Numero 3 del 2015
8 Marzo al tempo delle crisi
Testi pagina 30
28 Marzo 2015
TU
RC
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A
di Emanuela Irace
C’
era da aspettarselo. Dopo aver ritoccato la
Costituzione in senso presidenziale e dopo
aver vinto la prima carica dello Stato il neo-
Presidente Erdogan, a meno di un anno
dall’insediamento, mostra la faccia oscura del regime: ap-
poggio ai terroristi del Daesh e stretta sulle donne. Due
evoluzioni dell’Erdogan pensiero che oltre a fomentare il
conflitto in Medio Oriente aprono la porta a una vera e pro-
pria caccia alle infedeli. Altro che islamismo moderato.
Il settimo partner commerciale dell’Ue - primo tra i pae-
si esportatori in Europa - procede senza ostacoli in una
campagna per la moralizzazione della Turchia che piace
tanto ai combattenti dello Stato Islamico. I terroristi del Da-
esh sembrano rappresentare la posta di una partita che
in Medio Oriente si gioca a forza di lotta alle minoranze e
stabilizzazione di entità geografiche a base etnica. Una
manciata di piccole nazioni accanto alla bandiera nera
del Califfato. Kurdi, yazidi, shiiti, sunniti a fianco di ebrei
e palestinesi. Ciascuno con il proprio Stato, magari se-
gregazionista e rigidamente a base etnica. Uno scenario
geopolitico che annulla il concetto stesso di Stato pluri-
nazionale, che diminuisce la forza dello scacchiere medio
orientale e che piace tanto all’Occidente capitalista, inte-
ressato a fare affari smembrando Stati di cui un tempo era
potenza mandataria. La rielaborazione del neo-coloniali-
smo a matrice liberista utilizza tutti i mezzi a disposizione,
nel silenzio generale e sulla pelle dei popoli. La guerra
che si combatte in Siria è la chiave di volta, già testata in
Iraq, Libia, Egitto ecc. per azzerare Governi scomodi ma
legittimi. E intanto, mentre il Presidente Erdogan studia da
“capo dei sunniti”, in Turchia la posizione delle donne
è in bilico e sempre più condizionata dalla misoginia
degli islamo-conservatori dell’AKP. Solo il 29% lavora.
Mancano le infrastrutture per l’infanzia, accedere a posti
di responsabilità è un miraggio e chi critica il sessismo di
società e governo viene screditato e aggredito sui social
network. Violenze e intimidazioni sono la norma per chi,
come le giornaliste, denunciano lo statu quo. Una vera
e propria caccia alle streghe. Esplosa con l’attacco nel
luglio scorso del richiamo alla probità dei costumi: “Le
donne non possono ridere in pubblico” perché è indecen-
te e disdicevole. Sembra una barzelletta, ma se a dirlo è
Bulent Arinc, vice Primo ministro del partito di Governo, le
cose si complicano e le affermazioni deliranti della politica
trovano terreno permeabile nella società. Con una serie
di pratiche e suggerimenti che vanno dall’incoraggia-
mento ad indossare il velo, al biasimo per scollature
e rossetti considerati troppo audaci, fino al divieto di
vendere alcool vicino alle moschee o nei negozi dopo le
21. Fiore all’occhiello della propaganda politica l’apartheid
dei sessi, tentato a più riprese contro la cosiddetta promi-
scuità tra ragazzi e ragazzi nei bar, o per strada dove si
vorrebbe impedire anche soltanto il prendersi per mano.
“La donna deve essere moglie e madre e il suo ruolo è
all’interno della famiglia”, dichiarazioni che hanno fatto
scoppiare la protesta delle donne laiche abituate a studia-
re e a vivere la religione come fatto privato. Una sola Mi-
nistra (della Famiglia) e 77 deputate su 535. Chiusura
di molti centri anti violenza e marcia verso una società
patriarcale, religiosa, pia e moralmente orientata. Ne-
gli ultimi due anni il neo Presidente Erdogan ha più volte
sottolineato che la natura delicata delle donne impedisce
ERDOGAN
CACCIA
ALLE
INFEDELI
Le donne sono sempre più condizionate daLLa misoginia degLi isLamo-conservatori deLL’aKp
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