Numero 9 del 2009
Dialoghi impossibili
Testi pagina 30
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Nadia Stepanova è una sciamana si-beriana. È nata in Burjatija, una re-
gione centro-meridionale della Siberia,
situata lungo la costa orientale del Lago
Bajkal. Dopo la rivoluzione russa del
1917, questa regione fu annessa al-
l'Urss. Oggi è una repubblica della Fede-
razione russa. Nel corso della II Guerra
Mondiale, i burjati combatterono a
fianco dell'Armata Rossa. Si raccontano
molte leggende sui soldati burjati pro-
tetti in battaglia dagli sciamani. Nadia
Stepanova, ad esempio, ha raccontato
una di queste storie: "Uno dei miei zii fu
mandato in guerra e un giorno si trovò
nel bel mezzo di un bombardamento. La
battaglia infuriava, tutti morivano, at-
torno a lui c'era una polvere terribile
che oscurava la vista. Ad un certo pun-
to sentì il nitrito di un cavallo e di fron-
te a sé vide un cavaliere celestiale che
gli indicava la via. Ebbe salva la vita.
Presto si diffuse la voce presso l'esercito
russo del 'cavaliere blu', che aveva sal-
vato la vita al soldato della divisione
burjata".
I burjati credono nell'esistenza di un
pantheon sciamanico composto dall'E-
terno Cielo Blu e da 99 Tengri (Divinità)
suddivisi in 44 Orientali malevoli e 55
Occidentali benevoli. Essi venerano,
inoltre, le 13 Divinità Settentrionali del-
la Terra, la Madre Terra, i Sacri Spiriti
del Fuoco, gli Spiriti degli antenati e gli
Spiriti locali che proteggono ogni luogo
naturale come i potenti Spiriti delle
montagne e gli Spiriti delle acque pro-
tettori dei fiumi, dei laghi e dei mari. La
tradizione rituale burjata è ricca di ceri-
moniali (Taylagan) compiuti per onora-
re gli Spiriti della natura. I riti sono ef-
fettuati in precisi momenti dell'anno; ad
esempio, in primavera, in corrisponden-
za della rinascita della vita per richia-
mare il favore degli Dei. Talvolta, du-
rante un Taylagan, gli sciamani prati-
cano un sacrificio rituale di un monto-
ne, una capra o di un altro animale se-
condo il clan e la ragione per cui la ce-
rimonia si sta svolgendo. Oppure, gli
anziani, nel loro ruolo di capo clan, do-
nano allo sciamano officiante latte fer-
mentato di cavalla che viene offerto agli
Dei. In Burjatija ci sono circa 11 tribù
da cui discendono i clan che compon-
gono il popolo burjata. Il clan degli Ab-
zey, di cui fa parte la Stepanova, ap-
partiene alla tribù Echirit. I suoi protet-
tori sono Spiriti che si manifestano come
cavalli celestiali. Nadia Stepanova all'i-
nizio di ogni rituale si rivolge sempre a
queste creature. E così si comporta ogni
sciamano di questa antica terra posta
sulle sponde del 'mare sacro' (il lago
Bajkal). Il nome della Siberia deriva dal
mongolo 'siber'
(terra pura) e dal
tartaro 'sibir' che
significa 'terra
addormentata'.
Un vero e proprio
paese delle mera-
viglie, solcato da
grandi catene
montuose, colline
d'oro e fiumi pos-
senti, caleidosco-
pio di razze, et-
nie, religioni, tra-
dizioni, e luogo
d'origine dello
sciamanesimo. Il
cuore della (pu-
ra) terra addormentata è il lago Bajkal,
comunemente chiamato dai popoli del-
l'area siberiana 'mare' per la sua grande
estensione. Le sue onde increspate, le
sponde sabbiose, l'energia potente che
emana, fanno pensare alla forza impe-
tuosa e sempre in movimento del mare,
piuttosto che alle acque calme ed im-
mobili di un lago. È venerato dalle tribù
siberiane: "Riflettendosi sulla superficie
delle sue acque si può leggere il proprio
destino".
Sin dai primi anni di vita, la Stepa-
nova ha manifestato il dono di 'vedere'
gli Spiriti e gli Dei. Ma solo dagli anni
'80 Nadia Stepanova ha accettato di di-
ventare sciamana. Oggi é una delle fi-
gure femminili più importanti dello scia-
manesimo burjata. Ogni sciamano bur-
jata si considera erede del patrimonio
spirituale dei propri padri, per cui il suo
ruolo, nel rispetto della tradizione, è
quello di onorare gli Spiriti protettori
della Terra, benedicendo i luoghi, i clan
e le famiglie, affinché i figli siano pronti
e degni di abitare la terra dei propri avi.
Ecco perché per la Stepanova praticare
lo sciamanesimo significa riconoscere
gli antenati, che sono le radici spiritua-
li dei popoli. Bisogna riconciliarsi con
loro ed onorarli, poiché intercedono per
noi nel mondo delle Divinità. Fare lo
sciamano vuol dire, inoltre, rendere con-
sapevole l'individuo delle sue potenzia-
lità di guaritore: "Far emergere dal velo
dei secoli il guaritore che c'è in noi, at-
traverso un viaggio interiore, per anda-
re al di là della nostra quotidianità, dei
nostri limiti e delle nostre insicurezze" e,
Siberia
Nel mondo fantastico delle sciamane
Cristina Carpinelli
Nadia Stepanova