Numero 1 del 2007
Che sia un anno di PACS
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governance: 11,2% nel parlamento,
37,5% negli staff degli organismi gover-
nativi e 25% in quelli delle agenzie e dei
governi locali. Una rappresentatività
inadeguata, tenuto conto del numero
elevato di donne istruite e qualificate.
Afferma Jigjid Oyunchimeg, direttrice
del Centro di Supporto per l'Economia
della Camera di Commercio mongola:
"C'è ancora una limitazione all'accesso
delle donne nei ruoli politici e decisio-
nali, e nelle posizioni manageriali sten-
tano a raggiungere i top level; nella Ca-
mera di Commercio però vi è una mag-
gioranza femminile. Così come a dirige-
re la più grande compagnia petrolifera
mongola, la Petrovis, è una donna
(Oyuntsetseg), mentre a dirigere una
grande azienda di bibite, la Altjin, è la
signora Altan". Nelle 100 imprese più
grandi della Mongolia, 8 sono dirette
da donne.
Uno dei contesti dove è considerevo-
le l'impegno delle donne mongole è quel-
lo relativo alle violenze e agli stupri.
Negli ultimi dieci anni, i crimini per vio-
lenza sono cresciuti del 25,6% e nella
maggioranza dei casi le vittime sono
bambini o donne. 30mila minori mendi-
cano per strada, riciclano e rivendono
rifiuti delle discariche, e sono quotidia-
namente sottoposti ad abusi sessuali o
di altra natura. Sono nate di recente di-
verse organizzazioni femminili con l'o-
biettivo di avviare una serie di interven-
ti sul territorio per prevenire e contra-
stare qualsiasi forma di violenza. E' at-
tualmente in corso una campagna me-
diatica (es: programma televisivo "Die-
tro la porta"), che si prefigge di sensibi-
lizzare l'opinione pubblica su un proble-
ma così scottante. Il neo-Fondo delle
Donne Mongole, la cui responsabile N.
Chinchuluun è anche rappresentante
dell'International Network of Women's
Founds, ha come scopo quello di racco-
gliere fondi e coordinare i gruppi di don-
ne occupati sul fronte delle violenze ses-
suali. Molto attivo sul tema della pre-
venzione e rimozione delle molestie ses-
suali sui luoghi di lavoro è, invece, il
"Movimento delle Donne Mongole". E'
stato, inoltre, elaborato un disegno di
legge, in attesa di essere approvato dal
parlamento, contro la violenza domesti-
ca. In visibile ascesa è il tasso dei di-
vorzi per violenza domestica, che è uno
dei fattori per cui le donne cadono nel-
la trappola della povertà.
Nel suo periodico rapporto alla
Commissione per l'eliminazione della
discriminazione contro le donne, la vi-
ce-ministra per la Salute e membro del-
la Commissione nazionale per la parità
di genere, N. Udval, ha evidenziato i li-
miti, dovuti alla perdita di specifici
meccanismi nazionali, all'applicazione
dei principi contenuti nella "Convenzio-
ne sull'eliminazione di tutte le forme di
discriminazione contro le donne" ratifi-
cata dalla Mongolia nel 1981. Tali limi-
ti si manifestano nel regresso di diversi
indicatori: aumentano la povertà (oltre
il 25% delle donne con a carico 6 o più
figli vive nella povertà più assoluta, con
meno di 0,7 dollari al giorno), la mor-
talità materna (per via dell'elevato nu-
mero di aborti pericolosi), la violenza
domestica e l'Aids. L'aspetto positivo è,
invece, dato dal livello d'istruzione fem-
minile in continua salita, dall'aumento
del numero delle Ong femminili, di cui
30 stanno attivamente partecipando al-
l'elaborazione di progetti per promuove-
re l'avanzamento delle donne nella sfera
politica, sociale e professionale, e dal-
l'intensificarsi dell'aiuto della comunità
internazionale. Un passo importante è
stata la sottoscrizione, lo scorso anno,
di un Memorandum congiunto tra Mon-
golia e UNIFEM, che prevedeva uno stu-
dio approfondito sulla condizione delle
donne mongole. Da questo studio è
emerso che gran parte di esse vive in
condizioni di salute precarie, legate a
cattive condizioni igieniche, la necessità
di diffondere i metodi contraccettivi a
tutela della loro salute, e che la disoc-
cupazione femminile è un fenomeno da
non sottovalutare. Le donne hanno scar-
sa capacità di generare reddito. Per que-
sta ragione il governo ha provveduto, in
cooperazione con l'UNFPA e l'ILO, ad
avviare un progetto che assegna 1.470
nuovi posti di lavoro alle donne e che
prevede il loro accesso a formazioni
professionali pratiche. Si rende, infine,
improrogabile il varo di una legge che
proibisca il traffico di esseri umani. Di-
verse ragazze mongole tra i 14 e i 28 an-
ni sono vendute nei paesi asiatici e nel-
l'Est europeo.
Errata corrige: nell'articolo "Dove il
futuro è donna" comparso sul numero
precedente di noidonne, ho attribuito
la regia del film Il cammello che piange
ad un uomo. Il film è, invece, di una
donna, la giovane regista mongola
Byambasuren Davaa. Mi scuso con i
lettori per questa svista.
poche in politica e nei luoghi decisionali, un po' di più a
dirigere grandi aziende. Una donna è al vertice della più
grande compagnia petrolifera mongola