Numero 4 del 1952
Noi Donne VII n.4 / Maria Maddalena Rossi racconta Dolores Ibarruri
La copertina dedicata alle protagoniste del Film di Luciano Emmer ”La ragazza di Piazza di Spagna”.
Un artcolo di Maria Maddalena Rossi racconta il gesto molto speciale di Dolores Ibarruri, nota come La Pasionaria, che volle donare a Firmina Marzi,la propria catenina d’oro come riconoscimento per aver raccolte migliaia di firme contro la bomba atomica, e che ancora nel tentativo di sensibilizzare dei generali americani contro la stessa bomba, fermando il loro mezzo, era stata messa sotto la macchina.
Articolo ricco e articolato di Fausata Terni Cialente sul processo alle donne di San Severo, dopo due anni di carcere ingiusto per aver partecipato ad uno sciopero a sostegno della denuncia per la morte di un operaio di Parma essendo state prese nella sede del sindacato e riparatesi a seguito di forti provocazioni fasciste.
La novella “Quando si ama” di O.Henry, la 28° puntata del ”Ritorno sul fiume“ di Lucia Ashley, la prima puntata della “Quinta Strada” di Luciana Peverelli, ”Celestina” è la novella di Silvana Cichi.
L’articolo di Ghita Marchi su “Orrori della società americana”.
La moda che sottolinea nuovi modelli che propongono abiti a giacca .
Anna Maria Ortese inviata a Palermo all’incontro con la delegazione sovietica e racconta l’incredibile successo e le emozioni suscitate dalla presenza dei dirigenti Berezin e Timoviev.
Proseguono i fotogrammi del Film di Jean Paul Le Chanois, alla terza puntata .
Marco Viane recensisce due film sovietici di successo: Un treno va in oriente / Uomini di successo.
Testi pagina 3
La catenina d’oro della Pasionaria
Articolo di Maria Maddalena Rossi
Firmina Marzi, l'operaia tipografa di Roma che nel 1950 raccolse 17.000 firme per l'appello di Stoccolma contro la bomba atomica, che il 26 novembre scorso, durante la seduta del Consiglio Atlantico a Roma volendo costringere un'automobile su cui si trovavano generali americani ad arrestarsi perchè essi potessero ascoltare l'opinione del popolo di Roma sui loro intrighi e forse l'accorata preghiera di tante mamme, l'affrontò e ne fu travolta, giace ancora in un lettino di una lunga malinconica corsia dell'ospedale S. Giovanni per curare le ferite riportate. La guarigione, dopo quasi due mesi, tarda ancora. Firmina si chiede se potrà mai camminare di nuovo come prima, se potrà riprendere a lavorare nella fabbrica, a lottare nelle file dell’Unione Donne Italiane, con tutti i partigiani della Pace. Siamo state a trovarla ieri perchè avevamo per lei un messaggio e un dono che ci erano stati affidati a Berlino durante l'ultima riunione dell'Esecutivo della Federazione Democratica Internazionale Femminile. Il messaggio è di solidarietà di stima, di riconoscenza per il gesto eroico di Firmina da parte delle donne che in tutto il mondo lottano per la Pace, vogliono salvare le loro famiglie, i loro figli dal crudele dramma della guerra: ci fu affidato solennemente dall’alto di una tribuna autorevole perché giungesse non soltanto all’eroina della pace italiana, ma perchè fosse ascoltato da tutti, amici e nemici della pace in tutto il mondo.
Ma il dono ci fu dato invece senza solennità, quasi in segreto, durante una pausa del nostro lavoro. Dolores Ibarruri, la Pasionaria, rimasta per un attimo sola al suo posto, mi chiamò e, chinandosi attraverso la tavola, e con un sorriso timido disse: «Vorrei darti un piccolo ricordo per Firmina Marzi», e chiese a me se volevo incaricarmi di portarglielo. Si tolse dal collo una catenina d'oro, ne staccò il medaglione col ritratto del suo unico figlio morto a Stalingrado, la raccolse nel cavo delia mano e la guardò un attimo, poi quasi per giustificare l’indugio aggiunse che l'aveva portata tutta la sua vita. E me la consegno.
Così ieri la catenina d'oro, semplice e solida come quelle che portano certe mamme anziane d'oggi e che sembrano rievocare tutta la storia della loro vita dal giorno lontano in cui la ricevettero da spose, fu da noi consegnata a Firmina. Il suo letto d'ospedale ero stato per giorni e giorni, anzi per 360 ore, come ci disse Firmina stessa che le aveva contate, piantonato da poliziotti c carabinieri come il letto di un pericoloso delinquente. Firmina ci ha raccontato degli interrogatori, delle minacce subite, torse per farle rivelare chissà quali nomi di «istigatori» e di «complici». Guarda la catenina che la più eroica fra le donne che nel mondo combattono per la pace e per la liberta, che la più dolorosa e la più nobile delle madri, la Pasionaria, ha portato per tanti anni, l’accarezza e ci dice che a spingerla al suo atto fu l'amore per la pace, e che sue «complici» in quest’atto furono le madri di tutto il mondo. Ora Firmina ha un solo desiderio, quello di guarire, di tornare a lottare contro i patti di guerra, e le armi, i generali stranieri, per la pace, accanto a noi, accanto a tutte le donne italiane, alle mamme di tutto il mondo, alle sue «complici». Amiche che da tutta Italia le avete mandato all'ospedale di S. Giovanni di Roma messaggi e telegrammi di solidarietà, sappiate che Firmina non li ha ricevuti, o meglio ne ha ricevuto uno solo: il telegramma delle donne di Volterra. Smarriti? Non consegnati, in sprezzo ad un preciso diritto garantito a tutti i cittadini dalla Costituzione Italiana? È ciò che voi avete il diritto di appurare. Comunque, Firmina sa che non è sola nel suo lettino d'ospedale, che tutte le donne italiane che vogliono sinceramente la pace l’ammirano e le vogliono bene, e sono fiere come lei che Dolores Ibarruri, la grande Pasionaria, conosca i sacrifici, le lotte e la volontà indomabile di pace delle donne italiane; sa che sapranno difendere fino in fondo, fino alla vittoria, la causa della pace.
La settimana
1. BIMBI DI CAVARZERE. ospiti delle famiglie romane, sorridono felici davanti all’obiettivo: le donne dell'U.D.I. di Monte Sacro (Roma) hanno loro offerto molti pacchi-dono e una colazione a base di cioccolato caldo e biscotti. Si distinguono nel fondo, oltre le dirigenti del Circolo L.D.I., la pittrice Linda Puccini e Uberta Visconti, sorella del noto regista (La quarta e la quinta da sinistra)
2. ROSE GUERIN. DEPUTATA FRANCESE, membro della Segreteria della Federazione Nazionale dei Deportati e Internati Partigiani e Patrioti e della Segreteria dell’U.F.F.. deportata nel campo di concentramento di Ravensbruck e citata all'ordine dell’Armata, durante una sua visita alla redazione di «Noi donne», ci ha parlato della lotta che impegna le donne antifasciste francesi contro il riarmo della Germania. Rose Guerin è venuta in Dalia per partecipare al Convegno dei Partigiani all’estero che ha avuto luogo a Siena nei giorni 12-13 gennaio.
3. SHELLEY WINTERS è, negli ambienti cinematografici romani «la donna del giorno». Giunta da poche settimane a Roma, la giovane attrice americana sembra diventerà, quanto prima, la moglie di Vittorio Gassman, il noto attore del teatro italiano. Shelley e Vittorio sono insieme dovunque: si sposeranno negli Stati Uniti appena Gassman sarà sciolto dal suo precedente matrimonio con Nora Ricci.
4. HO UN PESCIOLINO NELLA SCARPA... La trovata d’un calzolaio americano incontrerà probabilmente il favore di più d’una signora snob; pensate all’originalità di passeggiare con un minuscolo acquario sotto il piede, e mostrare alle amiche le prodezze «fantastiche» di un bel pesciolino dorato.