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Numero 3 del 2007

Mimosa e non solo


Foto: Mimosa e non solo
PAGINA 27

Testi pagina 27

Rosa Rinaldi inizia giovanissima ilsuo impegno politico e sociale, che
matura nell'ambito del lavoro con la
Cgil fino ad arrivare nella direzione na-
zionale della FIOM. Negli anni '70 è Pre-
sidente del comitato di gestione del pri-
mo consultorio familiare realizzato nel-
la provincia di Milano e si occupa della
popolazione, specialmente femminile, a
seguito del drammatico evento di con-
taminazione di diossina dell'Icmesa di
Seveso. In quella realtà incontra i movi-
menti delle donne, in particolare l'UDI e
si impegna nelle battaglie di quegli anni
per una maternità libera e consapevole
e contro l'abrogazione della legge 194.
Assunto l'incarico di rappresentante
sindacale della CGIL alla Provincia di
Milano realizza, a metà degli anni '80,
la prima esperienza di Azione Positiva
nel pubblico impiego. Per Rifondazione
Comunista è prima Vice Presidente del-
la Provincia di Roma e oggi Sottosegre-
taria al Lavoro.
La presenza delle donne sul mercato
del lavoro italiano è ancora molto
bassa e sarà difficile raggiungere nel
2010 gli obiettivi di Lisbona.
Quali le priorità secondo lei ?
In effetti negli ultimi anni ab-
biamo assistito ad un generale
peggioramento nelle condizioni
di vita e di lavoro che hanno fat-
to arretrare diritti e dignità delle
lavoratrici e di tutti i lavoratori
più in generale. Si manifestano,
si aggravano e permangono con-
dizioni di grave discriminazione.
I livelli di disparità salariale tra
uomini e donne, le condizioni la-
vorative sempre più precarie e
perduranti nel tempo, le pensioni
sotto i livelli di sussistenza, le
nuove povertà, la perdita del di-
ritto di maternità, in primo luo-
go come diritto di scelta, sono i
segnali gravi che costituiscono
tutti una sorta di priorità , se
non di vera e propria emergenza.
Anche in occasione dell'Anno
Europeo per le Pari Opportunità,
intendiamo realizzare un pro-
gramma d'azione, che si propone
di superare condizioni di discri-
minazioni salariale ed occupa-
zionale, francamente intollerabi-
li, a più di 15 anni di distanza dalla
Legge 125. Secondo i nostri dati, oggi in
Italia le donne guadagnano da un mini-
mo del 15% fino ad un 40% in meno dei
loro colleghi uomini, a dispetto di livel-
li di scolarità decisamente più alti. Così
come "la precarietà è donna" in quanto
fra gli atipici più del 54% sono donne, a
fronte di una minore presenza femmini-
le nell'occupazione, specie al Sud dove
siamo drammaticamente lontane dagli
obiettivi di Lisbona. Riteniamo impor-
tante realizzare una sorta di 'Libro Bian-
co' sulla condizione delle donne che
sappia dar conto del lavoro delle donne
nel nostro Paese e sappia anche propor-
re soluzioni a breve ed in prospettiva.
Una nuova "stagione" di azioni posi-
tive potrebbe invertire questa ten-
denza fortemente discriminatoria
nelle retribuzioni?
Nel progetto che abbiamo promosso
per il 2007 ci proponiamo di sviluppare
a livello nazionale e locale azioni con-
crete ed innovative, tese a rimuovere le
differenze salariali. A seguito di questi
interventi valuteremo quelli più virtuo-
si, "Best Practices" per introdurre una
sorta di certificazione di qualità della
non discriminazione e proporre modelli
riproducibili ed esportabili anche sul
piano europeo. Si agirà, inoltre, sulle
politiche nazionali e locali anche attra-
verso la promozione e la revisione di
normative e nuovi dispositivi quali un
marchio di certificazione di qualità di
genere (bollino rosa).
Sulla base delle sue esperienze il ruo-
lo riproduttivo affiancato a quello
produttivo condiziona in maniera
differente il rapporto donna-lavoro
nelle diverse aree del nostro Paese e
rispetto al resto d'Europa?
Sicuramente quello delle politiche di
conciliazione rimane ancora oggi uno
dei grandi problemi insoluti nel nostro
Paese, che fa la differenza tra l'Italia ed
il resto dell'Europa.
Basti pensare che, ancora og-
gi, la nascita di un figlio toglie
più di una donna su 10 dal mon-
do del lavoro: il 40% delle donne
italiane che non lavora dichiara
di farlo per prendersi cura dei fi-
gli.
Il processo di condivisione del
lavoro domestico per le donne
italiane è a livelli molto arretrati
rispetto agli altri Paesi dell'UE,
ma il fenomeno dell'abbandono
del lavoro da parte delle neo-
mamme è determinato non solo
dalla debolezza dei servizi di
conciliazione ma anche da una
certa miopia dei datori di lavoro,
che, ancora oggi, sono spaventa-
ti dall'eventualità di assenza per
maternità e delle sue ricadute.
Questa svalutazione della mater-
nità da parte delle imprese è, a
mio avviso, il principale ostaco-
lo per tante giovani precarie per
potere scegliere liberamente
quando fare figli. Scelta che ri-
schia di essere proposta come
l'alternativa "obiettiva" alla sta-
bilizzazione.
Buone pratiche al Governo
Intervista a Rosa Rinaldi
un 'Libro Bianco' che racconti la condizione e il lavoro delle
donne nostro Paese e che proponga soluzioni a breve ed in
prospettiva. I progetti della Sottosegretaria
Alida Castelli
27noidonne marzo 2007
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