Numero 1 del 2008
Siamo in movimento
Testi pagina 28
28 gennaio 2008 noidonne
Da Mumbay verso il sud
Diario dall’India
In lontananza svettano gli edifici dellaMumbay (ex Bombay) moderna. Una
leggera brezza che viene dal mare ci ac-
compagna ed è bello indugiare e osser-
vare le famiglie con i bambini che pas-
seggiano lungo la baia e gustano le lec-
cornie dei numerosi venditori ambulan-
ti. E' domenica sera ed i marciapiedi ini-
ziano a riempirsi di stracci: sono perso-
ne - gli intoccabili - che passano la not-
te nelle strade. E' la miseria indiana che
si manifesta in tutta la sua "normalità".
Nel centro di Mumbay basta girare un
angolo e trovi improvvisamente una ba-
raccopoli brulicante di bambini. Le
mamme e le nonne sedute in terra da-
vanti alla baracca - costruita con car-
toni, teloni vecchi, pezzi legno - che pre-
parano il fuoco, cucinano, lavano i
panni sull'asfalto della strada, è una
marea di emarginati esclusa dal grande
processo di tra-
sformazione eco-
nomico-sociale in
atto nel sub-conti-
nente.
Il sole sta tra-
montando, lo
skyline della baia
di Mumbay è
splendido, i grat-
taceli si accendo-
no di luci. La
spiaggia si riempie
di persone, le ra-
gazze ed i ragazzi
sono come i nostri:
allegri, rumorosi,
molti con i jeans e tanta musica in te-
sta.
Sono le sette del mattino e fa caldo.
La città è già molto animata. Mentre ci
incamminiamo a piedi verso la stazione
Victoria incrociamo gruppi di vacche
che passeggiano liberamente nelle vie
trafficate. Qualcuno si sofferma e le ac-
carezza fra cui un signore distinto in
abito blu, sceso da un auto. In una ma-
no tiene il telefonino, nell'altra da un
tocco alle vacche: porta bene.
La stazione Victoria è come un bellis-
simo castello, di architettura indefinibi-
le, un misto di indo-gotico-vittoriano,
imponente e spettacolare. E' collocata in
una zona molto verde con ampi viali
ombreggiati. Nella piazza antistante vi
è un mercato in cui si vende di tutto. Al-
cuni banchetti con uomini in camicia
bianca, seduti. Tengono carta e penna
in mano: sono gli scrivani che attendo-
no clienti, qui l'analfabetismo è ancora
forte.
Curiosiamo nei saloni della stazione
affollatissima e colorata dalle sari delle
donne. Gli sportelli delle prenotazioni
sono ben organizzati e nonostante le ol-
tre 150 persone avanti a noi, raggiun-
giamo dopo un'attesa breve, il nostro
punto. Sorpresa! Una signora carina av-
volta in una sari gialla ci sorride da die-
tro al vetro e ci fornisce la nostra preno-
tazione con gentilezza e rapidità. Sono
contenta, si incomincia bene.
Ci guardiamo attorno, è una stazio-
ne immensa da qui partono treni per il
nord e sud India, è il mezzo di trasporto
più economico e utilizzato giornalmente
da milioni di indiani.
Ecco alcune donne con grandi ceste
di vimini e scopine. Raccolgono l'ab-
bondante spazzatura che gli indiani
abitualmente gettano a terra; altre, in-
sieme a bambine, percorrono i binari
con ceste sul capo a raccattare carte,
bottiglie di vetro, plastica ed infiniti
sacchettini in plastica che svolazzano
ovunque, gettati dai finestrini dei treni.
Poi ancora donne a pulire i servizi igie-
nici e tanti venditori ambulanti - uomi-
ni - indaffarati a friggere le squisite frit-
telle di farina di ceci, lenticchie e verdu-
re. Saliamo sul treno notturno che colle-
ga Mumbay con Aurangabad. E' la no-
stra prima esperienza di un viaggio in
treno in una calda notte indiana. Le car-
rozze "sleep" di seconda classe sono
qualcosa di molto particolare, più che
Katia Graziosi