Numero 10 del 2015
Madri
Testi pagina 26
24 Ottobre 2015
“Sono sempre stata ambientalista e, da imprenditri-ce agricola, vivevo le contraddizioni di non riuscire a produrre in modo naturale e biologico”. Renata
Lovati, presidente di Donne in Campo/Cia Lombardia, non
ha dubbi: quella biologica non solo è un’agricoltura rispettosa
dell’ambiente e della salute, ma è anche sostenibile economica-
mente. “C’è voluto coraggio a riconvertire un’azienda di vacche
da latte fondata nel 1980 portandola totalmente al biologico: tutti i
tecnici ci sconsigliavano. Ci dicevano che non era possibile pro-
durre latte se non ricorrendo all’aiuto della chimica. Il coraggio
ci é stato dato dai cittadini, riuniti nei gruppi di acquisto solidale,
che si sono impegnati ad acquistare i nostri prodotti”. Nel 2009
la grande decisione di passare alle produzioni naturali modifi ca
anche le modalità di vendita e il latte, che prima era conferito
all’industria, viene in parte lavorato da un piccolo caseifi cio pro-
ducendo formaggi freschi e yogurt. La conversione al biologico
dell’azienda Cascina Isola Maria è fatta per contaminazione, se
così si può dire, ed è bello ascoltare il racconto di Renata. “Un no-
stro vicino aveva iniziato a far fare la raccolta nell’orto direttamen-
te ai cittadini. Oggi è di moda, ma dieci anni fa era un percorso
agli inizi. Il Parco Sud, dove sorge la nostra azienda, è uno dei più
grandi parchi agricoli europei con i suoi originari 47mila ettari. Nel
2009, con l’idea di immaginare un cambiamento, venne creato
un distretto di economia solidale a partire dai contadini dispo-
nibili ad aderire al progetto. L’accordo consisteva nell’impegno
dei cittadini nel comperare i nostri prodotti biologici favorendo la
produzione di formaggi, carne, uova, riso, farine biologiche, frutta
e ortaggi. La cosa bella é stata che si sono poi aggiunte altre ca-
scine. In tutto nel parco siamo una ventina di aziende biologiche
e chi ha fatto questa scelta non è tornato indietro. Si è creato un
grosso fermento culturale che è stato uno stimolo per noi. Abbia-
mo investito nella multifunzionalità perché volevamo dimostrare
che invece della monocultura si poteva fare altro”. Una scom-
messa vinta, dunque, e nuovi obiettivi da raggiungere. “Oggi la
nostra lotta è la difesa di una zona conosciuta in tutta Europa:
chiediamo di preservare il territorio e di non costruire una nuo-
va strada, che nelle intenzioni della Regione Lombardia sarebbe
la chiusura dell’anello a sud di Milano con un sistema di nuove
tangenziali, e vogliamo far capire che la viabilità può essere ri-
qualifi cata. Il fronte che contrasta questa opera è vasto, insieme
a noi ci sono anche dei sindaci”. Non è una donna dai mezzi
toni, Renata, ed è stata sorpresa quando l’assemblea regionale di
Donne in Campo nella sua regione l’ha scelta come presidente.
“È stato signifi cativo che abbiano sostenuto una persona che ha
le mie idee. Nel mio programma ho scritto che volevo avvicinare
Coltivare la terra e allevare animali
in modo biologico e nel rispetto
dell’ambiente si può.
Parola di Renata Lovati, presidente
Donne in Campo Lombardia
di Tiziana Bartolini
LÀ DOVE
L’ALLEANZA
FA LA DIFFERENZA
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