Numero 1 del 2009
Verso un nuovo mondo?
Testi pagina 28
Il fiorire di un dibattito sempre più
presente nei luoghi politici delle don-
ne e nel mondo scientifico e la con-
temporanea costruzione di luoghi
concreti di sostegno per chi vive si-
tuazioni di violenza, ha prodotto modelli di inter-
vento "specializzati" nella pratica di aiuto alle
donne, dando vita ad una teoria e una metodo-
logia di accoglienza da "esportare" nei luoghi isti-
tuzionali che intervengono sul problema, lavoran-
do con gli operatori dei servizi sociali, sanitari,
scolastici e delle forze dell'ordine, chiamati, per i
loro compiti istituzionali, a costruire progetti di
sostegno alle donne ed alle/ai bambine/i che vi-
vono situazioni di violenza e di abuso. "Il punto di
svolta nell'approccio al tema della violenza - af-
fermano le consigliere regionali Laura Salsi e Ga-
briella Ercolini - è la sperimentazione di una pra-
tica politica tra donne, che ribalta l'ottica dell'in-
tervento da una posizione che considera la don-
na come 'vittima', soggetto passivo e debole (pro-
cesso di vittimizzazione ritenuto senza via d'usci-
ta, perché connesso al 'destino' femminile), ad
una considerazione della donna come soggetto
credibile, forte, che interagisce con le violenze
subite, ma capace di fronteggiare la situazione
per proteggere se stessa e i propri figli. Una don-
na in difficoltà, ma capace di poterla superare e
di potere costruire nuove condizioni di vita per sé
e per i propri figli". È largamente diffusa l'opinio-
ne che la violenza alle donne interessi prevalente-
mente strati sociali emarginati, soggetti patologi-
ci, famiglie multiproblematiche. In realtà è un fe-
nomeno che appartiene più alla normalità che al-
la patologia e riguarda uomini e donne di tutti gli
strati sociali, esiste in tutti i paesi, attraversa tut-
te le culture, le classi, le etnie, i livelli di istruzio-
ne, di reddito e tutte le fasce di età. "Nella nostra
cultura la famiglia viene spesso identificata come
luogo di protezione dove le persone cercano
amore, accoglienza, sicurezza e riparo - continua-
no le consigliere del Pd della Regione Emilia Ro-
magna - Ma, come mostrano le evidenze, per
molte donne è invece un luogo di rischio, dove si
mette in pericolo la vita. Dai dati rilevati è il luo-
go dove più frequentemente viene agita la vio-
lenza, di solito ad opera di uomini che con le don-
ne hanno, o hanno avu-
to un rapporto di fiducia
e di intimità, ma anche
di potere. Quasi sempre
i comportamenti violenti
sono commessi da una
persona intima della
donna, il partner -convi-
vente, e da altri membri
del gruppo familiare
(padri, fidanzati, ex-
partner, fratelli, figli). La
violenza di genere si pre-
senta generalmente co-
me una combinazione di
violenza fisica, sessuale,
psicologica ed economi-
ca, con episodi che si ri-
petono nel tempo e ten-
dono ad assumere for-
me di gravità sempre maggiori". Nonostante tut-
to il lavoro svolto in questo trentennio, sul piano
pubblico, la violenza maggiormente "evidente" è
la violenza sessuale agita da estranei, mentre per
le violenze intrafamiliari è solo l'omicidio quello
che conquista rilievo rispetto ai media.
Restano nell'area grigia della non evidenza pub-
blica tutte quelle forme di violenza agite all'inter-
no della famiglia, che si presentano con le carat-
teristiche di un insieme di comportamenti che
tendono a stabilire e a mantenere il controllo sul-
la donna e a volte sulle/i figlie/i. "Si tratta di vere
e proprie strategie che mirano ad esercitare pote-
re sull'altra persona, ricorrendo a vari tipi di com-
portamento: distruggere i suoi oggetti, uccidere
gli animali che le appartengono, sminuire o deni-
grare i suoi comportamenti e il suo modo di es-
sere, mettere in atto scenate di gelosia immotiva-
te, minacciare di violenza, attuare forme di con-
trollo sui movimenti e sul denaro, imporre dei li-
miti che portano all'isolamento sociale", afferma-
no Ercolini e Salsi.
Il punto di svolta
nell’approccio alla
Violenza alle Donne
Pagine a cura del
Gruppo Partito Democratico
della Regione Emilia-Romagna
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