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Numero 2 del 1944

Le donne nella rinascita del paese


Foto: Le donne nella rinascita del paese
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Testi pagina 3

X01 DONNI’.

LE DONNE NELLA RINASCITA DEL PAESE

ln questi giorni, con lo sbarco
alleato sulle coste meridionali della
Francia. i: inferto un’altro
colpo duri. simo al nemico clic è
già a sillalo (la tutte le parti, da
Occidente, (la Oriente e da Sud.

Si precisa ormai la fine di tanti
errori, di tante sofferenze. Le donne
sono particolarmente ansioso di ve-
der finito questo incubo ; esse sen-
tono un tale bisogno di quiete, (li
pace. Ma non e ancora giunto que-
sto momento.

Non un istante possiamo dimen-
ticare clic se noi abbiamo la fortuna
di essere già liberi, milioni di ita—
liani stanno ancora sotto al gioco
nemico che _va facendosi sempre
più brutale. E ancora di ieri l'ucci-
sione di quelle donne per opera
di un ceco/lino fascista a Firenze.

Noi donne di quella parte d’Ita—
lia già sottratta all'oppressione ne-
mica, noi che abbiamo rivelato al
mondo e a noi stesse la nostra forza
nella resistenza opposta al nazivfa-
scismo, .plaudiamo al messaggio in-
viato dai partiti politici italiani al
presidente del Consiglio in occasio-
ne del trasferimento di Roma ad
amministrazione italiana, siamo so-
lidali nella guerra che dobbiamo
ancora condurre fino al completo
schiacciamento del nemico, e siamo
d’accordo per l'opera di ricostru-
zione del paese che va iniziata.

Mentre si procede al risanamento

i d' Italia con le commissioni di epu—

razioni, è bene ricordare che ilfa-
scismo si è valso anche di molte
donne nella sua azione. Cosi come
si colpiscono gli uomini respon-
sabili ‘dei delitti del fascismo, vanno
colpite anche le donne, anch’esse
debbono essere eliminate dalla vita
della nazione. Noi che tante ab<
biamo sofferto, lo esigiamo.

Solo distruggendo il fascismo ?no
alle sue radici potremo ricostruire
un’Italia nuova, anche nella coscien-
za dei suoi uomini. Attualmente vi
è ancora tanta miseria, tanta ro-
vina. Ma il nostro governo demo-
cratico, i rappresentanti dei lavo—
ratori, ci guidano saggiamente e
sicuramente sulla via della rina-
scita. Recentemente la C.G.l.L. ha

stato

inviato un memoriale al governo,
difendendo gli interessi delle masse
lavoratrici. Noi abbiamo visto con
interesse porre in questo documen-
to i problemi della disoccupazione,
del carovita, del mercato nero. Que—
sti sono i problemi che sentiamo
con maggior sensibilità noi che
ogni giorni li ritroviamo nel dif-
?cile compito di provvedere ai bi-
sogni della nostra famiglia. A-

vrcnimo voluto però veder porrei
nostri problemi particolare più con-
cretamente. Ma per questo dob—
biamo lar sentire maggiormente la
nostra voce, e dobbiamo partecipa-
re più attivamente alla vita sindacale.

E tanto vasto il campo della
nostra azione. Noi siamo parte viva
della nazione, è bene capirlo chia-
ramente. Uniamoci, tutte insieme,
formeremo una forza potente, por-
teremouncontributo diimmensa por-
tata alla rinascita del nostro paese.





Una madre italiana



Caterina Martinelli

( 10 non l'a/cm) r/ie un
po’ di‘pancper i miei'bam:
bz'nz', non potevo senlirli
piangere. miri e sei insieme.

CATERINA MARTINELIJ.

Queste parole sono scritte sulla lapide
scoperta giorni or sono nella borgata Ti-
burtina, là dove una madre romana a-
veva versato il suo sangue per strappare,



con la lotta, quel pane che l

tedeschi
invasori negavano ai suoi ?gli. Essa ri-
mane a ricordo perenne del contributo
dato dalle donne di Roma alla lotta con-
tro i tedeschi.

Verso la ?ne di aprile la razione gior-
naliera di pane, già tanto scarsa, venne
ridotta a Roma a 100 grammi. La mat-
tina del 21 aprile, un gruppo di donne,
alle quali, per negligenza degli organi
annouari era mancata anche la misera
razione di pane, perchè il forno era ri-
masto senza farina, lasciò che esplodesse

l'ira per tanto tempo repressa, e gridò,
per la via Candia la sua indignazione.

Numerose altre madri di famiglia, che
si aggiravano a quell'ora per le strade
del quartiere Trionfale nell' ansiosa e
vana ricerca di cibo, si univa alle dimo-
stranti. Presto il gruppo divenne una
?umana, che si diresse prima verso la
Delegazione del Governatorato, poi verso
i forni del rione, gridando la propria in-
dignazione ed il proprio odio contro i
tedeschi. L'esempio fu presto seguito in
altri rioni, e manifestazioni per il pane
si moltiplicarono in tutta Roma, metten-
do in serio imbarazzo la polizia nazifa-
scista. Le donne romane andarono più
oltre. Vicino a Ponte Milvio, nella te-
nuta del Principe Aldobrandini, si tro-
vava un deposito di grano dei tedeschi.
La notizia, esasperò le donne affamato,
che non esitarono a dargli l’assalto. Per.
più di un'ora le donne si batterono coi
poliziotti chedifendevano l’ingresso della
tenuta, e non si dispersero nemmeno
quando gli sgherri cominciarono a spara-
re. Solo l'intervento di imponenti forze di
polizia riuscì a farle desiSterr.

Qualche giorno dopo, durante un’altra
manifestazione di donne, cadeva uccisa,
dai colpi di un fucile mitragliatore, Ca-
terina Martinelli, madre di sei bambini,
che consacrava col suo sangue il corag-
gio delle madri e delle donne romane.

Il sacrificio della madre non fu vano.
Esso rafforza la volontà di lotta delle
donne ed i fascisti dovettero cedereLa ra-
zione di pane non venne ridotta. La
Radio di Londra esaltò il coraggio delle
donne romane, che hanno saputo assol.
vere degnamente il loro compito nella
lotta contro i tedeschi ed i fascisti.
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