Numero 6 del 2008
1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?
Testi pagina 26
giugno 2008 noidonne26
"La mia famiglia mi ha
insegnato a farmi domande,
ad osservare il mondo intor-
no a me. Poi c'era il mio
interesse che ho coltivato
leggendo per capire cosa
fosse stato l'antifascismo e
cosa significava essere anti-
fascisti". Barbara Cassinari,
dell'Anpi di Lodi, partecipa
attivamente all'organizza-
zione della prima Festa
dell'ANPI. Ha 26 anni, è laureata in Lettere moderne e dopo
una serie di colloqui - rimasti senza risposte - grazie al
diploma magistrale ha trovato lavoro come maestra in un
scuola primaria. L'entusiasmo per il suo lavoro non è affie-
volito dalla precarietà della situazione. "Volevo impegnarmi
in politica e nella società, ma non riuscivo a trovare un par-
tito che mi rappresentasse e nell'ANPI ho trovato dei valori
forti, che avevano una base storica. Ho conosciuto persone
straordinarie, una per tutti Maria Cervi, che mi hanno edu-
cata ad essere antifascista".
Questa parola talvolta sembra pronunciata con imba-
razzo. Come fosse fuori moda. Che significa essere anti-
fascisti, oggi?
Credere in valori importanti come libertà, pace, giustizia
avendo piena consapevolezza delle loro origini: la
Resistenza e la Lotta di Liberazione. Sono valori più che mai
vivi, ma che richiedono la conoscenza della storia che ci ha
preceduto. Oggi noi giovani dobbiamo lottare per i nostri
diritti, che sono diversi, ma che hanno radici solide e non
astratte. E' importante anche portare avanti la memoria
della Resistenza: ci sono tante storie che ancora non sono
state raccontate.
Perché la Costituzione è importante per le donne?
Le donne parteciparono all'Assemblea Costituente e al
percorso che ha determinato le leggi e le regole della
nostra democrazia. Fu un fatto straordinario e se noi
donne, oggi, prendiamo coscienza di quello che sono state
le madri della Costituente e, ancora prima, delle donne che
hanno fatto la Resistenza, possiamo sentirci più forti e con-
tinuare a lottare. E' indispensabile, visto che tanti diritti
sono minati. Conoscere la nostra storia la storia di libera-
zione, dalla resistenza agli ani '70 fino ad oggi,
può renderci più unite.
C'è un principio costituzionale che è partico-
larmente significativo per le donne?
La laicità è molto importante, ma credo che il
principio della parità dei diritti, intesa come
rimozione degli ostacoli che impediscono la
piena realizzazione di un individuo sia decisivo
perché ci consente di mantenere la nostra spe-
cificità femminile ma ci garantisce pari diritti
nel lavoro, in famiglia e in ogni aspetto della
vita privata e pubblica.
I giovani sentono la Costituzione come la
regola fondante del nostro vivere civile?
In parte. Manca una conoscenza chiara e,
anche se parlano di libertà e valori, non hanno
consapevolezza e coscienza di come questi
diritti sono arrivati a noi. C'è una percezione
La parola
spetta
ai giovani
60° COSTITUZIONE, diritti delle donne
Una vita “bella”
Una vita "bella", trascorsa con un'intensità particolare e unica,
come forse poteva essere solo quella della moglie del depu-
tato imperiese Alessandro Natta, "ultimo segretario del PCI"
come egli stesso sosteneva, mancato nel 2001. E' la vita di
Adele Morelli, 91 anni, che con grande lucidità ricorda, e rac-
conta, tutto quello che hanno significato la Seconda Guerra
Mondiale, il Dopoguerra e le vicende più recenti. Ci sono così
tante cose da scoprire e da imparare nelle parole di Adele
Morelli Natta che, ogni volta si conversa con lei, non si può
fare altro che tornare alla propria vita arricchiti di qualcosa in
più. A partire dalla sua gioventù, trascorsa in collegio, luogo
dove, giovanissima, si innamora di Alessandro Natta e inizia
con lui un rapporto lungo praticamente 70 anni. Adele ricor-
da con grande lucidità il periodo della guerra e soprattutto
quella vissuta dalle donne, come lei stessa spiega. "Nei con-
flitti gli uomini vanno sì a combattere, ma sono le donne che
rimangono a lottare con il cuore. Sulle loro spalle vengono
caricate tutte le responsabilità, il lavoro ma anche la casa e i
figli. Sono spesso le donne che sanno reagire con forza alla
tragicità della vita". Lei ha vissuto intensamente gli anni
della guerra con un coraggio non comune. Significativa
la vicenda della "noce", ce la racconta? "Durante la guerra
le lettere, a causa della censura, dovevano rimanere aperte.
Nell'estate del '44 decisi di mandare ad Alessandro, che era
prigioniero in un lager tedesco, un pacco contenente alcune
cose, come sigarette, cioccolata, zucchero, che cucii a mac-
china in due fazzoletti nuovi, che potevano sempre far como-
do, e frutta secca. Mi venne in mente di aprire in due parti
perfette una noce e tolto tutto il gheriglio vi misi all'interno
un fogliettino con alcune informazioni che sicuramente mi
sarebbero state censurate. Il "trucco" funzionò e lo venni a
sapere perché Sandro mi scrisse successivamente in una sua
lettera "Sarò per sempre amico delle noci". Quella missiva
segreta, che Sandro lesse a tutti i compagni, fu una vera
gioia collettiva". Adele ha prestato il proprio lavoro all'ospe-
dale militare a contatto diretto con gli orrori della guerra,
con i feriti e i morti. Con grande forza d'animo ha saputo