Numero 12 del 2008
E tu di che Natale sei?
Testi pagina 28
dicembre 2008 noidonne28
Parliamo con Gina Pedroni, assessora comunale ai Diritti di
cittadinanza e pari opportunità. "Dal 1997
l'Amministrazione Comunale di Reggio Emilia in collabora-
zione con la Regione Emilia Romagna ha attivato diversi
interventi finalizzati al monitoraggio e alla prevenzione
della prostituzione tra i quali il Progetto Rosemary: un'unità
di strada che partendo dai luoghi dello sfruttamento ses-
suale costruisce un percorso di accoglienza per coloro che
scelgono con coraggio di cambiare vita. L'aumento espo-
nenziale di abusi legati allo sfruttamento sessuale necessita
di interventi urgenti da parte di tutte le autorità e Istituzioni
affinché vengano attuate misure preventive in grado di
garantire un'adeguata tutela e assistenza alle vittime. Nel
nostro territorio, grazie al progetto Rosemary,
l'Amministrazione Comunale è riuscita a promuovere inizia-
tive volte a migliorare la qualità della vita di coloro che vivo-
no situazioni di forte disagio legate al fenomeno della pro-
stituzione, coinvolgendole in percorsi di reinserimento lavo-
rativo e sociale attraverso un lavoro di rete con altri servizi
socio-sanitari. Nel progetto Rosemary lavorano due opera-
trici che hanno un contatto diretto con le persone che si
prostituiscono recandosi direttamente sulla strada e svol-
gendo accompagnamenti ai servizi sanitari in accordo con
l'U.S.L., oltre al lavoro svolto insieme a volontari ed altri
operatori grazie ai quali è stato possibile monitorare e rac-
cogliere importanti informazioni sul fenomeno - tratta e le
sue evoluzioni, portando ad una maggiore conoscenza e
comprensione dello stesso da parte dei cittadini. Si è con-
solidata la relazione con le Forze dell'Ordine (in particolare
con la Questura di Reggio Emilia) per la presenza crescente
di persone che accettano di denunciare i propri sfruttatori.
Un importante risultato, frutto di un lavoro di rete locale,
che ha consentito a 52 persone di entrare a far parte del
programma di protezione sociale nella speranza di potersi
costruire un futuro libero da ogni forma di sfruttamento.
Il Progetto Rosemary rientra nel Progetto Regionale
dell'Emilia Romagna "Oltre La Strada". L'approccio dell'Unità
di Strada al fenomeno della prostituzione è finalizzato alla
salute delle persone che si prostituiscono con particolare
attenzione alla prevenzione delle malattie sessualmente tra-
smissibili ossia su quegli interventi che possono avere una
forte corrispondenza con i bisogni più immediati di chi lavo-
ra sulla strada. Il progetto Rosemary ha attivato una colla-
borazione con l'Azienda Sanitaria Locale "il Centro per la
Salute per la Famiglia Straniera" -il Progetto "Eva Luna"- l'am-
bulatorio ginecologico che prevede spazi e tempi ad hoc per
le ragazze che lavorano in strada. Il Centro per la Salute
della Famiglia Straniera è un servizio della Usl e della Caritas
ed è rivolto a tutte le persone che hanno bisogno di assi-
stenza medico-sanitaria ma non hanno i documenti e perciò
non risultano iscritti al Servizio Sanitario Nazionale. Oltre al
qualificato personale medico, sono presenti mediatrici cul-
turali di lingua araba, cinese, russa, albanese, indo-hurdu e
centro africana, che aiutano a risolvere problemi e difficoltà
linguistiche. Il servizio è gratuito e vi possono accedere
anche persone non "in regola" con i documenti".
Antifascismo e virilità Lucilla Gigli
Il volume di Patrizia Gabrielli 'Tempio di virilità. L'antifascismo, il genere, la storia' (ed Angeli, pagg
126, euro 14,00) sulla base di un ricco bagaglio di conoscenze approfondite nel corso di anni, pro-
pone un articolato resoconto sulla storiografia dell'antifascismo e sui caratteri della presenza fem-
minile nel movimento. Il libro si apre su possibili linee di ricerca e nuove metodologie di indagine
per la storia di genere: "Si tratta, insomma, di scoprire gli ingranaggi di quella "fabbrica degli eroi" e
"di brave madri di famiglia" al fine di sviscerare in profondità sentimenti, emozioni, scelte senza sot-
tovalutare tessere che possono rappresentare un apporto significativo ai fini di un più completa rico-
struzione del mosaico di culture nascosto dall'omologazione imposta dal regime". L'antifascismo, pur
nelle sue diverse matrici politiche, si configura per il suo carattere virile, come spazio, cioè, inter-
detto alle donne - per riprendere le parole dell'autrice - come "universo al maschile". Un mondo
costellato da eroi che finisce per soffocare i soggetti che lo popolano e per non riconoscere la dimen-
sione quotidiana della cospirazione: "Esaminando lo scenario degli anni settanta, si poteva afferma-
re in sintesi ma senza tradire l'immagine dominante, che la storiografia proponeva un ventaglio di idee, progetti, scale di valori
elaborati e realizzati da un universo di uomini, declinava al maschile l'antifascismo tanto da farne un tempio di virilità". Unico
modello femminile di riferimento la rivoluzionaria di professione, Dolores Ibarruri vigorosa e austera, pronta alla rinuncia di sé e
della propria sfera affettiva. È nella stessa memorialistica femminile che si impone il modello di perfezione votato alla "dedizione
fino all'annullamento di sé" oppure, in alternativa, quello della "moglie e madre", incarnazione di uno stereotipo tradizionale. Con
lo sviluppo della storia delle donne e di genere e con il ricorso da parte della storiografia a nuove tipologie di fonti emergono nel
panorama antifascista nuove pratiche e soggetti, si mettono in luce i limiti della dimensione militante e "scleroticamente politi-
ca" che aveva dominato questo filone di studi. Uscendo da una visione dell'antifascismo che l'autrice definisce "imbalsamata", si
rompe l'uniformità ed emerge il protagonismo delle donne nella lotta contro il regime: "Se è stato produttivo leggere con uno
sguardo diverso biografie e itinerari femminili al fine di sciogliere il deposito di incrostazioni che ne appannavano o nascondeva-
no caratteri e valori - come scrive Patrizia Gabrielli -, un medesimo impegno è da compiersi per gli itinerari maschili se si voglio-
no sondare le culture e i modelli sostenuti dall'antifascismo, le sue specificità rispetto alla successiva fase della Resistenza che
ha visto un profondo rinnovamento storiografico, valutarne i limiti e le contraddizioni".