Numero 6 del 2008
1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?
Testi pagina 27
noidonne giugno 2008 27
che però rimane superficiale, infatti non sono
molti quelli impegnati nei gruppi di difesa
della Costituzione o nell'Anpi.
Quali sono le ragioni di questa disaffezio-
ne? Di chi sono le responsabilità?
Le responsabilità sono un po' in tutti, ma
anche degli stessi giovani. Certo la famiglia, la
scuola dovrebbero fare di più …ma se l'inte-
resse e la motivazione per un maggiore impe-
gno civile non è sentito dagli stessi giovani è
tutto più difficile. Devono aprire gli occhi, fare,
osservare, interrogarsi, insomma sentirsi prota-
gonisti. Responsabilità le ha anche la politica,
che negli ultimi anni ha scavato con la società
questa enorme distanza. Però, ripeto, dobbia-
mo essere prima di tutto noi a riprendere la
parola e ad assumerci delle responsabilità se
vogliamo cambiare quello che non ci piace.
Tiziana Bartolini
"C'era un comizio di antifa-
scisti e anche io dissi la mia.
Avevo 19 anni e da allora
non ho più smesso di parla-
re". Attuale vice presidente
nazionale dell'ANPI Laura
Polizzi, la partigiana 'Mirka',
fu costretta alla clandestini-
tà. Fu partigiana anche in
montagna e organizzatrice
dei Gruppi di Difesa della
Donna. Nel maggio del 1945,
tornata a Parma, seppe che
tutta la sua famiglia - quattro
persone - era stata deportata nei campi di concentramen-
to di Ravensbruck e Mauthausen, dove suo padre morì
pochi giorni prima della liberazione del campo.
Nel 1943 lei era minorenne, come poté fare la scelta
così forte di entrare nella Resistenza?
Sono cresciuta in una famiglia di antifascisti. L'8 settem-
bre in piazza Garibaldi avevano parlato gli esponenti dei
vari partiti. A un certo punto ci fu rumore e tutta la gente
se ne stava andando via… io mi sono arrabbiata e, arram-
picata sul monumento, ho gridato che non dovevano
abbandonare la piazza. Così i dirigenti dei partiti democra-
tici, gli stessi che poi hanno fatto la Resistenza, mi hanno
invitata ad impegnarmi. Chiesi il permesso a mio papà, che
mi disse: 'fai il tuo dovere'.
Furono tante le donne che sentirono quel dovere.
E dopo, una volta arrivata la Costituzione?
Il risultato più forte della Resistenza per le donne fu il
diritto al voto, cosa che non convinceva neppure gli stessi
uomini di sinistra. Per noi fu una gioia, un'esaltazione. La
Costituzione mi pareva la naturale conclusione della
Resistenza: avevamo lottato non solo per cacciare i nazisti,
ma anche per avere la democrazia, nuove leggi, diritti.
Perché secondo lei le giovani donne, oggi, dovrebbero
difendere la Costituzione?
Nella Costituzione ci sono i capisaldi del riconoscimento
pieno dei nostri diritti. E' importante che le donne, e anche
gli uomini, sappiamo che non sono sempre esistiti questi
diritti, che prima del 1948 non c'erano. Soprattutto noi
donne abbiamo ancora tante conquiste da fare, ma la stra-
da è aperta.
Tiziana Bartolini
affrontare situazioni molto difficili.
Una forza che l'ha contraddistinta
sempre, anche alla fine del conflit-
to mondiale. Dopo il matrimonio
con Alessandro e la nascita della
figlia, ha accettato l'idea del mari-
to di rifiutare la prestigiosa catte-
dra di Pisa, che gli era stata offer-
ta grazie ai suoi innumerevoli
meriti letterari, per diventare fun-
zionario di partito. Una decisione
che Adele ha saputo rispettare
fino in fondo, che l'ha portata a
smettere di lavorare e a seguire la
politica, diventando una delle
rarissime donne che facevano
comizi subito dopo la guerra. Una
grande prontezza di spirito quella
di Adele che ha affrontato la cam-
pagna elettorale del 1948 andando in giro per il territorio
imperiese, parlando in piazze gremite di persone, anche a
costo di essere presa a sassate". Com'era per lei affrontare
i comizi? "Ero digiuna di politica, ecco perché non parlavo di
teoria ma di vita pratica. Il grosso problema nella provincia di
Imperia era quello dei dispersi in Russia, circa 200. Nei comi-
zi affrontavo subito questo nodo che sapevo essere molto
controverso anche a costo, come in un discorso a San Biagio
della Cima, di essere presa a sassate. Non era facile essere
donna, in politica, e pure comunista. Ecco perché ai comizi
ero sempre scortata da tre compagni partigiani". Adele nella
politica è rimasta nelle retrovie, non assumendo quindi inca-
richi ufficiali. E' stata però una delle maggiori animatrici, nel
territorio imperiese, dell'UDI (Unione Donne in Italia) che si
occupava di organizzare manifestazioni e momenti di socia-
lità per le famiglie. Occasioni anche per discutere di temi
d'attualità e quindi, tra le righe, fare "politica".
Francesca Paglieri (in collaborazione con CGIL Imperia)
Adele Natta e Carla Cantone
Cgil nazionale
Che donna...
Resistente!