Numero 11 del 2010
Good bye lavoro
Testi pagina 26
2 noidonne | novembre | 2010
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B&
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inquanta anni fa una memorabile sentenza della
Corte Costituzionale, apriva alle donne la porta
delle carriere fino a quel momento precluse. a
persona a cui dobbiamo questa conquista si
chiama Rosa liva, una ragazza che aveva intra-
preso il ricorso costituzionale perch8 voleva di-
ventare Prefetto. a sua storia, che si arricchisce in questi
giorni della nomina a Grande Ufficiale della Repubblica
italiana, ci da’ lo spunto per riflettere e fare un bilancio
sulle donne nel mondo del lavoro.
artiamo dal 960, l’anno della sentenza . Dopo
anni la Costituzione era ancora inapplicata. C’è volu-
to il coraggio di una ragazza appena laureata per ri-
mettere a posto le cose. Che paese era l’talia per una
giovane donna?
Non era un paese aperto ad accogliere innovazioni nella
condizione femminile. Quando esternavo le mie rimo-
stranze sulla segregazione femminile nel mondo del lavoro
mi si opponevano delle argomentazioni come =sei sicura
che le donne possano davvero fare il prefetto>. C’era sia
l’UI Unione onne Italiane che il CI Comitato Italiano
emminile però io ne ignoravo l’esistenza, quindi il mio per-
corso, non per scelta, era all’epoca al di fuori delle associa-
zioni femminili. Ero una ragazza che aveva studiato e non
accettava una discriminazione in quanto donna; trovavo la
norma del 1919, che escludeva ancora le donne da alcune
carriere, ingiusta e incoerente con la Costituzione e quindi
mi sono ribellata. E’ stato un gesto individuale.
lei che ragazza era? Quale è stata la sua formazione?
A distanza di cinquanta anni sto provando a ricostruire i
contorni di quella giovane. Provengo, da parte di mio
padre, da una famiglia meridionale con una cultura radi-
cata profondamente nel diritto e nelle regole. a parte
materna, anche questa una famiglia napoletana, mi è
stata tramandata una tradizione quasi totalmente al fem-
minile; le mie tre zie, nate nei primi decenni del ‘900,
hanno lavorato e studiato da sempre conciliando lavoro e
famiglia, come del resto una zia e varie cugine da parte di
mio padre. Insomma degli esempi di donne emancipate
ed avanzate rispetto ai tempi. Quindi un contesto fami-
liare molto stimolante.
Come è nata questa sentenza storica?
Soltanto adesso ho capito, guardando i dati sulla fre-
quenza delle donne all’università negli anni ‘50, che ero
una ragazza privilegiata. Allora non me ne rendevo conto,
perch8 mi trovavo a frequentare un gruppo di studenti e
studentesse numericamente pari. Sono stati invece gli
studi giuridici che ho intrapreso che mi hanno resa con-
sapevole della discriminazione che stavamo vivendo.
Avevo deciso di intraprendere una carriera pubblica e ho
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DALLA RIBELLIONE INDIVIDUALE ALLA BATTAGLIA COMUNE.
CINQUANT’ANNI FA UNA SENTENZA CHE HA CAMBIATO LA STORIA
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