Numero 6 del 2009
Libere o sicure?
Testi pagina 29
29noidonne giugno 2009
A settembre la quarta edizione
della scuola politica dell'Udi
"Voi avete già fatto tutto! Mi dicevano, qualche anno fa, le
ragazze di fronte ai faldoni dell'Archivio centrale, ai manife-
sti, ai documenti… Certo se guardavo indietro e alla mia sto-
ria politica era vero, avevamo fatto tanto, ma non era possi-
bile che fosse tutto". È così che Pina Nuzzo, delegata nazio-
nale dell'Unione Donne in Italia, spiega l'origine della Scuola
Politica dell'Udi: un progetto che quest'anno giunge alla sua
quarta edizione. "Quando abbiamo cominciato, nel 2006 -
racconta -, sono partita dalla certezza che alle donne, alle
più giovani ed anche quelle meno giovani che sono arrivate
dopo il femminismo, interessasse un luogo fisico, oltre che
simbolico, della politica". E l'Udi, per la sua storia e per le
rotture che ha saputo operare, può, secondo la Nuzzo, rap-
presentare tutto questo: "Uno spazio dove si può apprende-
re, non solo dai documenti del nostro ricco e prezioso
Archivio, ma anche dall'esperienza, dal racconto e dall'inse-
gnamento delle donne". Un Scuola Politica quindi per favori-
re anche il necessario ricambio 'generazionale': "Se non si fa
politica con questo respiro è difficile che altre donne, come
quelle più giovani, possano imparare come si fa politica. La
politica, quella che cambia le cose, nasce dalla pratica e dal
confronto tra le diverse esperienze e richiede il collegamento
costante tra donne per costruire una dimensione collettiva".
E così è stato per le tre edizioni passate - tutte molto parte-
cipate, da aderenti o meno dell'Udi - che hanno avuto come
cornice un luogo dall'impor-
tante valore simbolico: la
tenuta 'Le Costantine', a
pochi chilometri da
Otranto, frutto di una illu-
minata gestione 'al femmi-
nile'; una storia che percor-
re tutto il Novecento attra-
verso l'opera della marche-
sa Carolina de Viti de
Marco e delle sue due
figlie, Lucia e Giulia. "È
stato un confluire di ener-
gia e di passione politica",
continua la Nuzzo. "Molte
si sono iscritte all'associa-
zione, altre hanno conti-
nuato a lavorare con noi,
confrontandoci sugli stru-
menti e le forme della poli-
tica". Un confronto reale
seppur faticoso che non ha
mai assunto le sembianze
di un rapporto 'insegnante-
alunna' o 'madre-figlia' ma
che si è configurato sempre
come un arricchimento
reciproco: "Capire qualcosa
delle giovani donne con cui
mi trovo a contatto - conti-
nua la delegata - è uno
sforzo notevole perché
devo continuamente agire
su di me per non cadere nel pregiudizio o peggio ancora nel
maternalismo". Ma è uno sforzo che negli anni ha dato i
suoi frutti anche nell'elaborazione politica dell'Udi. Il deside-
rio di parlare del 'corpo' ad esempio, manifestato dalle più
giovani nel corso della seconda edizione della Scuola, ha poi
determinato il tema al centro della Scuola Politica 2008 (dal
titolo "Il corpo vissuto, il corpo rappresentato"). "Abbiamo il
dovere - dichiara la Nuzzo - di ripensare come rappresentare
i nostri corpi e la loro inviolabilità, e per le giovani questo è
più urgente. Non sarei tornata su questo pensiero se non
avessi parlato con tutte loro nel corso di questi anni. Di que-
sto sono loro riconoscente".
L'attuale esperienza della Staffetta di donne contro la violen-
za sulle donne, che da novembre sta percorrendo la penisola
grazie al lavoro di tante e tante donne, dell'Udi e non, si è
rivelata, sottolinea la delegata nazionale, una vera e propria
scuola di politica in presa diretta che l'ha indotta a pensare
per quest'anno una scuola diversa. "Sostenere il confronto
con le altre donne e con le istituzioni e far vivere un proget-
to politico di donne vuol dire esporsi pubblicamente. E assu-
mersi delle responsabilità. Per questo ho pensato che fosse
necessario dare un altro taglio alla scuola di quest'anno. Un
taglio che tenga conto della crescita politica delle donne
dell'Udi. Ma anche di quelle che stanno facendo con noi un
pezzo di strada". 'Che ti sei messa in testa? L'ambizione tra
politica, sapere e vita pubblica' è il risultato di questo ripen-
samento. Le lezioni, che si terranno dal 3 al 6 settembre
prossimi presso la sede nazionale dell'Udi a Roma, si avval-
gono di preziosi contributi: parteciperanno infatti, tra le
altre, Federica Giardini,
docente di Filosofia politica,
Cristina Magnaschi, giorna-
lista ed ex direttora di
Confidenze, e Claudia
Mancina, docente di Etica
dei diritti.
"Noi dell'Udi abbiamo pro-
posto, a donne che non
hanno conosciuto il femmi-
nismo perché erano troppo
giovani o perché in quel
momento facevano altro, di
fare politica. Mostrando
loro attraverso l'esperienza
passata che la politica ha
forme e regole che si
apprendono. Mostrando nei
fatti che parlare tra donne è
un atto di responsabilità
reciproca e di crescita col-
lettiva. Che uno spazio fisi-
co deve essere predisposto
perché accolga noi stesse e
le altre, perché sia aperto
ma con delle regole. Quelle
che ci diamo a seconda dei
nostri desideri e dei nostri
progetti". E su questa linea
l'Udi continua a lavorare:
perché, conclude Pina
Nuzzo, non abbiamo fatto
tutto.
“Che ti sei messa in testa?”
pagine autogestite dall’UDI a cura di Ingrid Colanicchia