Numero 4 del 2009
Felici combinAzioni
Testi pagina 28
aprile 2009 noidonne28
Metà o quasi, della popolazione di origine straniera
residente nel comune di Reggio Emilia è "donna".
Comincia qui la nuova sfida della coesione sociale ed
interculturale della nostra comunità, visto che le donne,
sono le protagoniste di un nuovo processo sul quale
Reggio deve scommettere, superando innanzitutto quel-
la visione delle politiche sociali ancorata al modello
migratorio maschile.
Serve una normativa nazionale sull'immigrazione capa-
ce di mettere al centro della propria azione di tutela e di
promozione le donne affrancandole dalla subalternità al
permesso di soggiorno del marito, come fonte primaria
per la permanenza in Italia, in quanto ricongiunte.
Serve riavviare la rielaborazione culturale dell'integra-
zione, dove le donne straniere figurano ancora come
moglie o figlie di qualcuno ma poco o per niente cittadi-
ne del posto dove vivono e proporre una nuovo approc-
cio favorendo i processi partecipativi alla vita della città
per favorire anche una rappresentanza e visibilità.
Oggi il grande salto di qualità sta proprio nella nostra
capacità di interpretare le donne come risorse per la
coesione sociale capace di avviare un vero processo tale
da far evolvere le politiche dell'accoglienza in politiche di
cittadinanza attiva di cui i benefici non si limitano solo
all'immigrazione ma all'intera comunità..
Superare tutte le ambiguità e le contraddizioni norma-
tive che spesso non riconoscono agli stranieri i titoli di
studio e le competenze acquisite nel paese di origine è
prioritario.
Questo riguarda in percentuale più alta le donne stra-
niere spesso impiegate in posti subalterni, senza la possi-
bilità di crescere sfruttando al massimo le proprie com-
petenze.
Una condizione che risulta ancora più sfavorevole per le
ragazze straniere di seconda generazione, divise tra le
costrizioni dell'ambiente familiare e la pulsione a sentirsi
parte della società in cui sono cresciute e hanno studia-
to, con un conseguente aumento del senso di isolamen-
to.
Occorre partire dal presupposto che al centro dei pro-
cessi di integrazione sociale della nostra città vi sia la
donna immigrata.
Agevolare l'integrazione delle donne di origine stranie-
ra, significa anche una presa in carico della lotta alle dis-
criminazioni e la affermazione dei principi di parità di
trattamento e di uguaglianza esigibili comunque a pre-
scindere la cultura di appartenenza.
Mahta Woldezghi e Marwa Mahmoud
di MONDINSIEME, Centro interculturale
del Comune di Reggio-Emilia
CREME di BELLEZZA / Etichette e composizione
La crema o il latte per nutrire la pelle del viso vanno messi ogni mattina, come si idossano i vestiti per proteggerci dal fred-
do e dal caldo. Occorre massaggiarla per farla penetrare bene e la quantità si dosa anche in base alla successiva aggiunta
di trucco, per cui la pelle si trova ad avere una copertura pesante, come se aggiungessimo,
ai normali abiti, un piccolo impermeabile. Le creme in commercio sono tante e la domanda
è: quale scelgo? Qualche informazione può essere utile.
L'etichetta di solito è stampata a caratteri microscopici, con vocaboli inglesi di tipo chimi-
co-tecnico; gli elementi che la compongono devono, per legge, essere riportati in ordine di
quantitativo di percentuale (ma sono omesse le percentuali dei vari componenti), per cui il
primo ingrediente è sempre l'acqua, perché è il maggiore elemento fluidificante, e il secon-
do è la glicerina, in quanto è il prodotto più idratante. I componenti primari, adatti per la
pelle umana sono: olio di mandorle, olio di germe di grano, glicerina - che sono tre idratanti
-, poi i burri, ma non quelli di origine animale, perché hanno una composizione molecola-
re che tende a chiudere i pori; i burri vegetali sono i più adatti: olio di oliva, olio di giraso-
le - che è più idoneo di quello di arachide - burro di karitè che è vegetale, e va sempre messo
misto a qualche "diluente", perché è troppo grasso anche se è ottimo. Perché non vanno
bene quelli di origine animale? Perché "tappano" i pori della pelle. E la lanolina, glicerina,
vasellina ? La lanolina viene estratta dalla lana e dalla pelle delle pecore, la glicerina è estrat-
ta dai vegetali, la vasellina è estratta dagli idrocarburi - i gliceridi -. Di queste tre compo-
nenti, per il viso/corpo va evitata la vasellina, perché è un idrocarburo; in genere viene usata dagli sportivi per non avere
troppa sudorazione, cioè per non disidratarsi troppo. E' meglio evitare la lanolina che, essendo troppo grassa, tende a tura-
re i pori. In una crema può essercene contenuta, ma in dosi minimali, per dare corpo. La glicerina, invece, ha una funzio-
ne positiva sulla pelle perchè ha una struttura molecolare semplice, che ha la proprietà di mantenerne l'umidità; è di ori-
gine vegetale e favorisce l'idratazione. Delle tre marche che abbiamo preso in considerazione, in una sola è contenuto il
panthenol - che è il costoso estratto di placenta, molto nutriente per la pelle - , ma è scritto verso la fine dell'etichetta,
per cui ce n'è "un'ombra". In tutte e tre vi è un poco di lanolina e di acido stereatico, perché servono a dare corpo alla
crema. In una vi è anche un poco di biossido di titanio, (ma quanto?), che ha la proprietà di schiarire la pelle, di renderla
più bianca. Negli Stati Uniti le associazioni di consumatori sono molto severe verso la cosmetica e hanno ottenuto atten-
zione anche sulla qualità dei singoli componenti. Come c'è differenza di qualità tra una farina e l'altra, così anche le mate-
rie prime usate in cosmetica possono essere più o meno di qualità. Rossella Ciani