Numero 12 del 2010
L'amor che move ...
Testi pagina 27
di Cristina Melchiorri
S% AGLIA, IMPARA E DIMENTICA
STRATEGIE PRIVATE
Gentile dottoressa, sono Stefania e lavoro nella segreteria particola-
re di un assessore del Comune di Milano. Il mio compito consiste nel
ricevere le telefonate e gestire l’agenda degli appuntamenti. Sareb-
be anche un lavoro interessante, cosa che, di questi tempi, è tutt’al-
tro che banale. Il problema è che il mio capo è piuttosto umorale e,
quando sbaglio anche solo nella forma della comunicazione con chi te-
lefona, urla e strepita. Dopo mezz’ora gli è già passata e fa il simpa-
ticone come prima. Io, invece, ci soffro a lungo e la mortificazione mi
dura per giorni, perché penso che nella sua valutazione su di me, l’
errore commesso abbia un certo peso. Mi dà qualche consiglio?
Stefania V. Milano
Cara Stefania, quando si lavora si sbaglia, cioè si commettono errori e que-
sto è umano e succede a tutti. L’importante è imparare dai propri errori e
non ripeterli, sapendo che se ne faranno certamente altri. L’essenziale è che
non siano gli stessi. Ogni capo poi ha le proprie fissazioni e, fra queste, an-
che la forma con cui lo staff risponde al telefono è importante, è parte del-
l’immagine stessa del capo in questione, soprattutto se questo è un perso-
naggio politico. Consigli? Ad esempio: mai dire “l’assessore è al telefono”.
Perché se è al telefono finirà la comunicazione e quindi chi lo ha cercato si
aspetta di essere richiamato nel giro di mezz’ora. Se invece si dice “l’assessore
è riunione” e l’impegno si prolunga ci sta che la telefonata possa slittare al
giorno dopo. Proibito chiedere “Per che cos’era?” Meglio “Può anticiparmi
il motivo della telefonata?” e non dire “L’assessore è fuori” meglio, ”Al mo-
mento ha impegni fuori sede”. Ma soprattutto, e lo dico per te e per le don-
ne un po’ permalose: sbaglia, impara dall’errore e dimentica di avere sba-
gliato. Nessuno se ne ricorderà, se tu non terrai il broncio per un eventua-
le rimprovero. Tutti invece noteranno se sei di buono o cattivo umore. Non
rimuginare e procedi con il tuo lavoro. Cerca di far tesoro degli errori per
non ripeterli. Capita a chiunque di sbattere contro un palo…l’importante è
che non sia ogni giorno lo stesso palo.
2%noidonne | dicembre | 2010
JOB&JOB
# are impresa, e fare associazionismo sono impegni for#
ti, # isognosi di energia sia mentale c# e fisica e soprat#
tutto di tempo# # ome riuscite a conciliare la famiglia e il
lavoro?
Ognuna di noi ha la sua storia personale che si intreccia con
lavoro e associazione. Per quanto mi riguarda non ho figli,
ho un marito splendido che condivide il mio progetto lavo-
rativo iniziato ancora prima di conoscerci e che continua a
sostenere oggi con l’affiancamento del progetto culturale.
Condividiamo gli stessi ideali, il modo di leggere gli eventi
e i contenuti delle nostre azioni. Le relazioni che abbiamo
instaurato prima di conoscerci, e poi comunemente, sono la
ricchezza che ci accompagna anche in questa avventura che
è l’associazione. Il Caseificio infatti è nato proprio da un grup-
po di cari amici desiderosi di portare all’esterno idee e nuo-
ve iniziative per una città che amiamo molto. A uando il mo-
tore è proprio questo collante si possono fare grandi cose
e la fatica passa in secondo piano.
# e altre donne ti c# iedessero suggerimenti per avviare
un loro progetto sulla falsariga del vostro# # # quali sono le
tre cose assolutamente positive e le tre cose da non ri#
petere c# e ti sentiresti di sottolineare?
Gli aspetti positivi sono sicuramente la fortuna di fare ciò che
ami, la libertà di decidere come farlo e le relazioni personali
che si instaurano continuamente. Le tre cose da non ripe-
tere: beh questo è più difficile poichA ho sempre portato avan-
ti la politica dei piccoli passi: sono sognatrice ma con i pie-
di per terra. A ell’attività lavorativa ho la fortuna di avere dei
dipendenti in gamba che sentono l’azienda come loro e
un’amica socia con cui andiamo d’accordo quasi su tutto. Io
parlerei piuttosto di tre cose da non fare che invece sono mol-
to chiare: avviare un progetto non condiviso con soci e col-
laboratori, contare solo sulle proprie forze e competenze (il
lavoro di squadra è fondamentale) e sottovalutare l’impor-
tanza dell’aspetto amministrativo e finanziario delegando-
ne completamente ad altri la gestione.
# a uno a dieci, quanto ti senti realizzata e soprattutto
quanto credi di aver aiutato i tuoi sogni a realizzarsi?
Dire il massimo non è realistico ma visto che caratterial-
mente sono ottimista e positiva direi 9 poichA senza fretta
e assieme a molte persone ho costruito piano piano il mio
progetto anche variandolo strada facendo, e realizzato i miei
sogni. A questi se ne aggiungono sempre di nuovi che, così
come vengono espressi, cominciano a realizzarsi! Ricordo
una conversazione con un’amica: avevamo 22 anni, lavora-
vamo alle dipendenze di aziende diverse ma entrambe de-
sideravamo già allora fare qualcosa per noi e la nostra città.
I sogni di quella conversazione si sono avverati!
A scire dal Caseificio è come uscire da un luogo già un po’
mio e questo mi conferma che valeva la pena di raggiungere
la prima tappa di questo viaggio. La seconda sarà il Teatro
del Tempio a A odena. ?
????????????????????????????????????????????? ??????