Numero 2 del 2009
Se 60 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar...
Testi pagina 29
noidonne febbraio 2009 29
L’occasione è stata la GMA 2008, chesi è svolta in circa 150 Paesi sul te-
ma "Sicurezza alimentare mondiale e
sfide del cambiamento climatico e della
bioenergia" indetta con l'obiettivo di
sensibilizzare l'opinione pubblica sulle
conseguenze che i cambiamenti climati-
ci producono nei Paesi in via di svilup-
po e di riaffermare il diritto fondamen-
tale all'alimentazione. La Provincia di
Ravenna ha risposto alla sollecitazione
della FAO e del Ministero degli Esteri e
lo scorso mese di ottobre sono stati co-
involti "tutti i soggetti, istituzionali e
privati, da anni impegnati in attività di
educazione alimentare, di integrazione
tra politiche scolastiche, scuole e terri-
torio: le scuole di ogni ordine e grado, le
aziende agricole, le fattorie didattiche",
come ha precisato il presidente della
Provincia Francesco Giangrandi. E' An-
tonietta Stinga, esperta di educazione
alimentare che ha collaborato al proget-
to, a parlarci dell'esito delle iniziative,
tra le quali è stata interessante la mo-
stra interattiva "Gli altri siamo noi"
(concepita per adolescenti come un cir-
cuito di attività, fumetti, indovinelli fi-
nalizzati all'incontro con chi è diverso
da noi): "Nella sala del convegno 'par-
lato' sono stati effettivamente presenti
circa 200 studenti delle ultime classi su-
periori e circa 300 tra insegnanti, agri-
coltori, cittadini di tutte le provenienze.
Il convegno 'giocato' ha coinvolto circa
140 bambini delle scuole primarie di
primo e secondo grado, con laboratori
teatrali, animazioni sul cambiamento
climatico e sul 'disorientamento' delle
api".
Informare ed educare ad una rifles-
sione sui comportamenti alimentari,
questa la filosofia dell'iniziativa che ha
avuto anche il merito di portare in Ita-
lia la voce e l'esperienza di Asha Kach-
ru, scienziata indiana impegnata nella
promozione e diffusione di piccoli pode-
ri a coltura biologica, per la sicurezza
alimentare delle donne. Asha vive e
opera nella regione Andhra Pradesh
presso il distretto di Medak, in India.
Esperta in programmi di agricoltura bio-
logica, sviluppo e nuove tecnologie in
una prospettiva femminista e con un
occhio di riguardo al sud del mondo, ha
studiato scienze matematiche, ha inse-
gnato in Germania ed è 'devota' di Sa-
raswati, la dea indù della conoscenza,
della musica e delle arti. Identificata
con il mitico fiume omonimo, simbolo
di guarigione e fertilità, Saraswati, è de-
scritta nel più antico dei quattro Veda,
risalente a oltre 3000 anni fa come co-
lei che ispira canzoni, poesie, pensiero e
consapevolezza della verità. "Io non so-
no né induista, né buddista, ma prego
spesso Saraswati perchè non può esserci
la scienza senza la spiritualità dell'arte
e viceversa. Sono una matematica, ma
ritengo che non si debba rinunciare alle
modalità di comunicazione tipiche del-
le donne: l'uso del corpo, della danza".
Appaiono tanto lontani il mondo occi-
dentale e il mondo di Asha. Come si
possono ridurre questi gap tra donne nel
mondo? "Penso che sia importante dis-
cutere e confrontarsi, recuperando la
femminilità perduta. 'Femminismo' non
vuol dire diventare come gli uomini. Le
realtà sono sovrapponibili, i contesti in
cui si cresce hanno un'influenza sulla
propria vita, anche le religioni: se sei
nata in una famiglia cristiana o indui-
sta, o anche se sei atea, il contesto ti
condiziona. In occidente avete assorbito
un monoteismo molto rigido, vivete in
un ambiente che comunque ne è impre-
gnato. Nell'ambito indù in particolare ci
sono molte divinità femminili, nei tem-
pli vi sono numerose raffigurazioni an-
che erotiche, il nostro modo di vedere il
sesso è più libero e aperto. Io non sono
strettamente religiosa, ma al tempo stes-
so lo sono: ogni mattina porgo una sor-
ta di ringraziamento alla natura, alle
piante, alle foglie. Le donne del sud del
mondo hanno, in certi contesti, un ruo-
lo importante rispetto alla divinità.
L'antica cultura indiana aveva grande
rispetto della donna e della sua femmi-
nilità. Questi sono elementi da recupe-
rare e da condividere". Ma, allora, cos'è
il femminismo per te? "Penso che donne
e uomini siano differenti, la loro cultura
è differente. Abbiamo diversi modi di vi-
vere e caratteristiche che devono essere
rispettate, ma, in quanto diversa dagli
uomini, dobbiamo essere parte della ge-
stione del potere. Come femminista non
seguo le modalità decisionali tipiche
dell'uomo. Noi donne vogliamo una so-
cietà più umana in cui le donne siano ri-
spettate per quello che fanno, non in
competizione né imitando gli uomini. Il
punto è riuscire ad umanizzare il rap-
porto tra la parte maschile e la parte
femminile. Il nord e sud del mondo de-
vono lavorare insieme. I cambiamenti
culturali, le modificazioni delle abitudi-
ni alimentari, le trasformazioni econo-
miche richiedono tempi molto lunghi.
Sono difficili, ma non impossibili da
realizzare. Basta partire immediata-
mente. Il mondo cambierà molto e pen-
so che il mondo possa essere migliore
grazie alle donne".
Coltivare il futuro
Ravenna
Tiziana Bartolini
l'esperienza di Asha Kachru,
presidente della ong Straniata
che opera in India,
in Italia per la Giornata
Mondiale dell'Alimentazione