Numero 10 del 2009
RU 486: la pillola ideologica
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dell'attenzione di questa
amministrazione e della
maggioranza che la so-
stiene per le donne, e
della loro centralità negli
atti che quotidianamen-
te vengono approvati.
Questo, in particolare,
attiene il tema della sa-
lute e della prevenzione,
due aspetti fondamenta-
li nella vita di ogni per-
sona".
Per la mammografia
vengono fissate linee
guida ad hoc: lo scree-
ning gratuito per la dia-
gnosi precoce dei tumo-
ri della mammella, fino-
ra riservato alle donne
dai 50 ai 69 anni con
mammografia biennale,
viene esteso alle donne
in fascia di età 45-49 an-
ni (mammografia an-
nuale) e 70-74 anni
(mammografia bienna-
le). Le mammografie ur-
genti e urgenti differibili
devono essere assicurate
dai Centri senologici
pubblici e devono essere
definiti percorsi diagno-
stici individuali per don-
ne a rischio eredo-fami-
liare di tumore alla
mammella.
a Emilia Romagna Emilia Romagna
Formazione: 24,5 milioni contro la crisi
Al via le azioni formative del Patto
per attraversare la crisi
La Giunta regionale ha approvato il Piano delle politiche attive previsto
dal Patto per attraversare la crisi, sottoscritto a maggio tra la Regione e
le Parti sociali. Con un primo stanziamento vengono messi a disposizio-
ne 24,5 milioni di euro, 12 milioni per dare opportunità formative ai
lavoratori e alle imprese della Regione e 12,5 milioni per i fabbisogni spe-
cifici delle imprese che verranno determinati dai monitoraggi effettuati
congiuntamente dalle istituzioni e dalle parti sociali.
Le azioni formative che saranno realizzate dovranno soprattutto rispon-
dere alle esigenze di aggiornamento, specializzazione e qualificazione
dei lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali in deroga, ma
saranno rivolte a tutti i lavoratori, nella logica della parità di trattamen-
to. La formazione si rivolge alle imprese del territorio, per accompagnar-
le e sostenerle in questa fase di crisi ma anche per aiutarle ad adeguare
competenze, professionalità e strategie in vista della ripresa economica.
Anziani. Regolarizzare Colf e badanti: ecco come
Ha preso il via il primo di settembre l'iter per la regolarizzazione di colf e
badanti in servizio in Italia da prima del 30 giugno 2009. Si tratta di una
regolarizzazione contributiva, che consente l'emersione dal "lavoro nero"
di un numero di lavoratori e lavoratrici stranieri stimato tra i 500 mila e
i 750 mila. Presenze "clandestine", che prestano la loro attività di cura,
assistenza o lavoro domestico ad anziani e malati in molte famiglie ita-
liane e che, a causa del decreto sicurezza, entrato in vigore lo scorso 8
agosto e che ha introdotto il reato di clandestinità, si troverebbero in
gravi difficoltà, così come i loro datori di lavoro.
Il reato di clandestinità contenuto nel decreto sicurezza voluto dalla
destra oltre a punire con grande disumanità persone migranti che in
Italia vivono e lavorano da anni come colf, badanti, baby sitter, operai,
agricoltori penalizzerà le famiglie italiane, e in particolare le donne.
Meno aiuto domestico significa un maggiore carico di lavoro casalingo e
di cura per le lavoratrici italiane.
Per informazioni: tel. 800.196.196.
RU486 - Errani: "Nessun intervento improprio.
Per linee guida la sede del confronto non può che
essere la conferenza Stato-Regioni"
"L'Aifa ha deliberato di autorizzare l'ingresso della Ru486 anche nel
nostro Paese, dopo lunga istruttoria e seguendo quanto già da molto
tempo avvenuto nel resto d'Europa e in tanta parte del mondo. Tale deci-
sione non può essere oggetto di confusione o di interventi impropri". Lo
afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, che
precisa: "Altra cosa è garantirne doverosamente l'uso, come è giusto, nel
rispetto della legge 194 e in ambito ospedaliero.
"Fatti salvi questi principi - continua Errani - saranno la scienza, l'espe-
rienza, le competenze professionali, le scelte personali delle donne e non
la politica a stabilire le modalità di ricovero, somministrazione e assi-
stenza a tutela della massima sicurezza. "Se comunque si vogliono con-
dividere apposite linee guida - conclude - in un sistema che vede le
Regioni responsabili dell'organizzazione sanitaria, non può che essere la
Conferenza Stato-Regioni la sede del possibile confronto".
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