sono deboli nel nostro paese?
Credo che la Costituzione abbia sicuramente avuto e con-
tinua ad avere delle radici forti. Ci sono sicuramente tutta
una serie di motivazioni storiche, radicate nella Resistenza
e nell'antifascismo, che erano molto presenti e sentite dagli
italiani che hanno dovuto scrivere il patto sociale. Si pensi
a tutti i valori che erano stati calpestati durante il fascismo
e che sono stati ripresi nei primi 12 articoli della nostra
Carta Costituzionale, nei principi fondamentali. E' però
vero che non si è fatto abbastanza, o diciamo molto poco,
per mettere in evidenza, proteggere e tutelare questi valo-
ri; questo è molto chiaro quando si parla con le
generazioni più giovani delle quali si percepisce
anche un bisogno di conoscenza e di compren-
sione più profonda dei principi che hanno ispi-
rato la nostra Carta e la vita della nostra
Repubblica.
Spesso si critica la Costituzione accusando-
la di essere sorpassata. Ma è proprio così?
No, proprio no. Io non l'avrei toccata mai,
neanche il Titolo V. Non è antica, deve essere
capita, deve essere letta, deve essere interpreta-
ta. Tra l'altro, se chi usa questi argomenti e poi
legifera sulla base di queste affermazioni,
andasse a rileggersi la Carta Costituzionale come
si legge un breviario laico, così come suggerisce il presi-
dente Carlo Azeglio Ciampi, imparerebbe a parlare e a scri-
vere leggi in modo chiaro: perché è scritta benissimo. Può
essere vero che ci sono forse punti che potrebbero essere
cambiati, soprattutto nella parte che riguarda l'ordinamen-
to, anche se io penso che vada bene così. E anche nel caso
si decida di modificare qualcosa questo deve essere fatto
con l'unanimità o con il massimo possibile dei consensi. E'
già brutto usare una legge contro la parte politica avversa;
usare i principi costituzionali contro l'avversario è una spe-
cie di regicidio perché alla fine ricade su tutti noi in forma
negativa, uccidendo lo Stato, rovinando il suo tessuto con-
nettivo.
Parlando delle radici antifasciste della nostra Carta
costituzionale si ricorda l'esperienza della Resistenza
come la capacità di sacrificare gli interessi personali per
un obiettivo alto e collettivo. Si dice che una nazione
non si può fondare solo sugli egoismi o sulle libertà.
Come giudica queste affermazioni, soprattutto come le
mette in relazione con il momento storico che stiamo
vivendo?
Che cosa è il vivere insieme rispettando la Costituzione?
E' il mettere per ciascuno di noi, il personale in una specie
di cassa comune per il bene collettivo. Questa è una affer-
mazione che, ad esempio, con gli studenti ha una grande
presa perché offre loro la sensazione di poter partecipare,
ciascuno col suo piccolo o grande peculio, per farlo frutta-
re nell'interesse di tutti.
A proposito degli studenti. Come si può comunicare
la Costituzione?
Dalla mia esperienza: in tutti i modi. Siamo riusciti a fare,
con un matematico, una conferenza su 'I numeri e la
Costituzione' e abbiamo dimostrato che i numeri contenu-
ti, le proporzioni, i rapporti, le misure indicati, si tengono
insieme in una armonia matematica e geometrica perfetta.
Il nostro 'breviario laico'
vivere insieme significa mettere il proprio personale
in una specie di cassa comune per il bene collettivo,
per farlo fruttare nell'interesse di tutti
60° COSTITUZIONE, principi