Numero 4 del 2012
Obiettori. Di coscienza?
Testi pagina 29
" ‘ iascuno di noi ha avuto oppor-
tunità diverse per toccare con
mano la povertà estrema che
colpisce ancora tanta parte
del mondo. Da una parte ci siamo ’32 .
— purtroppo abituati alla straziante normalità dei barconi
della morte che hanno trasformato quello specchio d’ ac-
qua che si affaccia alla nostra costa meridionale in un
I cimitero di disperati senza volto.
Dall’altra vediamo da vicino la fatica di chi, arrivato nella
nostra terra con la speranza di una vita migliore, si ri-
7 trova a fare i conti con le difficoltà sempre crescenti nel
mantenere un lavoro, trovare una casa con un affitto so-
stenibile, garantire ai propri figli un percorso scolastico
e di vita che rispetti aspirazioni e attitudini.
Non aiuta questa riflessione la grave situazione di crisi
con cui tanti di noi si misurano quotidianamente, anzi si
creano distanze sempre maggiori e paure di vedere mi-
nacciati quei diritti oggi difficilmente esigibili dagli stes-
si cittadini italiani.
‘ Spesso perciò non riusciamo nemmeno a chiederci
quanto la distanza e la solitudine che noi avvertiamo sia
enormemente ampliata per chi tenta di ricominciare
una vita in un paese dove non ritrova le sue radici, la sua
cultura, le sue tradizioni e i suoi modelli.
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Ho avuto l’occasione di riflettere su questi temi visitando in Ma-
dagascar due missioni gestite dalle suore dell’Ordine delle An—
celle della Visitazione, che avevo già conosciuto nel mio
territorio. L’opera straordinaria che volontari laici e religiosi
svolgono in tanti paesi soprattutto dell’Africa è ben di più di
una missione umanitaria e caritatevole.
Portata avanti spesso nella solitudine, è una sfida durissima
volta a dare alfabetizzazione, formazione, assistenza sanitaria
a chi è costretto a fuggire dalla fame e dalla guerra, vale a dire
i primi aiuti e strumenti che servono alle popolazioni più povere
per prendere in mano il loro destino e costruire nell’autodeter-
minazione il proprio futuro.
Questa prospettiva è l’unica possibile per contrastare gli effetti
di una globalizzazione che non aumenta i diritti di tutti, ma ac—
centua disuguaglianze ed apre nuovi fenomeni di colonizza-
zione attraverso il saccheggio delle materie prime ad opera
‘ delle nuove potenze straniere.
‘ Se vogliamo rendere esigibile il diritto delle persone di vi-
vere nella propria terra, occorre sostenere le tante iniziative
dei missionari laici e cattolici e delle Organizzazioni non
governative, utilizzando le opportunità della cooperazione
‘ internazionale per coordinati piani di sviluppo.
La Regione Emilia-Romagna ha raccolto l’appello del
ministro Riccardi afï¬nché si contrastasse la sottrazione
di risorse che di anno in anno il nostro paese opera nei
confronti dei progetti di cooperazione. Sono stati per-
tanto mantenuti 1,4 milioni di euro nel bilancio regio-
nale 2012, che consentiranno di sostenere centinaia di
progetti curati da decine di associazioni, tutti finaliz-
zati a promuovere opportunità evitando la logica del-
l’elemosina.
Saranno “gli orti della salute†del Senegal ed il miglio—
ramento dell’attività agricola, l’appoggio alle filiere
produttive del Burundi, il contrasto all’insicurezza ali-
mentare in Somalia, per fare solo pochi esempi: con-
crete possibilità di combattere la fame e creare im-
presa attraverso il protagonismo di quei popoli, perché
M si per tanti emigrare non sia una scelta obbligata.