Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 1 del 2007

Che sia un anno di PACS


Foto: Che sia un anno di PACS
PAGINA 27

Testi pagina 27

Lo scorso mese si è concluso il "Forumsulla Cooperazione per la pace e la
solidarietà", serie di quattro appunta-
menti tematici organizzati dalla Coope-
razione Italiana allo Sviluppo - Ministe-
ro degli Esteri - sotto l'Alto Patronato del
Presidente della Repubblica Italiana.
Dopo le giornate dedicate a "Obietti-
vi del millennio e lotta alla povertà" e
"Beni comuni", l'incontro del 6 dicembre
è stata l'occasione per tornare a parlare
di "Tematiche di genere", argomento da
tempo al centro di una particolare at-
tenzione nella DGCS- MAE.
La sofferta vicenda delle donne del-
l'Africa, richiamata dalla Viceministra
Patrizia Sentinelli che ha presieduto gli
appuntamenti del Forum, è stato il
paradigma dal quale hanno tratto
spunto gli interventi
delle autorevoli ospiti:
Gertrude Mongela
(Unione Parlamentare
Interafricana), Noeleen
Heyzer (Unifem), Tho-
raya Ahmed Obaid
(Unfpa).
Al centro del dibatti-
to sono state le questio-
ni dell'empowerment
politico ed economico,
dell'educazione e della
cultura. Ne è emerso un
panorama globale che
conferma il forte l'impe-
gno della comunità in-
ternazionale nella defi-
nizione di strumenti
giuridici, politici e pro-
grammatici adeguati a superare le si-
tuazioni di discriminazione, ma comun-
que ancora fortemente caratterizzato
da limiti, insuccessi e sfide.
Tra queste, la questione della discri-
minazione economica delle donne, pro-
blema presente su scala mondiale, e
quella della povertà, ancora più grave -
è stato ricordato - in un mondo globa-
lizzato in cui le crescenti differenze ri-
schiano di provocare situazioni di
emarginazione e miseria ancor più
drammatiche che in passato.
Accanto all'empowerment economi-
co, importante anche come strumento di
difesa contro la violenza e gli abusi, la
questione della partecipazione ai pro-
cessi decisionali. "Sedere ai tavoli per fa-
re la differenza" è un'altra delle sfide che
non riguardano solo il continente afri-
cano, tormentato da miseria e da "men
made conflicts", ma la stessa Europa,
dove le percentuali relative alla parteci-
pazione delle donne alla vita politica ri-
mangono decisamente insoddisfacenti. I
casi in cui si è sfiorato un rapporto di
parità nella rappresentanza, come nel-
l'esperienza del Rwanda, risultano inve-
ro a tutt'oggi isolati. Tra gli altri casi
menzionati, quello dell'Afghanistan,
che tuttavia non sembra - a giudizio di
chi scrive - possa essere annoverato con
certezza tra le esperienze di successo.
Per affrontare vecchie e nuove sfide,
tra cui sono state indicate la cultura e
la religione, è stata ribadita l'importan-
za di un approccio rigorosamente "com-
munity based": solo questo potrà resti-
tuire centralità alle pratiche delle donne
e alle tematiche più tipiche delle loro
battaglie - quali la salute riproduttiva e
l'educazione - e garantire piena effica-
cia e reale sostenibilità alle politiche
promosse in loro favore.
Tra le indicazioni più preziose emer-
se nel corso dell'incontro, va poi ricor-
dato l'invito a non affidarsi solo alle
possibilità di cambiamento che partono
dall'esterno. L'iniziativa individuale e il
percorso interiore sono stati riconosciu-
ti come elementi essenziali, attraverso
l'esortazione di Gertrude Mongela ("sce-
gliete uno dei punti di Pechino e mette-
telo in pratica!") e il chiaro monito di
Thoraya Ahmed Obaid ("dobbiamo far
partire il cambiamento da dentro"), mo-
menti di grande intensità e forza comu-
nicativa.
Una raccomandazione infine è sca-
turita a più voci: il concetto di genere
prevede un reciproco, ed è dunque es-
senziale il coinvolgimento degli uomini,
perché il "progresso delle donne è il pro-
gresso di tutti".
Questi hanno rappresentato i tratti
salienti della riflessione, che ha visto
una larga partecipazione, anche attra-
verso la serie di interventi finali, di nu-
merose/i rappresentanti
ed esperte/i provenienti
da organizzazioni della
società civile, istituzioni
ed enti territoriali, mon-
do accademico.
Il bilancio della gior-
nata risulta dunque indi-
scutibilmente positivo:
numerose le indicazioni
per lo sviluppo di un'a-
zione sinergica tra i vari
attori interessati, forte
l'impegno ribadito dalla
rappresentante del go-
verno, che ha auspicato
un "un rapporto sintoni-
co" con la società civile.
La riflessione prose-
guirà, anche attraverso
il gruppo di lavoro tematico creato in
occasione degli Stati Generali della Co-
operazione e della Solidarietà Interna-
zionale e la missione di studio assegna-
ta al termine dell'incontro, che si vuole
supportata dal lavoro di gruppi e con-
dotta in maniera partecipativa.
La "madre" delle sfide, tenacemente
sostenuta da alcune nel corso degli an-
ni anche in Italia, rimane infatti quella
di mantenere alta l'attenzione su questi
temi. Per garantire la piena adozione di
un approccio di genere nelle politiche e
nei programmi di cooperazione - con un
auspicabile maggiore sviluppo nella di-
mensione dell'emergenza e della gestio-
ne dei conflitti - c'è ancora molto da di-
re e da fare.
Orizzonti globali, ma limitati
Cooperazione
tra le grandi questione del
terzo millennio vi è la
discriminazione economica
delle donne. Soprattutto nel
terzo mondo
Luisa Del Turco
27noidonne gennaio 2007
\


©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®