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Numero 4 del 2008

UDI: 50E50, donne e rappresentanze


Foto: UDI: 50E50,  donne e rappresentanze
PAGINA 28

Testi pagina 28

28 aprile 2008 noidonne
STRUMENTIUna gravidanza, una scelta di vita
Quando Rossella mi ha chiesto un appuntamento non ho pensato fosse a
causa del gran ri-parlare, da più pulpiti, della legge per l'interruzione di gra-
vidanza, la fatidica 194. Ri-sentire di nuovo le infamanti accuse verso le
donne che abortiscono, l'ha restimolata a tal punto che non riesce più a
riposare di notte, rimugina continuamente ciò che vorrebbe dire, risponde-
re, ribattere a chi si permette di blaterare senza cognizione di causa su un
tema così delicato, un tema che la riguarda molto da vicino. Inizia a rac-
contarmi di quell'anno, a metà degli anni '80, quando ha deciso di inter-
rompere una gravidanza non desiderata. "Ho lottato a lungo e tenacemen-
te con me stessa per scegliere la soluzione migliore per me, la mia vita
futura, la vita dei miei cari (mia madre che viveva con noi, mio marito e mia
figlia). Dopo avere passato notti insonni e altrettanti giorni votati al mas-
sacro, ho deciso. Mi sono fatta domande e mi sono data le risposte, ho svi-
scerato tutte le ragioni pro e contro, ho cambiato persino fisionomia, appa-
rivo malata: capelli opachi, occhi stanchi, niente sorrisi, niente allegria.
Distrutta. La decisione era già presa quando mi sono presentata al
Consultorio, avevo fatto i conti con la mia etica, la mia idea di vita e di dare
la vita, con la mia libertà di decisione e con tutta la responsabilità del mio atto, solo mia e di nessun altro (non avrei permesso a nessu-
no di condividerla e di portarne il peso), ho aperto la porta della mia più profonda essenza e mi sono guardata dentro, rivoltata come un
calzino, poi ho deciso e ho chiuso quella porta. E' stata dura, durissima la scelta, ma io non potevo in quel momento garantire a un altro
figlio la capacità di crescerlo in modo degno, non avevo l'energia sufficiente per dedicargli l'attenzione, la massima cura di cui un figlio ha
bisogno, non ero in grado di mettere in campo in quel momento, le mie capacità genitoriali. Per me mettere al mondo una persona signi-
fica investire alla massima potenza; in amore, empatia, competenza, affinché cresca e sia, da adulta, migliore di me. La responsabilità e
l'impegno sono per tutta la vita, l'investimento che io ho fatto con le altre mie figlie è stato questo, e oggi sono sicura di avere portato
a termine il mio compito di genitore con successo, le mie figlie sono forti dentro, non hanno timore delle difficoltà, amano la vita e hanno
grandi sogni, il mio quello di vedere i loro realizzarsi. Quando ho voluto metterle al mondo il mio corpo il mio cuore erano d'accordo e
la mia testa pure, ero pronta per la grande prova, sapevo che ce l'avrei fatta, quella volta lì no! Certo a volte mi sono soffermata a pen-
sare come sarebbe stata la mia vita se avessi scelto di proseguire la gravidanza, di una cosa sono certa, non avrei messo al mondo la figlia
che dopo 3 anni è nata, una figlia desiderata dal primo istante in cui mi sono accorta di essere incinta, come del resto era successo quan-
do a soli 20 anni ho portato a termine la gravidanza che del tutto inaspettata era entrata nella mia vita. Sì, ho scelto sempre io, l'uomo
che amo e che mi vive accanto da sempre, il padre delle mie figlie, ha ascoltato e rispettato le mie scelte, ben consapevole che la mater-
nità per una donna è un'esperienza fondamentale e straordinaria che dura tutta la vita".
Rossella, alla fine del suo racconto appassionato, mi guarda dritto negli occhi, la sua rabbia è svanita, finalmente ha rivelato a qualcuno
la sua più intima testimonianza. Insieme abbiamo deciso di rendere pubblica la sua storia. Abbiamo scelto di condividere, con chi legge-
rà questa esperienza, il dramma di una scelta estrema.
Come afferma la psicoanalista francese Françoise Dolto ne "Il desiderio femminile", "mettere in gioco l'esistenza di un embrione è ora un
atto deliberato, che esige dunque dagli individui un maggiore accesso alla consapevolezza della propria responsabilità personale".
Gianna Morselli
L'Assessora ai Diritti di Cittadinanza e Pari Opportunità
del Comune di Reggio Emilia, Gina Pedroni, ci conferma
che ha posto al centro del proprio mandato " la concilia-
zione tra tempi di vita e di lavoro " considerandolo un
tema strategico e trasversale al sistema economico,
sociale e culturale . Si è partiti dalle sollecitazioni della
Legge 53/00 sui congedi parentali e i tempi della città e
da tante esperienze in atto nel Comune di Reggio Emilia,
come lo Sportello Spaziodonnadove, che informa sui
diritti nelle relazioni familiari, sul lavoro e formazione,
tempo libero e servizi; Caro Papà, per favorire la condivi-
sione del ruolo di cura paterno; ConciliAzione che mette
in rete molti sportelli informativi del territorio regionale
e l'apertura conseguente del portale Tempopermettendo
; lo sportello Informa famiglie e bambini ; tutti i servi-
zi per l'Infanzia e del sociale : punti forti del nostro siste-
ma locale, studiato da tutto il mondo, con servizi flessi-
bili come l'OASI - Spazio Incontro - Ludoteche, Campi
Gioco, Progetti di Comunità come "Famiglie Insieme-
Bicibus- o la diffusione di una rete per l'affido e l'acco-
glienza " . Con la convinzione che al problema tempo si
debba dare una risposta "di comunità" (scuola, industria,
commercio, servizi…) - dice Gina Pedroni - si è voluto rea-
lizzare il Progetto Concilia-RE partito con il P.U.M.(Piano
Urbano della Mobilità) e il P.T.O. (Piano Tempi Orari) e da
una lettura di genere degli spostamenti casa-lavoro e
arrivando, con una visione strategica del tema, a rilegge-
re ed innovare tutti i servizi dei vari Assessorati, sia dal
punto di vista della fruibilità degli orari che del tipo di
risposta. Il progetto comprende inoltre la già constituita
Consulta dei tempi di cui fanno parte enti pubblici, parti
sociali e datoriali, scuola, organizzazioni sindacali ecc. e
un questionario sulle esigenze di conciliazione delle cit-
tadine e dei cittadini. Il tutto sarà presentato il 13 mag-
gio a Reggio Emilia, nell'Aula Magna dell'Università di
Modena e Reggio "Pietro Manodori" in un convegno che
avrà un respiro nazionale.
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