Numero 12 del 2011
Illuminata umanità
Testi pagina 3
GOVERNO
TECNICO- POLITICO
hi ha detto che un governo tecnico non può
essere anche politico? Sicuramente non è un
governo partitico, ma sarebbe bene ricorda-
re che una cosa sono ipartiti una cosa è la po-
litica. Al riguardo vorrei citare una frase del
prof. Monti che mi ha positivamente colpito e che condi-
vido: “operazioni così grandi - riordinare la nostra econo-
mia — richiedono politica, più che tecnicaâ€. Il Presidente Mon—
ti è un tecnico non nuovo alla politica infatti ha ricoperto
incarichi prestigiosi a livello europeo nella Commissione di
Bruxelles, che è di fatto il Governo europeo. In quella sede
ha condotto battaglie molto dure per affermare il governo
dell’economia. E quindi, a tutti gli effetti, un politico se la
politica è — come io credo sia — governo della vita pubblica
e dei suoi conflitti in nome dei cittadini. Che Monti sia un
tecnico-politico lo ricavo da una importante novità : per la
prima volta nella storia della Repubblica ha consultato le
donne attraverso la Consigliera nazionale di Parità , rico-
noscendo il ruolo nazionale di una figura istituzionale san-
cita per legge. (Legge 125/91).Vorrei richiamare le tre ri—
chieste di fondo avanzate dalla dottoressa Servidori a nome
della Rete nazionale delle Consigliere: 1) UN TESTO UNI-
CO SULL’OCCUPAZIONE FEMMINILE, valorizzando
il lavoro parlamentare dal momento che giacciono in Par-
lamento diverse proposte di legge sul tema; 2) UN TESTO
UNICO SULLA SICUREZZA DEL LAVORO; 3) SVI—
LUPPARE NELLA LEGGE DI STAB]LITA’ NORME IN
FAVORE DELLE DONNE, ad esempio sgravi Irap alle im-
prese che assumono.
Sicuramente nel nominare i ministri e le ministre il Prof.
Monti ha tenuto conto di queste considerazioni. La no-
mina di tre donne in dicasteri importanti quali la Giustizia
(è la prima volta di una donna ministro in questo dica-
stero); l’Interno e il Lavoro, politiche sociali e Pari Op-
portunità . Molti commenti sono stati ‘ben tre donne al go—
verno’, altri hanno sottolineato ‘soltanto tre donne mi-
nistro’. Se stiamo all’impegno delle donne, che come ri-
vista abbiamo sostenuto del 50E50 in considerazione del
fatto che le donne rappresentano oltre il 5 0% della p0-
polazione femminile, tre ministre su una compagine di se-
dici ci porta a dire ‘solo’. Ma se guardiamo alla storia del
nostro Paese e ai precedenti governi ‘di partito’, dico: “
bravo Presidente Monti!â€
Per aver la prima donna ministro in Italia dobbiamo risa—
lire al 1978: Tina Anselmi nel Dicastero della Sanità in-
trodusse il servizio sanitario nazionale. Nel 1982 fu la vol-
ta della Falcucci (1982—1986) alla Pubblica Istruzione. Nel
1987 Jervolino è agli Affari Sociali fino al 1991. Nella legi-
slatura 1992-1994 le ministre saranno Jervolino (Pubblica
Istruzione) e Boniver (Turismo e Spettacolo) e successiva—
mente Contri (Affari Sociali) e Garavaglia (Sanità ). Nella le-
gislatura 1994/1996 si torna a una ministra: prima Poli Bor-
tone (Agricoltura) e poi Agnelli (Italiani nel mondo). In tut—
to questo i ministri non erano mai meno di ventidue. Per
arrivare ad un numero superiore alle tre attuali dobbiamo
attendere il primo governo D’Alema, che su trentadue mi—
nisteri affida a Balbo, Bellillo, Bindi, Jervolino, Melandri e
Turco i seguenti dicasteri: Pari opportunità , Affari regionali,
Sanità , Interno, Beni culturali e ambientali, Solidarietà so—
ciale. H primo governo Berlusconi (giugno 2001) ha tre sole
donne su ben trenta ministri. Al suo primo governo Mon-
ti ha ridotto i ministeri (sono soltanto sedici) e ha incaricato
tre donne. Non possiamo che dirle: bravo Presidente! I
Isa Ferraguz‘z'
noidonne | dicembre | 2011 n