Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 4 del 2010

Svelate


Foto: Svelate
PAGINA 29

Testi pagina 29

ri l'anno!), non esitano a rapire minori,
usati anche per altri traffici (sessuale e
di organi umani).
Accennando prima al governo at-
tuale di Karzai, ho fatto riferimento
al fatto che alcuni guerrafondai, che
hanno preceduto i talebani e colpe-
voli di crimini inauditi fomentati
dall'odio etnico e dal fondamentali-
smo religioso, ricoprono oggi un ruo-
lo chiave nel governo. Ma come ciò
può essere una garanzia per la lotta
a favore dei diritti delle donne?
Infatti, le donne non hanno visto mi-
gliorare la loro condizione se non in al-
cune limitate parti del paese. In altre zo-
ne l'incidenza degli stupri e dei matri-
moni forzati è nuovamente in crescita, e
le donne continuano a indossare il bur-
qa per paura, per tutelare la propria si-
curezza. La guerra al terrorismo ha
scacciato i talebani dal governo centra-
le, ma non ha sradicato il fondamenta-
lismo religioso, che è la causa principa-
le delle nostre sofferenze. I signori della
guerra e l'AdN sono ancora al potere e
sono appoggiati dal governo USA. Co-
storo sono ideologicamente simili ai ta-
lebani. Essi sono misogini quanto loro.
Karzai ha radunato attorno a sé tutti i
criminali e persino alcuni leader taleba-
ni di alto livello.
Che opinione ha la gente comune de-
gli americani?
All'inizio gli americani sono stati ac-
colti bene. Erano quelli che avrebbero
portato pace e sicurezza, liberato il pae-
se dai crudeli talebani. E in effetti nel gi-
ro di poco tempo il loro regime fonda-
mentalista è stato rovesciato. Tuttavia,
man mano che il tempo passava era
sempre più chiaro che l'obiettivo degli
americani (e dei loro alleati) non era il
benessere del popolo afgano (che vede-
va con enormi sofferenze cadere ogni
giorno sulla propria testa le bombe stra-
niere), ma il controllo di uno spazio
geopolitico strategico nel campo energe-
tico e redditizio nella compra-vendita
dell'oppio. Certo, l'interesse americano
per l'Afghanistan era già iniziato molti
anni fa, quando gli Usa avevano larga-
mente sovvenzionato i talebani (i "resi-
stenti", coloro che combattevano per li-
berare il paese dallo straniero invasore)
per sottrarre il paese alla sfera d'in-
fluenza sovietica. Oggi la gente desidera
che le truppe straniere si ritiri-
no al più presto dal paese. Gli
afgani sono stremati da due
decenni di guerra.
C'è stato qualche migliora-
mento per le donne dopo
che Barack Obama, il nuo-
vo Presidente degli Stati
Uniti, ha incrementato il
numero delle sue truppe nel
paese?
Assolutamente no. Sono
aumentati i conflitti e le morti
dei civili. La società è destabi-
lizzata. La gente non sopporta
più gli "invasori" stranieri, e
ciò favorisce i talebani, i si-
gnori della guerra e le bande
criminali.
Oggi le donne indossano
ancora il burqa?
Nelle città e nella capitale le donne
vestono in genere normalmente. Nei vil-
laggi, dove è forte l'integralismo religio-
so, è facile incontrare donne con il bur-
qa. Esse sono ancora talmente preoccu-
pate per i rischi di molestie, rapimento
dei bambini e matrimoni forzati, che si
sentono più sicure se girano integral-
mente coperte.
Può una donna liberarsi da un matri-
monio forzato o violento, nel caso lo
desideri? È facile per lei risposarsi o
avere nuove relazioni sentimentali?
Non è facile. Da noi la tradizione fa-
miliare è forte e sentita anche dalle don-
ne, soprattutto da quelle che vivono nei
villaggi. C'è un grande rispetto e attac-
camento per la famiglia e i suoi valori.
Il modello patriarcale è radicato e le
donne difficilmente chiedono il divor-
zio. Nelle città capita d'incontrare don-
ne che abbiano chiesto di divorziare e
che poi si siano anche risposate. Sono
tuttavia casi rari. Di solito queste don-
ne sono persone coraggiose, che sanno
di dover combattere un'opinione pubbli-
ca refrattaria che le etichetta come per-
sone cattive, da allontanare. Oltre alla
cultura, altri fattori agiscono da osta-
colo alla liberazione della donna da
matrimoni costruiti sulla costrizione e
l'abuso. La legge e persino la sharia is-
lamica prevedono la possibilità del di-
vorzio. Ma gli ostacoli da superare sono
tanti, e non pochi sono i casi di donne
che attivano la procedura di divorzio
per poi ritirarla. Innanzitutto, giudici e
avvocati sono quasi tutti uomini. In
più, sono difensori di un sistema giuri-
dico che si appella alla sharia, quindi il
loro comportamento è già a priori ostile
verso le donne. Poi ci sono molte restri-
zioni. Ad esempio, essere picchiate dal
marito non è una motivazione sufficien-
te per divorziare. Inoltre, bisogna trova-
re "otto" persone che testimonino da-
vanti al tribunale i ripetuti abusi fisici
da parte del marito. Il divorzio è con-
cesso solo nei casi d'infermità mentale
del coniuge o se quest'ultimo è ritenuto,
secondo i canoni della morale islamica,
un uomo "cattivo" o "infedele".
Come viene trattata una donna spo-
sata che non "può" avere figli?
L'uomo in questi casi ottiene facil-
mente il divorzio e si risposa con un'al-
tra donna. Da noi una famiglia senza fi-
gli è impensabile (continua...).
noidonne aprile 2010 29
incontriamo a Milano Mehmooda giovane donna membra del
RAWA (Associazione Rivoluzionaria per le donne Afghane)
\


©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®