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Numero 11 del 2010

Good bye lavoro


Foto: Good bye lavoro
PAGINA 27

Testi pagina 27

2 noidonne | novembre | 2010
JOB&JOB
cominciato a presentare domande ai concorsi; c’era un
bando per la carriera prefettizia che richiedeva tra i re-
quisiti l’appartenenza al sesso maschile. B o fatto ugual-
mente domanda e da l< si è aperto il ricorso che ha
portato alla sentenza B B .
Dalla discriminazione per legge degli anni -60 ad una
discriminazione pi, su0 dola, quella attuale. Quale è il
cortocircuito sul lavoro femminile?
In Italia le barriere formali sono state del tutto eliminate;
quello che manca è arrivare all’uguaglianza sostanziale
prevista dalla Costituzione. Per passare dall’eliminazione
delle norme in contrasto con i principi costituzionali al-
l’introduzione delle disposizioni previste come necessa-
rie c’è ancora molta strada da fare. Questo è il momento
in cui deve essere fatto il salto di qualità. Nei decenni
scorsi è stato raggiunto un grande risultatoB si è passati
dal principio dell’uguaglianza, che non teneva conto della
differenza tra i sessi, al principio della parità, che tiene
conto delle differenza nell’uguaglianza, al concetto di ge-
nere; lo dobbiamo alle lotte del movimento femminista.
Poi c’è stato, anche grazie al movimento internazionale
delle donne e alla Commissione nazionale per la parità,
l’approccio delle azioni positive. Quello che in Italia non è
scattato, come invece è avvenuto nei paesi scandinavi e
in Spagna, è proprio la capacità dei Governi e del Parla-
mento di affrontare in maniera concreta la questione e
intervenire con dei piani incisivi e delle norme di attua-
zione dei principi.
0 e i 0 overni non sono stati in grado, secondo lei la so-
ciet0 italiana è pronta a recepire questi principi?
Ci sono tanti gruppi di pressione formati da donne che si
battono per l’applicazione di questi principi ma questa
pressione è limitata dal fenomeno del rifiuto della diver-
sità che è molto comune soprattutto tra le piB giovani.
Una ragazza di oggi che segue gli studi con successo
spesso ritiene sia discriminante mettere in evidenza la di-
versità di genere. In seguito le donne si scontrano con la
realtà, o per l’accesso al lavoro o nell’ambiente profes-
sionale; per non parlare poi del problema del lavoro di
cura, che nel nostro paese è praticamente solo sulle
spalle delle donne, per la scarsa condivisione con gli uo-
mini e i pochi servizi.
0 ello scenario odierno di un mercato del lavoro che ten-
de a ridurre le tutele e i diritti conquistati nel -900, le
donne sono il classico -vaso di coccio tra i vasi di fer-
ro’. Cosa accadr0 ?
utta la nostra Costituzione di basa sul principio di garan-
tire la libertà nell’uguaglianza, in particolare tra impresa e
lavoro. Però ci si sta allontanando da questo equilibrio, l’at-
tuale governo da’ la prevalenza alla libertà e rischiamo che
prevalga la legge del piB forte, indebolendo il sistema de-
mocratico basato sulle regole. E questo incide pericolosa-
mente sulla condizione umana, su quella dei lavoratori in
particolare e delle donne ancora di piB .
Cosa manca alle giovani donne di oggi?
A molte, non certo a tutte, manca la consapevolezza,
degli ostacoli che incontreranno e di quello che le donne
italiane hanno conquistato. Non conoscono le battaglie e
le vittorie, non sono consapevoli di quanto la Costituzione
e lo stato democratico influiscano sui destini personali.
B o constatato che molti la pensano come me e attribui-
sco a questo il successo delle celebrazioni dei cin-
quant’anni della sentenza provocata da un mio ricorso. E,
inoltre, molti, tra le giovani donne e i giovani uomini non
sanno che questi diritti sono labili e possono essere per-
duti.
Che cosa è l’associazione -0 spettare stanca’ di cui è pre-
sidente?
Per me, e anche per le altre fondatrici, ha rappresentato
una possibilità di incanalare la rabbia e la frustrazione
vissute nel B 00B dopo l’approvazione della legge eletto-
rale. Ero nel gruppo di donne che aveva seguito in Parla-
mento l’iter di questa riforma, di cui vedevamo i pericolosi
aspetti di carattere generale, evidenziati dall’opposizione
in Parlamento e riscontrati in seguito nella sua applica-
zione. Abbiamo tentato di far introdurre almeno delle ga-
ranzie per la presenza femminile. Siamo state vittime di
una beffa in quanto sono state fatte approvare norme
sulla rappresentanza femminile ad un solo ramo del Par-
lamento, in modo che non arrivassero in tempo utile per
introdurle nella legge elettorale. ‘Aspettare stanca’ è nata
ed è ancora impegnata per sostenere la rappresentanza
democratica e la presenza qualificata delle donne nei luo-
ghi decisionali.
Quali sono i suoi prossimi o0 iettivi?
Sono tra le promotrici, e siamo alla ricerca di altri fonda-
tori e fondatrici, della Rete per la Parità, un’associazione
di promozione sociale che, partendo dal patrimonio di co-
noscenza e riflessione raccolto negli anni da tante asso-
ciazioni di donne e studioseB i, e dal lavoro del Comitato
50B B B 0, costituitosi per le celebrazioni di una lontana
sentenza del 19B 0, vuole costruire con le giovani donne e
i giovani uomini la consapevolezza indispensabile per su-
perare indifferenza, e condizionamenti ed impegnarsi in-
sieme, donne e uomini, giovani e meno giovani, per un
obiettivo comuneB la democrazia paritaria. ?
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