Numero 5 del 2010
Non solo madri
Testi pagina 28
maggio 2010 noidonne28
Qual è oggi la condizione dell'istru-
zione nel tuo paese?
Non buona, c'è un clima d'insicurez-
za che non aiuta. Nei villaggi in mano
ai talebani l'istruzione quasi non esiste;
le donne sono private di questo diritto.
In alcuni villaggi remoti non ci sono isti-
tuti scolastici. E poi c'è la piaga ende-
mica della povertà. E' difficile per i bam-
bini di famiglie povere, che non hanno
nemmeno i mezzi per soddisfare i biso-
gni più elementari, frequentare la scuo-
la. Circa 1/5 dei 28 milioni di afgani vi-
ve sotto la soglia di povertà. Il 40% del-
la popolazione non trova lavoro e la
maggior parte della popolazione spende
quasi tutti i propri introiti per procurar-
si da mangiare. Molti giovani abbando-
nano la scuola in cerca di un lavoro co-
munque difficile da trovare. Il tasso di
alfabetismo è molto basso: quello fem-
minile è solo del 4%.
E per quando riguarda la sanità?
Ci sono pochi ospedali. Alcuni sono
stati bombardati. Mancano le attrezza-
ture sanitarie e c'è carenza di personale
medico e para-medico. In alcune zone
rurali il diritto alla salute non esiste.
Non si trovano i servizi sanitari di base
e soprattutto non ci sono donne medico
e infermiere in grado di prendersi cura
delle pazienti, che non possono essere
visitate da un medico di sesso maschile.
Nelle grandi città esistono cliniche pri-
vate dove lavora personale medico stra-
niero, i cui costi sono da capogiro. Sono
state costruite per le leadership politiche
ed economiche e sono inavvicinabili per
la gente comune.
Secondo te, quali sono i problemi più
urgenti che le donne dovrebbero af-
frontare?
D i r e i
tre. Politi-
co: lottare
per sconfiggere il fondamentalismo reli-
gioso. Culturale: lavorare per sconfigge-
re il patriarcato e la cultura del famili-
smo, che ostacolano qualsiasi progresso
e avanzamento della donna in famiglia
e nella società. Economico: rimuovere
gli ostacoli materiali, poiché ciò aiuta a
migliorare effettivamente le condizioni
di vita.
Quali sono i provvedimenti che il go-
verno dovrebbe assumere per miglio-
rare lo stato delle donne afgane?
Quelli per combattere il crimine e la
corruzione. Dovrebbe, inoltre, lavorare
per la democrazia e in difesa della lai-
cità per rendere giustizia alle donne.
Dovrebbe, infine, introdurre misure eco-
nomiche per stimolare il lavoro femmi-
nile.
Non ci si può meravigliare, dopo il
quadro del paese che hai illustrato,
se in Afghanistan il tasso di suicidio
tra le donne è in crescita…..
In effetti c'è un aumento significativo
del tasso di suicidi femminili, soprattut-
to tra le donne di età compresa tra i 16
e i 25 anni che non vedono prospettive
davanti a sé, se non una vita piena di
umiliazioni e sofferenze. In molti casi,
dietro questi suicidi si annida la violen-
za, domestica e non, che affligge le don-
ne in una misura così rilevante da esse-
re considerata un fattore d'emergenza
nella società afgana.
Ci sono donne in top-position?
Si. Ma sono mogli di uomini di pote-
re: politici o businessmen. Esercitano il
potere che è loro attribuito dallo status
coniugale. Una di queste è la moglie di
Burhanuddin Rabbani (leader del parti-
to islamico Jamiat-e-Islami e deputato
in parlamento), che è un'importante
donna d'affari.
Che cosa ci dici a proposito della
partecipazione delle donne al voto
politico?
Ci sono stati tempi in cui l'affluenza
delle donne ai seggi era alta. Oggi si può
dire che il loro interesse è scarso, e que-
sto dipende dal fatto che non intrave-
dono cambiamenti a loro favore, qual-
siasi sia la compagine di governo. Le
donne afgane vedono violati anche i lo-
ro diritti politici. Almeno il 90% non ha
documenti e non può provare la propria
cittadinanza. Centinaia di seggi eletto-
rali riservati alle donne non sono aperti
in alcune aree del paese. Gruppi armati
le intimidiscono per impedire loro di
esercitare il diritto di voto. In circa il
50% delle province il dato dell'affluenza
elettorale delle donne è in calo.
Quante sono le donne in parlamen-
to? In che modo s'impegnano per la
causa femminile?
Circa il 27% dei seggi nel parlamen-
to è riservato per legge alle donne. Le
donne elette sono 68, ma sfortunata-
mente il loro impegno per la causa fem-
minile non è incisivo. Battersi per que-
sta causa può mettere a rischio la loro
vita. Esemplare è il caso della giovane
deputata Malaly Joya, che ha denuncia-
to la presenza in parlamento di persone
da lei definite "signori e criminali di
guerra" e che è stata sospesa dal suo
ruolo di deputato per aver aperto un
contraddittorio con un collega durante
una trasmissione televisiva. Oggi Ma-
laly Joya è sotto scorta ed è costretta
ogni notte a cambiare domicilio.
Intervista a Mehmooda (seconda parte)
Donne in Afghanistan:
un tunnel senza luce? Cristina Carpinelli