Numero 2 del 2009
Se 60 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar...
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ta, e quella del precedente governo, è quella di ga-
rantire livelli di assistenza su tutto il territorio, far-
si carico delle persone attraverso una continuità
assistenziale che coinvolga la persona stessa e tut-
ti i servizi pubblici e privati, puntare ad una inte-
grazione tra tutte le politiche per dare efficacia e
completezza all'intervento. Queste sono le sfide a
cui stiamo dando risposta.
Quali investimenti nel sociale sostiene la Regione
per il 2009, che sarà un anno difficile per le fami-
glie italiane?
L'investimento maggiore lo faremo sulla Non auto-
sufficienza: questa regione, di fronte alla crisi di
tante famiglie, ha scelto di investire per il prossimo
anno circa 400 milioni per l'assistenza alle persone
Non autosufficienti, anziani e disabili. Gli obiettivi
sono il sostegno alla domiciliarità, contributi eco-
nomici alle famiglie con un reddito basso che as-
sumono assistenti familiari, l'avvio di progetti in-
novativi di cura e assistenza, il sostegno alla resi-
denzialità.
Il riparto delle risorse del Fondo Sociale Regionale
2008 risente di un taglio del 30% effettuato dal-
l'attuale governo.
Nonostante questo, la Giunta ha deliberato uno
stanziamento pari a 83 milioni di euro, di cui 29,6
milioni destinati direttamente ai Comuni, 20 milio-
ni per i servizi 0-3 anni, mentre 18,7 milioni an-
dranno a realizzare il Fondo Locale di Distretto,
previsto dal Piano Sociale e Sanitario, in cui do-
vranno progressivamente confluire tutte le risorse
(locali, regionali, nazionali ed europee) destinate a
finanziare gli interventi e i servizi.
a Emilia Romagna Emilia Romagna
Presentato il Rapporto nascita 2007 dell'Emilia-Romagna, basato sul-
l'analisi dei dati contenuti nei Certificati di assistenza al parto (CedAP)
e curato dal Servizio sistema informativo sanità e politiche sociali del-
la Regione e dal Ceveas (Centro per la valutazione dell'efficacia dell'as-
sistenza sanitaria dell'Azienda Usl di Modena). Il rapporto contiene
quest'anno per la prima volta informazioni sul ricorso alle tecniche per
il contenimento del dolore nel travaglio del parto (utilizzate nel 28,2%
dei casi). "E' un'analisi interessante perché mette in luce due temi cari
a queste terre emiliano-romagnole - spiega la consigliera regionale del
Pd Laura Salsi -, in primo luogo che qui ci sono strutture efficienti e di
qualità in grado di affrontare le situazioni più complesse e diversifica-
te, in secondo luogo che, dove vi sono buone politiche di sostegno al-
l'occupazione femminile, la scelta della maternità è agevolata".
La nascita in Emilia-Romagna: i dati del 2007
I dati del rapporto si riferiscono a 39.792 parti che si sono verificati in Emilia-Romagna nel 2007
(40.370 i bambini nati). La premessa di riferimento è la popolazione regionale all'1 gennaio 2008:
4.275.843 residenti, con un incremento di oltre 52mila persone rispetto all'anno precedente e di oltre
328mila persone nell'ultimo decennio (crescita superiore all'8%). A determinare questo aumento ha
contribuito il crescente aumento della popolazione immigrata: il numero delle madri straniere negli ul-
timi cinque anni è passato da 17,1% a 24,6%. L'età media delle madri è di 31,5 anni, in leggero au-
mento rispetto all'anno precedente. Aumenta anche il numero delle donne di età uguale o superiore a
35 anni: 30% nel 2007, rispetto a 25,5% nel 2003. Rimane costante il numero delle minorenni (intor-
no allo 0,3%). Le madri non coniugate sono il 28,7% del totale, in forte crescita negli ultimi cinque an-
ni. Il 70,2% delle donne ha un lavoro (il 3,8% è disoccupata). Il 31,1% delle madri che ha partorito nel
2007 ha una scolarità medio-bassa, il 23% è laureata o con diploma universitario. Nel complesso, la
scolarità dei padri risulta inferiore. I parti a domicilio sono stati 91 (0,2%). Durante la gravidanza, il
62,8% delle donne si rivolge a liberi professionisti (ginecologi o ostetriche, consultori privati). Ma cre-
sce il numero di donne che si rivolge ai Consultori familiari pubblici: 30,6% (era il 23,4% nel 2003), in
particolare le più giovani (fino ai 24 anni) e le donne straniere rispetto alle italiane (77,6% contro
23,8%). In sala parto, nel 91,1% dei casi, la donna ha accanto a sé una persona di fiducia, prevalente-
mente il padre del bambino. Il ricorso a tecniche di contenimento del dolore nel parto è avvenuto nel
28,2% dei casi. In particolare, il 19,7% delle volte con metodi non farmacologici, il 6,9% con analge-
sia epidurale, l'1,6% con altro tipo di analgesia farmacologica. Nelle strutture di maggiori dimensioni
(con oltre 1500 parti all'anno) si riscontra il dato più alto di analgesia epidurale (10,5%). Il tasso di par-
ti cesarei è 30%, in lieve diminuzione nell'ultimo quinquennio.
Rapporto nascita 2007: in Emilia-Romagma
natalità oltre i valori medi nazionali