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Numero 5 del 2007

Happy new family


Foto: Happy new family
PAGINA 27

Testi pagina 27

a Emilia Romagna Emilia Romagna
denti fra i 14 e i 25 anni, dimo-
stra infatti che il tema della pa-
rità dei sessi è ancora conside-
rato un problema dal 76% del
campione, che sale all'83% fra
le ragazze.
Un quarto (26%) delle giovani
intervistate, addirittura, ricor-
da esperienze di discriminazio-
ne legate al sesso negli ultimi
tre anni e racconta di maltrat-
tamenti o ingiustizie legate al
loro essere donne. Le ragazze
hanno indicato anche i luoghi
e le occasioni: per il 37% il luo-
go di lavoro, per il 20% la
scuola, per il 16% gli amici, per
il 7% la famiglia e per il 14%
persone sconosciute.
Le ragazze discriminate hanno
ricordato più spesso avances
ed un linguaggio offensivo
(22%), la scarsa considerazione
degli uomini (4%), differenze
di trattamento in ambito lavo-
rativo sia per la difficoltà di
trovare lavoro che per la retri-
buzione e, in generale, per il
trattamento riservato alle
donne rispetto ai maschi
(compiti più faticosi e sgrade-
voli attribuiti alle donne,
ecc.). Alcune intervistate han-
no ricordato anche esperien-
ze ed un trattamento diverso
fra i ragazzi e le ragazze all'in-
terno delle famiglie.
Esperienze personali a parte,
secondo il 67% degli intervi-
stati del tema si dovrebbe
parlare di più, in particolare a
scuola, ma anche nei mezzi di
informazione, nelle sedi poli-
tiche, in famiglia e nei luoghi
di lavoro. Una percentuale
appena superiore, il 68%, ri-
tiene che proprio il lavoro sia
l'ambito nel quale permango-
no le differenze più sostan-
ziose fra i due sessi, ma molta
strada è ancora da percorrere
anche in politica e nella cari-
che istituzionali (lo pensa il
17% dei giovani), nelle fami-
glie (14%), nella scuola (9%),
nei mezzi di informazione e
nella pubblicità (7%), nelle al-
tre culture e all'estero ('8%),
infine nello sport (4%).
Curioso è il pensiero dei giovanissimi a proposito dei
lavori più o meno adatti al sesso femminile. Non tutte
le professioni, infatti, sono considerate a misura di
donna. L'85% ritiene che, in assoluto, la professione
più "rosa" sia quella dell'insegnante, seguita dal medi-
co (67%), dal dirigente di un ente pubblico o di una
istituzione (51%), dal chirurgo (48%), dal dirigente
d'azienda (47%), dal politico (44%), dal poliziotto e
dall'operaio (18%). Al contrario, il 10% degli intervi-
stati (l'11% dei maschi) non vede di buon occhio una
donna dirigente d'azienda e un terzo, che diventa il
39% se si considerano solo i maschi, non apprezza
neppure la figura della poliziotta.
Passando a considerare le dinamiche familiari - il 94%
del campione vive con i genitori - si scopre che anche
in questo ambito, secondo i ragazzi emiliano-roma-
gnoli, le pari opportunità non sono pienamente realiz-
zate. Nella maggior parte delle coppie le decisioni, in
tema di spese, cura dei bambini e dei figli più grandi,
cucina, lavori domestici, sono sempre più comuni e di-
minuiscono, nel profilo di una "coppia ideale", le atti-
vità e le responsabilità attribuite alle donne o agli uo-
mini. Alcuni aspetti però, è il caso dei lavori di casa e
della cura dei bimbi piccoli, sono considerati respon-
sabilità femminile, al massimo condivisa tra uomini e
donne, mentre solo l'1% dei giovani pensano se ne
debbano occupare gli uomini.
Le donne? Lavorano di più ma sono pre-
carie e sottopagate
Più occupate, ma anche più precarie. Secondo dati diffusi
dall'Assessorato regionale al Lavoro, le donne lavoratrici in Emilia-
Romagna consentono alla Regione di superare, con un tasso di occu-
pazione del 61%, gli obiettivi previsti dalla Strategia di Lisbona per il
2010. Un dato suffragato anche dal tasso di disoccupazione femmi-
nile, fermo al 4,4% e dunque corrispondente alla metà di quello
nazionale ed europeo.
Tuttavia, se dal punto di vista numerico non c'è da lamentarsi, a fare
la differenza rispetto all'occupazione maschile è la qualità. Il lavoro
delle donne, infatti, resta più precario e meno pagato. Per quanto
riguarda il primo aspetto, le lavoratrici riescono a ottenere un lavoro
stabile soltanto verso i 40 anni, mentre per i colleghi uomini lo stes-
so risultato arriva 10 anni prima. Un terzo di esse ha un contratto
part-time, il 10% a termine.
Passando invece al capitolo retribuzione, a parità di condizioni con-
trattuali e di responsabilità le donne guadagnano il 27% in meno se
dipendenti, il 40% in meno se autonome. E faticano molto di più a
fare carriera, nonostante studino più degli uomini e ottengano, all'u-
niversità, risultati migliori.
Naturalmente queste condizioni influiscono anche sulla pensione, in
genere più ridotta, a causa dell'ingresso ritardato nel mercato del
lavoro dovuto al protrarsi degli studi e allo stipendio inferiore.
Disparità restano inoltre, anche se ridotte per le giovani coppie, nella
distribuzione dei carichi di lavoro in famiglia, con la conseguenza che
le donne finiscono per lavorare otto ore più degli uomini nell'arco
della settimana. Il record è delle ultratrentacinquenni, che raggiun-
gono le 60 ore lavorative settimanali.
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