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Numero 3 del 2009

Una festa nella crisi: lotta marzo


Foto: Una festa nella crisi: lotta marzo
PAGINA 26

Testi pagina 26

marzo 2009 noidonne26
Nostro malgrado, le donne ai verticinel nostro Paese sono sempre delle
"rarità". Se poi ci addentriamo in quei
settori considerati tradizionalmente ma-
schili, come ad esempio il conseguimen-
to di una laurea in ingegneria edile,
possiamo immaginare le difficoltà di un
percorso lavorativo e di carriera. Nel
caso di Rita Finzi c'è un'aggravante: cor-
reva l'anno 1974. Nonostante le pre-
messe, già nel '79 diventa Responsabile
del Servizio Ricerche e Progetti del Con-
sorzio Cooperative Costruzioni (CCC)
di Bologna. Nell'88 ne diventa Direttore
Tecnico e, confermando la scalata ai
vertici, nel '95 assume l'incarico di Di-
rettore della Divisione Progetti Speciali,
sino ad oggi che ricoprire il ruolo di Vi-
cepresidente di Legacoop di Bologna e
membro della Direzione Nazionale.
Gentile, gran classe, determinata e
con poco tempo da perdere ma senza
trasmettere frenesia. Al primo impatto
ho avuto la sensazione che i temi ri-
guardanti le pari opportunità non fosse-
ro ai primi posti della sua agenda. Ma,
quasi contemporaneamente, ho capito
che bisognava andare oltre ed esplorare
la sua esperienza, i suoi punti di vista
rispetto alle tematiche di genere e non
solo.
Cosa rappresenta per lei l'8 marzo ?
E' l'occasione annuale per fare il pun-
to sulle distanze di genere, mimose a
parte e di cui farei volentieri a meno
poiché le donne non hanno bisogno di
lusinghe ma di opportunità.
Deve essere una giornata di studi e
presentazione di rapporti, progetti, per
aiutare tutti i settori della nostra socie-
tà a risalire dagli ultimi posti che l'Italia
occupa nelle graduatorie europee relati-
ve al ruolo femminile nel mondo econo-
mico ed industriale.
La conciliazione dei tempi di vita e
di lavoro a suo avviso, è un proble-
ma concretamente risolvibile senza
penalizzazioni per le donne?
La questione della "conciliazione" de-
ve riguardare sia l'uomo che la donna.
Oggi nella giovane coppia lavorano en-
trambi ed entrambi sono costretti a di-
vidersi il lavoro dentro e fuori casa.
L'aiuto, sul piano della conciliazio-
ne, ai giovani con bambini, ed ai meno
giovani con pesanti impegni organizza-
tivi famigliari è un obiettivo di civiltà,
che altri paesi, soprattutto del nord Eu-
ropa, stanno raggiungendo con un forte
impegno in termini di servizi rivolti al-
l'uomo come alla donna. In questi paesi
più avanzati, gli uomini sono addirittu-
ra incentivati ad usufruire di tali servi-
zi, proprio per equilibrare fra uomo e
donna l'opportunità di carriera nel la-
voro. Questo approccio sicuramente nel
nostro arretrato Paese potrebbe far mol-
to discutere, ma per tornare alla do-
manda, credo che gli aiuti per concilia-
re tempi di vita e di lavoro alla donna,
possano essere un concreto aiuto solo se
accompagnati tassativamente dalla ga-
ranzia offerta alla stessa donna di per-
corsi di carriera, che oggi nella maggior
parte delle aziende non solo non sono
assicurati, ma neppure impostati.
In assenza di adeguati percorsi di
carriera gli aiuti alle donne per la "con-
ciliazione" rischiano di essere solo un
aiuto al reddito se non addirittura una
penalizzazione.
Analizzando la composizione degli
organismi costituiti all'interno del
Consorzio, Consiglio di Sorveglian-
za, di Gestione e di Vigilanza, non si
registra una sola presenza femmini-
le? E' una scelta o una casualità ?
No, non si registra oggi nessuna pre-
senza femminile negli organi decisionali
del Consorzio, che ha 195 dipendenti e
più di due miliardi di euro di giro d'af-
fari, fra lavori e procurements.
Come Direttore Tecnico del CCC e
Direttore Progetti Speciali ho tuttora la
responsabilità dei contratti fra i più im-
portanti acquisiti da CCC, dall'Alta Ve-
locità ad interventi in finanza di proget-
to e, sono stata membro del Comitato
Esecutivo del Consorzio fino al momen-
to in cui è stato deliberato il passaggio
al "sistema duale".
Con l'occasione di quest'ultima tra-
sformazione, l'azienda ha ritenuto di
non riconfermare il mio ruolo in Consi-
glio di Gestione, 'scegliendolo e non per
caso', per usare gli stessi "termini" della
domanda. Naturalmente la decisione
mi ha amareggiato ed ha inevitabilmen-
te condizionato una serie di mie succes-
sive decisioni, ma è spiegabile proprio
in quell'atteggiamento di diffidenza nei
confronti delle donne, soprattutto se
preparate, che caratterizza ancora il
nostro ambiente, che esprime complessi-
vamente un management fortemente
conservativo e scarsamente attento ad
innovazione e cambiamento.
Auspico che le generazioni future che
entrano oggi nelle nostre imprese coope-
rative, possano vivere e lavorare in un
clima aziendale rinnovato, che sappia
esprimere un management, consapevole
Meno lusinghe e più opportunità
Intervista a Rita Finzi
Donatella Orioli
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