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Numero 3 del 2012

D come differenti


Foto: D come differenti
PAGINA 28

Testi pagina 28

REDAZIONALE

E | R Emilia-Romagna

8 MARZO 2012,
PER VOLTARE
PAGINA

di Marco Monari*

e in occasione dell’8 marzo 2012 volgiamo il nostro sguar-
do al di là dei conיִni nazionali scopriamo che l’anno che
ci siamo lasciati alle spalle è stato particolarissimo e im-
portante, per quanto concerne il protagonismo delle don-
ne in una delle stagioni più delicate che l’area mediter-
ranea abbia vissuto da molti decenni a questa parte.
Il ruolo delle attiviste nella recente ondata di rivoluzioni nel Maghreb
e nel Medioriente è stato, in alcune fasi, addirittura più rilevante
di quello degli uomini, in un contesto sociale, politico ed econo-
mico nel quale — per tradizione — eravamo abituati a vedere la pre-
senza femminile relegata troppo spesso a ruoli di secondo piano.
Sarebbe sbagliato ridurre questi eventi al ristretto contesto geo-
grafico nel quale si sono svolti e pensare che - al di qua del Mare
Nostrum - i diritti delle donne siano pienamente affermati, che il
tema non debba quindi continuare a essere una priorità nell’agenda
politica, istituzionale ma anche nel dibattito che le varie compo-
nenti della società svolgono. Non è cosi. Dall’ambito del lavoro e
delle professioni a quello del raggiungimento di un accesso pari-
tario alle cariche politiche ed elettive, dall’organizzazione di tem-
pi di conciliazione fra carriera professionale e maternità, alla sa-
crosanta richiesta di livelli retributivi più giusti, la strada da percorrere
è ancora lunga, in Italia.
Soltanto pochi mesi or sono nella stessa seduta dell’Assemblea Le-
gislativa dell’Emilia-Romagna tre colleghe consigliere (Anna Pariani,
Palma Costi, Paola Marani) hanno presentato a tutta l’aula altret-
tanti importanti provvedimenti legislativi poi trasformatisi in leg-
gi della Regione. Quel giorno come Presidente del Gruppo ho vo-
luto esprimere la mia soddisfazione per un evento che possiamo
tranquillamente definire “più unico che raro”. Il PD solo, infatti, da
anni applica il criterio della rigida alternanza donna-uomo sia nel-
le primarie per la scelta dei candidati, sia nella presentazione del-
le proprie liste alle competizioni elettorali di ogni ordine e grado.
E i risultati, più che positivi, si vedono.
In Emilia-Romagna la Commissione “perla piena parità tra don-
ne e uomini” alla cui presidenza siede la collega Roberta Mori
si è messa al lavoro: il 25 novembre si è svolto un partecipato
convegno e la visita ai centri antiviolenza di Parma e Bologna.
In questi mesi la Commissione ha dimostrato di considerare fon-
damentale il rapporto con le varie realtà territoriali (associative



in particolare) e la loro conoscenza diretta. Il16 dicembre scor-
so una delegazione ha partecipato a Ferrara ad un workshop sul-
la “medicina di genere”. È poi stata elaborata una Risoluzione
sulla rappresentanza di genere che impegna la Regione a in-
tervenire per una maggiore presenza femminile nelle istituzio-
ni regionali e ad approfondire il tema degli strumenti normati-
vi elettorali a riequilibrio e garanzia della parità di genere.

C’è un però, una macchia che, anche in una giornata di festa come
quella dell’8 marzo, non posso non ricordare a chi ci legge, af-
finché sia da pungolo per voltare pagina una volta per tutte. Al-
cune settimane or sono infatti il comitato “Se non ora quando?”
di Modena ha rivolto ai media una domanda che ci deve vede
re attenti alla realtà quotidiana, che talora fugge via troppo ve
loce per consentirci di riflettere: «Può una società tollerare an
cora la violenza alle donne? Può una società tollerare che nel no-
stro Paese 97 donne siano morte, nell’arco di un solo anno, per
mano del proprio compagno o ex compagno?». È una constata-
zione agghiacciante sulla quale ragionare e agire, ad ogni livel-
lo, perfar finire quella che, a mio parere, è una vera e propria sta-
tistica della vergogna per l’Italia.

In gennaio si è tenuta la visita a Roma della relatrice speciale del-
le Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, Rashida Manjoo,
in missione conoscitiva nel nostro Paese. La Manjoo ha dichia-
rato: «La violenza rappresenta tutt’oggi un problema di estrema
gravità che persiste nel mondo. Questa missione è un’opportunità
unica per discutere e valutare l’impatto delle politiche e dei pro-
grammi adottati dall’Italia per contrastare questo fenomeno».
Il mandato della relatrice speciale riguarda la violenza contro le
donne in tutte le sue forme: familiare, in ambito sociale o della
comunità, perpetrata o tollerata dallo Stato, violenza nella sfe-
ra transnazionale, compresa quella contro i rifugiati, le richiedenti
asilo e le immigrate.

Come emerge sono molteplici gli ambiti in cui la battaglia peri di-
ritti deve essere declinata. Anche grazie all’impegno di questa ri-
vista, alle sue redattrici, lettrici e simpatizzanti, alle quali ci lega una
collaborazione che ci onora da anni, auspico che saremo in grado
di proseguire assieme — e celermente — il cammino sulla strada del-
la piena e compiuta parità.

* Presidente Gruppo PD Regione Emilia-Romagna

DEMOCRAZIA, ,
0 E PARITARIA 0 NON E

di Roberta Mori, presidente Commissione regionale per la Parità

minazione sancito da molteplici fonti normative europee e convenzioni

internazionali, lo completa e lo rafforza nel rispetto della nostra C0-
stituzione. Il dogma dell’uguaglianza, però, se non perseguito con de-
terminazione tenace e testarda concretezza, diventa causa di tensioni so-
ciali, contraccolpi culturali ed emarginazione sociale.
Da qui l’urgenza di costruire un impianto giuridico che in tutti gli ambi-
ti di affermazione e sviluppo della persona umana ne garantisca digni-
tà e rispetto, rimuovendo gli ostacoli che impediscono oggettivamente

I l principio di uguaglianza è strettamente legato al divieto di discri-
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