Numero 12 del 2009
Femminsmo: parliamone
Testi pagina 29
noidonne dicembre 2009 29
Ecco che cosa ci racconta Fjodor Luk'-janov . "Nel 1987 in Unione Sovietica
era iniziato un processo di rapidi cam-
biamenti: la "glasnost' ". Il suo apice
venne raggiunto esattamente nel 1989 e
coincise con quello dell' Europa. Nel
mese di giugno in Polonia per la prima
volta venne eletto un governo non co-
munista e a Mosca si svolse il primo
congresso dei deputati del popolo segui-
to dalla televisione. Per la prima volta
in Parlamento apparve una piccola, ma
che si faceva sentire, opposizione. Ciò
che avvenne in Europa occidentale nel-
l'autunno, anche a fronte di una reazio-
ne generale positiva, fu una cosa inatte-
sa per tutti : sia per i sostenitori delle ri-
forme in URSS sia per gli scettici. Poi,
nel 1990 in URSS cominciò la disinte-
grazione interna esacerbata dalla lotta
tra progressisti e conservatori all'interno
del gruppo dirigente.
Ad un certo momento iniziò a peg-
giorare anche la situazione economica.
Il governo russo con a capo Eltzin in-
gaggiò la lotta contro Gorbaciov e il go-
verno dell'URSS. Per quanto Eltzin non si
fosse posto l'obiettivo di distruggere il
paese, la sua smisurata ambizione di
potere e il desiderio di vendetta per l'u-
miliazione che gli inflisse Gorbaciov nel
1987, riuscì a coinvolgere tutto il movi-
mento democratico. L'èlite democratica
però non aveva una visione del futuro
chiara e distinta. Voleva le liberalizza-
zioni, ma non aveva una formazione so-
ciale ed economica diversa. Disamorata
di Gorbaciov puntò su Eltzin, ma quan-
do l'Unione Sovietica si dissolse, al po-
tere andarono coloro che si erano con-
centrati attorno a lui: ex dirigenti del
partito e giovani tecnocrati che voleva-
no le riforme radicali
I riformatori sovietici copiarono gli
slogan dei movimenti anticomunisti del-
l'Europa Orientale. In Russia nessuno
sapeva che governo si dovesse costruire
e l'iniziale periodo romantico si trasfor-
mò nella lotta per la divisione della gi-
gantesca proprietà sovietica. Un evento
di questa portata non è mai avvenuto in
nessun altro luogo e nella storia. Ad ec-
cezione del breve periodo dell'inizio de-
gli anni '90 l'èlite era già non ideologica
e interessata solamente al potere e al
danaro".
I giovani riformatori del vostro pae-
se erano pronti e consapevoli di af-
frontare il rischio del pensiero unico?
I giovani riformatori non avevano
tempo per pensare, la terra stava bru-
ciando sotto i loro piedi, il paese era
giunto al collasso. Per esperienza e pre-
parazione agli inizi degli anni '90 non
c'erano persone in grado di affrontare
ciò che successe.
A ricordare bene non c'era gente dis-
posta ad assumersi le proprie responsa-
bilità, forse proprio perché quelli con
più esperienza compresero quale enor-
me impegno richiedesse. A volte sembra
che i riformatori della prima generazio-
ne avessero un solo obiettivo (che rag-
giunsero) : smantellare l'ossatura eco-
nomica del sistema sovietico e che non
fossero interessati a costruire un sistema
effettivo al suo posto.
Ma è anche possibile che tendessero
ad altro.
20 anni dal crollo del Muro di Berli-
no … come possiamo leggere questo
avvenimento?
Il muro è stato abbattuto perché co-
munque o prima o poi un popolo diviso
si riunisce. Per quanto riguarda la si-
tuazione mondiale: allora la guerra
fredda garantiva un certo tipo di stabi-
lità che non ci sarà più. Dal mio punto
di vista , il crollo segna l'inizio di un pe-
riodo di transizione cominciato col crol-
lo del comunismo in Europa e che conti-
nua. Come sarà il mondo tra dieci anni
nessuno è in grado di prevederlo.
In ogni caso le speranze del 1989 si
sono realizzate solo in minima parte e
l'instabilità mondiale è aumentata.
Quali cambiamenti il crollo del muro
ha prodotto sulla sua vita personale
quotidiana?
Grazie ai cambiamenti, ho cambiato
professione e vivo una vita molto inte-
ressante che non sarebbe stata possibile
se tutto fosse rimasto a livello dell'URSS.
Ma è ovvio che io appartengo ad una
minoranza perché non a tutti è andata
bene. Chi ha sofferto di più è stata la
classe media sovietica, l'intelligentzija.
Hanno perso quasi tutti. Una nuova in-
telligentzija non è ancora emersa; era
un fenomeno, quello, soprattutto sovie-
tico. Adesso la Russia è un paese giova-
ne e dal capitalismo aggressivo. Per li-
vello di individualismo penso che batta
tutti.
Se dicessi che il Muro di Berlino cad-
de da solo perchè i tempi erano pron-
ti perchè altri muri caso mai altrove,
fossero "dominanti" sono completa-
mente fuori luogo? :
Il muro di Berlino era unico perché
esisteva una forza potente ( URSS) che
pretendeva il compimento di un proget-
to politico alternativo all'occidente. Era
un enorme esperimento ideologico e so-
ciale che si è concluso con un crack.
Il fenomeno del "muro " non è scom-
parso: adesso non è più l'ideologi a det-
tar legge, ma qualcos'altro.
Dal momento della caduta del Muro
di Berlino sono nati nuovi muri non me-
no simbolici : il muro tra Israele e i ter-
ritori palestinesi per proteggere dalle on-
date di terrorismo, il muro ai confini
Usa e Messico contro gli immigranti il-
legali , lo stesso nell'enclave spagnola di
Ceuta in Marocco.
Nazionalismo, religione, crisi del
Welfare dividono le persone non meno
dell'allora conflitto ideologico. I muri
sono secolari …"
Il Muro, visto da “loro”
Germania
Graziella Bertani
Il ventennale del crollo del
muro di Berlino. Ma come
vissero quell'evento nell'URSS?