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Numero 6 del 2009

Libere o sicure?


Foto: Libere o sicure?
PAGINA 28

Testi pagina 28

giugno 2009 noidonne28
E' un progetto locale di rete contro la violenza alle
donne, che vede coinvolti la Provincia di Piacenza, il
Comune capoluogo, i comuni di Fiorenzuola D'Arda e
Castelsangiovanni capofila dei distretti sociali e sanitari di
Levante e Ponente, l'AUSL di Piacenza, le Forze
dell'Ordine, il Centro Antiviolenza 'Telefono Rosa' e il
Gruppo 'Il pane e le rose'. Il progetto è sostenuto dalla
Regione Emilia-Romagna (Servizio Politiche per la sicu-
rezza e la Polizia Locale) con cui la Provincia di Piacenza,
referente di rete, ha in corso la sigla di un protocollo d'in-
tesa. Il programma delle attività si articola in tre linee di
azione: mappatura e rilevazione permanente dei dati a
disposizione della rete; formazione e informazione, attra-
verso percorsi formativi per gli operatori dell'accesso e
della presa in carico, per operatori dell'informazione
(Rete 3 sportelli URPEL della Provincia, URP dei 48
Comuni, dell'Azienda USL e Sociali Comunali) e iniziative
informative per referenti delle Medicine di Gruppo;
comunicazione e sensibilizzazione, attraverso la redazio-
ne di linee guida per gli operatori (differenziate per le
specifiche competenze), di un vademecum per le donne
nelle lingue prevalenti e la realizzazione di una campagna
di sensibilizzazione della comunità con il coinvolgimento
dei mass media. "Presenteremo i risultati del progetto il
25 novembre prossimo, ricorrenza della giornata interna-
zionale contro la violenza alle donne - sottolinea
l'Assessore alle Pari Opportunità Paola Gazzolo - il pro-
getto nasce da una priorità individuata e fatta propria,
nell'atto di indirizzo e coordinamento triennale, dalla
Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria. In un solo
anno sono ben 436 le donne vittime di violenza che si
sono recate nei pronto soccorso del territorio, la maggior
parte dichiarando violenze avvenute tra le mura domesti-
che, ad opera dunque di uomini conosciuti. Se a questi
dati uniamo le annuali rilevazioni prodotte dal Centro
Antiviolenza ci rendiamo conto che è un fenomeno allar-
mante e ancora troppo sommerso. Vogliamo far capire
alle donne che non sono loro a doversi colpevolizzare e
che non sono sole nell'affrontare le conseguenze delle
violenza, al loro fianco trovano una rete integrata che
vede insieme le Istituzioni, l'Azienda Sanitaria, le Forze
dell'Ordine, le associazioni e l'intera comunità".
La prima volta che ho incontrato l'on.
Gina Borellini è stata in un volume sulle
donne della Resistenza: una ricerca pro-
mossa per il Trentennale dalla Commissio-
ne regionale "Donne e Resistenza" voluta
e presieduta proprio da Gina Borellini, me-
daglia d'oro della Resistenza. Una sua fra-
se mi aveva particolarmente colpita: "l'e-
sperienza emiliana di questi ultimi 30 an-
ni testimonia […] una lotta attiva e co-
stante delle donne, una loro presenza
dentro le istituzioni civili e politiche […]
Le consistenti conquiste di questo perio-
do storico portano innegabilmente il se-
gno delle donne". Di quel segno, anche in
relazione all'evento storico resistenziale
che le aveva viste protagoniste, c'erano
scarsissime tracce. Così, nonostante le
donne avessero combattuto e compiuto
gesti eroici, gli storici continuavano a de-
dicargli un capitolo a parte.
Anni dopo ebbi occasione di incontrar-
la a casa sua dove il figlio ci accolse con
l'intento di farci vedere il materiale dell'ar-
chivio personale che Gina aveva intenzio-
ne di donare all'Udi.
Uscimmo dalla casa dell'on. Borellini
con molto più materiale di quello che ave-
vamo immaginato. Quell'archivio si rivelò
una miniera di informazioni sulla sua vita
e sulle organizzazioni politiche e associa-
tive che lei aveva praticato, una testimo-
nianza viva della sua passione per la poli-
tica.
"Mia madre avrebbe voluto raccontare
la sua storia. Diceva sempre che l'avrebbe
fatto quando sarebbe stata in pensione!
Voleva raccontarla ai giovani", ci ha detto
il figlio Euro Martini e questo risulta evi-
dente dalla cura con cui sono stati con-
servati i documenti.
Il volume 'Un paltò per l'onorevole. Gi-
na Borellini Medaglia d'oro della Resisten-
za' racconta questa storia; quella di una
vita una vita dura, difficile, eroica.
Il titolo ricorda il paltò che le confezio-
narono le donne dell'Udi quando dovette
recarsi a Roma come deputata nel primo
Parlamento italiano e che le vediamo in-
dossare sorridente nell'immagine di coper-
tina mentre varca la soglia di Montecitorio
sotto braccio ad Arrigo Boldrini.
La sua biografia viene ricostruita nel
saggio di Mariagiulia Sandonà, attraverso i
ricordi di tanti che l'hanno amata e stima-
ta così come appaiono nei documenti e
nelle immagini. Una preziosa testimo-
nianza che racconta una pagina significa-
tiva della ricostruzione democratica del
paese nel secondo dopoguerra. Il 'dovere
della scelta' assunto senza compromessi,
è il filo conduttore della vita di Gina Bo-
rellini e di un'intera generazione di donne
e di uomini impegnati nella lotta contro il
fascismo e il terrorismo.
L'inventario dell'archivio di Gina Borel-
lini a cura di Mariacristina Galantini è
pubblicato in appendice al volume.
Caterina Liotti
Un paltò per l'Onorevole. Gina Borellini,
Medaglia d'Oro della Resistenza.
Mariagiulia Sandonà
Centro Documentazione Donna - Modena
La donna, la moglie, la madre, la partigiana, l'operaia, la militante:
l'esperienza politica totalizzante di Gina Borellini
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