Numero 6 del 2010
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scontra, invece, la
massima concen-
trazione dei fattori
di povertà (5,8%). Al contrario, nelle
famiglie povere con figli, il dato combi-
nato dei tre fattori di povertà raggiunge
il 9,5%. La presenza di almeno un fatto-
re di povertà è osservabile in quasi tut-
te le famiglie povere, a prescindere dal
numero dei figli (95,3% delle famiglie
povere con figli e 93,5% di quelle pove-
re senza figli). Anche nelle famiglie non
considerate povere, la presenza di alme-
no un fattore di povertà è abbastanza
significativa: 73, 4% con figli; 47,5%
senza figli (Grafico 2).
L'indagine NSPSP ha messo in rela-
zione anche i tipi differenti di fattori di
povertà. Ad esempio, il carico legato al
numero dei figli minori da mantenere
(carico demografico) e quello che, inve-
ce, non dipende da esso. Nelle famiglie
russe prevale il carico familiare non le-
gato al numero dei figli minori da man-
tenere. Solo nel 15,8% delle famiglie rus-
se (con figli) è il carico demografico, le-
gato al numero dei figli minori da man-
tenere, il fattore che genera povertà.
Molto più determinante è il fattore cor-
relato al mercato del lavoro (disoccupa-
zione o salari inferiori al minimo di sus-
sistenza degli adulti in famiglia): 37,1%
famiglie con figli e 54,9% famiglie senza
figli. Particolarmente significativa è an-
che la combinazione del fattore demo-
grafico di povertà (carico legato al nu-
mero dei figli minori da mantenere) con
i fattori legati al mercato del lavoro:
30% delle famiglie con figli.
Tra le famiglie povere con figli, mol-
to comune è la combinazione dei diver-
si fattori di povertà (44,3%). In questo
caso, tuttavia, la povertà è soprattutto
dovuta al basso reddito o alla disoccu-
pazione dei membri adulti della fami-
glia. Infine, nelle famiglie povere senza
figli, il fattore di povertà che incide più
di tutti sulla condizione economica fa-
miliare è la situazione dei membri adul-
ti abili al lavoro in relazione al mercato
del lavoro - salari inferiori al minimo di
sussistenza o disoccupazione: 93,5%
(Grafico 3).
L'analisi dello status delle famiglie,
utilizzando come indicatore il possesso
di beni materiali non monetari, ha rile-
vato che dal punto di vista della pover-
tà non vi è una stretta correlazione tra
la povertà definita sulla base dell'acces-
so a beni monetari e sulla base dell'ac-
cesso a beni non monetari: molte fami-
glie, che non sono povere dal punto di
vista del reddito monetario, lo sono, in-
vece, in relazione alle condizioni abita-
tive, o viceversa. Se la povertà è consi-
derata sulla base dell'accesso delle fa-
miglie ai beni materiali di carattere non-
monetario, senza dubbio le famiglie con
figli minori a carico sono da classificare
tra la popolazione povera. In questo ca-
so, quelle incomplete e quelle numerose
risultano essere le più svantaggiate.
Le famiglie con figli rappresentano
più del 50% del numero totale della po-
polazione povera in quasi tutte le regio-
ni russe. Le città capitali (Mosca e San
Pietroburgo) costituiscono un'eccezione,
poiché qui è più facile trovare un lavo-
ro. Nelle regioni prevalentemente orien-
tate verso l'occupazione maschile, le fa-
miglie incomplete sono le più esposte al
rischio di cadere nella trappola della
povertà. In tutte le regioni, le famiglie
numerose e incomplete sono quelle più
inclini ad essere povere, ma esse sono
numericamente poche e, per questa ra-
gione, sono le meno visibili.
nella Russia di Medvedev, il livello dei consumi si è innalzato e gli standard di vita
della popolazione non sono più quelli degli anni novanta. Ma a godere dei migliorati
livelli di vita della popolazione è soprattutto il nuovo ceto medio, un gruppo sociale
che si colloca tra una classe oligarchica molto ricca - i siloviki - e la grande massa
della gente, che deve fare ancora i conti con la trappola della povertà