Numero 1 del 1944
Il nostro compito
Testi pagina 3
N01 DONNE
Le òonne ò’ltailia
Dalle zone libcrate sono già ritornati
dei giovani che hanno combattuto nelle
lilc dei patrioti. l'i, naturalmente, del)-
liono parlarci, raccontarci: le guerriglia
sulle. montagne, i colpi di mano, le lun-
ghe attese e le decisioni improvvise, tutta
la lotta fatta di audacia e di pazienza
che noi abbiamo immaginato attraverso
le notizie, e di cui vogliamo avere dei
particolari dalla viva voce di quelli che
l'hanno vissuta. Una cosa fra le altre
ci colpisce e ci la pensare: la grande
solidarietà che i combattenti hanno tro-
vato nelle popolazioni, nelle donne so-.
prattutto.
Queste stesse donne. specialmente del
Lazio e delle zone montagnose‘dcll'A-
bruzzo, intliilerenti lino adesso ad una
guerra che non sentivano, tenute lon-
tane dalla vita politica da venti anni
di fascismo, perchè ora sono le prime
ad oilrire assistenza e rollahorazioue,
perché oggi parteggiano risolntamente
e ardentemente, a qualsiasi rischio per
gli uomini lassù sulle montagne?
F. non si tratta di casi singoli e spo-
ra iei, ma di una specie di cospirazione
popolare. '
Quando giungendo in ttn pacse, vo—
levamo avere delle indicazioni sicure, era
sempre una donna a cui ci rivolgevamo;
avevamo maggiore ?ducia nelle donne
e ci siamo sempre trovati hene —— ci dice
un patriota ——. Ì ancora: lì Incredibile
con quanto coraggio c quanta solleci-
tudine le donne ci ahhiano aiutati, as-
sistiti, tenuti nascosti anche per mcsi a
rischio della propria vita e di quella di
tutta la famiglia. Ci hanno aperto le
loro case, hanno diviso con noi' il cibo
anche se scarso; e quando qualcuno,
'temendo per loro. n'on voleva tratte.-
nersi si opponevano decisamente: x Re-
state, se vi trovano, moriremo tutti in—
sieme r.
Perché tutto questo? Perché questo
contrasto tra l'atteggiamento di ieri e lo
slancio di oggi? Fin dal primo giorno
le donne hanno sentito la guerra come
qualcosa che giorno per giorno, lenta—
mente ma inesorabilmente intralciava,
osracolava, appesantiva la vita.
Ed ecco che, quando ?nalmente pn-
reva essersi accesa una scintilla di spe-
ranza, si è riversata su di loro la furia
devastatrice dei tedeschi. Se li sono vesti
entrare nelle case, saccheggiare, rubare,
incendiare, distruggere le loro cose più
care. più sacre; hanno visto, con im-
potente disperazione annientato in un
attimo quello che con amore e pazienza
avevano costruito, il frutto del lavoro
di una vita intera. lo qucll' istante csse
hanno capito rhi fosse e clic cosa fosse
veramente il nemico, il loro nemico.Tuttc
le lacrime. le sofferenze e le ferite passate
non son diventate che odio.
Quando una donna giunge a questo
punto. per difendere quello che pcr lei
e ragione di vita'sviluppa energie iu-
sospettate, la sua forza di resistenza di-
venta meravigliosa.
Ad Avezzano i tedeschi arrestano otto
patrioti. Poco dopo tutti riescono a l'ug—
gire. l’er rappresaglia e percht‘r si sospet-
tava l’aiuto da esse dato ai prigionieri
tutte le donne del paesello sono arre-
stare in- massa. Cacciate senza riguardo
dalle case, trascinandosi dietro i bamhini
vengono messe in ?la e fatte marciare
per ore, ore, per chilometri e Chilome<
tri ?nché vengono rinchiuse in un cam-
po di concentramento: restano li più
tli venti giorni quasi senza mangiare c.
bere linchè vengono liberate. Sono tutte
donne povere, contadini umi i. ma nes-
suna da segni di deliolezza o si abban-
dona alla disperazione. Ve n't‘ una,
e lo lotto
Luisa 'rl'il'li che ha tre bamhini di cui
due paralitiri: ha fatto tutta la lunga
strada con i due malatini in collo e. l'al-
tro attaccato alla gonna. l“. ora, dopo
venti giorni di quasi completo digiuno,
si riprende in braccio i bambini e, senza
un lamento, rifà i 40 chilometri lino
Casa.
Le rappresaglie diventano sempre più
atroci, interi villaggi sono distrutti, ma
non si riesce che ad aumentare Ia re-
sistenza, il coraggio e l’odio; l'odio per
i tedeschi e ancor più per i fascisti ma—
nifestato in tutti i modi.
Alle volte è l'offesa diretta. l tedeschi
ricercano ttno dei patrioti, rovistano tutta
la casa ma non lo trovano. Come omag—
gio vogliono allora portarsi la mamma
del patriota, ma si la avanti la giovane
sorella: (Prendete me, i0 posso otliarvi
molto più di lei).
Altre volte è lo scherno rovente.
A Roma una fascista... repuhhlicana
entra imperiosamente itt un negozio. Con
un sorriso la commessa gli la notare:
(Non sapete che è vietato l' ingresso
ai cani e. alle sgualdrine ".7 ).
Ma t‘: soprattutto l' aiuto coraggioso,
la collaborazione, la protezione ai com-
hattcnti.
Quando una volta a Pescarocchiano i
fascisti arrestarono due montenegrini
specialmente protetti dalla popolazione.
portandoli in un paese vicino, le donne
organizzarono una specic di spedizione
punitiva. Si misero tutte in marcia con
hastoui, (alci, roncole, e giunte alla Ca-
serma dove erano i due prigionieri ne
reclamarono la liberazionc. l militi di
guardia risposero presentando le mitra-
gliatrici. Senza una parola. allora, le
donne cominciarono ad atnmut‘clliat'e lin-
scine intorno intorno,t .. acciando di dar
fuoco. l militi videro clic non c'era da
scherzare, c siccome linirc stulati non
era nelle. loro oneste aspirazioni, si al.-
lrettarottti a liberare i patriOti che furono
portati in trionfo a l’escarocchiauo.
Particolarmente prezioso a stato l'aiuto
delle donne per stabilite i collcgamcnti,
per la tlidusione della stampa clande—
stina, per i rifornimenti di viveri, indu-
menti, armi.
Esse sanno agire con abilità; accor<
tezza e audacia senza pari. Nell'opera
comune si trovano insieme le donne più
umili e le intellettuali.
Isotta Mastrella di Roma clic, porta
ai patrioti notizie, timbri. c documenti
importanti; Antonietta (ittglicltni che
con un cesto in testa porta lin ncl ho-
scn viveri ai partigiani; quella ardita
artigiana
giovanissima studentessa romana che 0-
gni giorno nella sua cartella porta homhc
a mano e altre armi, e, che in?ne arrc—
stata e portata in via Tasso non lascia
più nessuna traccia di se: non sono che
alcuni nomi, che alcuni episodi fra tanti.
In tutto questo l'aiuto più importante.
e. il più inestimabile apporto alla causa
della liberazione c insiste più ancora che
negli atti materia ,4nclla atmosfera di
guerra che le. donne hanno saputo creare
colle azioni e le parole, incitando i loro
uomini, risollevando e in?ammando gli
incerti. ispirando in tutti il loro odio c
il loro ardore.
Piùbdi tutte le parole valga un escrn—
pio: a Roma il 9 settcmhse 43. Al 'l'e-
staccio a porta S. l’. vi sono alcuni scontri
tra soldati italiani e tedeschi. Dopo poco
gli italiani, sorpresi sconcertati, incomin-
ciano a shandarsi a cedere. Escono allora
dalle case. le popolanc, si gcttano scnza
timore nella mi'chia, incitano in tuttii
modi gli uomin , raccolgono esse stcssc
le armi da qucsti abbandonate e quando
i tedeschi linalmcntc si ritirano, le por-
tano con se, le. tengono lll‘n nascostc.
gelosamente, per il giorno in cui in tutta
l' ltalia divatnpcrît c si allcrmcrà la lotta
per la lilwraziont'.